Sherlock Holmes è l’esempio perfetto di un
personaggio che può perfettamente adattarsi a qualsiasi media attuale. A conferma di questa cosa possiamo trovare
un paio di “recenti” (e ottimi) film, che vedono Robert “Iron Man” Downey Jr nelle vesti del famoso detective londinese,
una serie tv prodotta dalla BBC, con l’istrionico Benedict Cumberbatch nel ruolo di Sherlock, e, da qualche anno a questa parte,
una serie videoludica realizzata da Frogwares Interactive. Proprio di quest’ultima incarnazione siamo qui per parlare oggi, grazie all’arrivo sul mercato di
Sherlock Holmes: The Devil’s Daugher, disponibile dal
10 giugno per
PlayStation 4, Xbox One e PC al prezzo di lancio di
circa 60 euro. Saranno riusciti i ragazzi di Frogwares a convincerci anche quest’anno, oppure ci troviamo di fronte ad un’occasione sprecata? La risposta nella nostra nuova recensione.
Versione testata: PlayStation 4
La figlia del diavolo
Narrativamente ci troviamo di fronte ad uno dei capitoli migliori della serie
Il
comparto narrativo di
Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter, pur ricordando lo scorso titolo della serie
Sherlock Holmes: Crimes & Punishments, riesce ad essere maggiormente interessante grazie ad
una trama di fondo che attraversa i cinque episodi di cui si compone il titolo. Ovviamente non si tratta di nulla di particolarmente innovativo, ma
l’ultimo capitolo riesce a tirare le fila di tutto il racconto senza lasciare l’amaro in bocca di aver visto/giocato una serie di avventure completamente scollegate tra loro. Peccato, però, che proprio questo quinto capitolo si dimostri essere il più debole di tutta la produzione, non convincendo del tutto a causa di una deriva leggermente più action e della mancanza degli enigmi caratteristici delle altre “puntate”.
“Puntate” che, dobbiamo ammetterlo, sono riuscite sempre a stupirci e a divertirci, con
trame e dialoghi avvincenti che ci hanno tenuti incollati al pad dall’inizio alla fine.
Discreta anche la durata totale che, con una media di
due ore scarse ad episodio, ha saputo intrattenerci per quasi dieci ore, risolvendo tutti gli enigmi presenti. La
longevità di Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter, però,
abbastanza difficile da definire, in quanto il tempo impiegato per completare l’avventura dipende dalla maestria con la quale si riesce a risolvere gli enigmi, rendendo il tutto estremamente soggettivo.
Un plauso anche alla caratterizzazione di Sherlock che, più simile all’incarnazione di Doyle rispetto alle controparti cinematografiche e/o televisive, saprà sicuramente fare la gioia dei fan del detective.
Il grande gioco
Il sistema di deduzione di Sherlock è uno degli elementi di gameplay più interessanti visti negli ultimi anni
Il
gameplay di
Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter non si allontana troppo da quello classico della serie Frogwares. Il giocatore si troverà catapultato all’interno di alcuni delitti e grazie all’
esplorazione degli ambienti, agli
interrogatori con i sospettati e alla
risoluzione di enigmi (più o meno difficili) dovrà
compilare una “mappa mentale” con gli indizi per arrivare a dedurre l’identità del colpevole. Questo particolare stile di gioco, esclusivo della serie di Sherlock, riesce a regalare
soddisfazione, a divertire e a convincere in ogni sua caratteristica, spingendo il giocatore a ragionare e a fare supposizioni (che dovranno ovviamente essere supportate da delle prove) per risolvere il caso. Una volta trovato l’assassino, inoltre, sarà possibile decidere se
assolverlo o punirlo, andando a delineare una morale del giocatore che, pur non modificando il finale di gioco, andrà a comporre la caratterizzazione psicologica del nostro personale Sherlock Holmes. L’unica “pecca” di questo sistema di gioco, ad essere onesti, potrebbe essere ricercata in
alcune sezioni dove il titolo prende il sopravvento sul giocatore, pilotando eccessivamente le sue azioni e guidandolo verso determinate deduzioni. Nulla di particolarmente invasivo, sia chiaro, ma è inevitabile farci caso in un paio di momenti narrativamente forti.
Alti e bassi, invece, per le introduzioni fatte in questo nuovo capitolo che, per cercare di rendere l’azione più dinamica, inserisce
una serie di sequenze più action che non ci hanno convinto del tutto. Pur se
bene inserite all’interno dell’azione, non riescono a rendere giustizia a tutta la produzione a causa di un’
eccessiva legnosità di alcune meccaniche (anche legate al movimento del personaggio) che, pur non danneggiando i momenti di investigazione, non possono essere trascurate quando si tratta di sequenze più movimentate. Altra nota di demerito, purtroppo, va fatta ai
caricamenti che, quando ci si sposta da un luogo ad un altro,
possono risultare davvero fastidiosi. I ragazzi di Frogwares hanno tentato di ovviare al problema permettendo di analizzare le informazioni sui casi durante il caricamento, ma questo non basta per nascondere dei tempi di attesa talvolta davvero lunghi. Segnaliamo la presenza, infine, della
possibilità di saltare alcuni enigmi con la semplice pressione di un tasto del controller. Questo elemento è stato probabilmente inserito per andare incontro ai giocatori meno esperti che però, se decideranno di saltare determinati momenti non potranno guadagnarne i relativi trofei/obiettivi necessari per il completamento del titolo al 100%.
Giochi di ombre
Nonostante un
buon colpo d’occhio, il
lato tecnico di
Sherlock Holmes: The Devil’s Daughter non è sicuramente tra quelli capaci di far cadere la mascella. La
modellazione poligonale dei personaggi è sicuramente riuscita (con uno Sherlock più simile che mai alla versione di Robert Downey Jr.), ma a causa della
legnosità delle animazioni e della
moltitudine di cali di frame (mai davvero fastidiosi, ma sempre evidenti) non ci sentiamo di promuovere il tutto.
Buono, invece,
il comparto sonoro che mescola un
ottimo doppiaggio inglese (tranquilli,
i sottotitoli sono in italiano) con
musiche azzeccate e capaci di sottolineare i momenti più avvincenti nel modo giusto.
Verdetto
7.5 / 10
La figlia del diaulo!!!
Commento
Pro e Contro
✓ Episodi ben scritti
✓ Gameplay capace di dare vere soddisfazioni
✓ Sistema di deduzioni estremamente valido
x Sequenze d’azione problematiche
x Caricamenti estenuanti
x Tecnicamente scarno
#LiveTheRebellion