Recensione Shantae and the Pirate’s Curse

In occasione dell’uscita su PlayStation 4, dopo aver analizzato l’edizione Director’s Cut di Shantae: Risky’ Revenge, torniamo a parlare della mezza genio di WayForward in questo terzo capitolo già pubblicato lo scorso anno su Wii U e PC, ed ad inizio 2016 su 3DS e Xbox One. Nella sua versione per  l’ammiraglia Sony, Shantae and the Pirate’s Curse è disponibile ad un prezzo consigliato di 19,99€. Il titolo è un seguito diretto di Risky’s Revenge, sarà riuscito a colpirci in positivo come il predecessore?

Versione testata: PlayStation 4

AHR! A Pirate’s life for me!
Al termine di Risky’s Revenge, avevamo lasciato Shantae senza poteri, dopo un duro scontro con Risky e con la propria parte magica la ragazza dai capelli viola era stata privata della propria magia e della possibilità di trasformarsi. La giovane eroina non si è data per vinta e ha continuato a proteggere la propria città allenandosi con Sky e Bolo, imparando ad utilizzare armi offensive e difensive. Nel frattempo Ammo Baron sta procedendo ai lavori di ristrutturazione della baia (acquistata a causa dei debiti del sindaco) ed è  intenzionato a trasformarla in una base militare. Shantae cerca di rallentare i lavori di ristrutturazione, ma viene accusata di intralcio e condannata ad un taglio di capelli (l’unica parte che sembra aver mantenuto ancora qualcosa di magico) in caso la giuria del processo non le si dimostri favorevole. La nostra bella decide di farsi un bagno mentre aspetta l’udienza, ma viene catturata dalla vasca meccanica di Risky, decisa a scoprire che cosa è successo ai suoi Tinkerbat, apparentemente rapiti dallo zio di Shantae. La pirata le racconterà allora di Pirate Master, malvagio signore dei mari e suo ex- datore di lavoro, sigillato dai geni anni fa ed intenzionato a resuscitare grazie ai poteri dei luoghi oscuri, a meno che le due non salpino al più presto e lo impediscano. Inizia così la terza avventura di Shantae la mezzo genio l’umana, fianco a fianco con la sua rivale di sempre.

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Uno dei principali difetti di Risky’s Revenge, al netto delle speedrun (ricordiamo che ogni titolo di WayForward è studiato per essere finito in meno di due ore) era la poca longevità, fortunatamente quasi raddoppiata in Pirate Curse. L’altro lato della medaglia però, è l’assenza dei punti di teletrasporto, che favorivano un backtracking veloce nella mappa del precedente episodio, sostituiti in questa terza avventura da dei barili esplosivi che porteranno Shantae direttamente alla nave di Risky. Questi strumenti saranno acquistabili come ogni altro oggetto, dal venditore di Scuttle Town, o potranno essere lasciati come ricompensa dai nemici sconfitti. Purtroppo resta ancora il problema di una mappa fin troppo confusionaria (forse anche più di quella di Risky’s Revenge) che non aiuta per niente il backtracking delle zone già visitate. Per completare le sei isole ci vorranno circa una decina d’ore (a seconda dell’abilità del giocatore e se vorrete o meno prendere tutti i Tinkerbat per sbloccare il vero boss finale) e la difficoltà di questo terzo capitolo andrà via via aumentando, trovando l’apice nell’ultima fase di gioco. Con questa nuova avventura WayForward ha voluto  portare Shantae  attraverso diverse location tipiche di ogni platform che si rispetti, variando di molto l’ambientazione tra un’isola e l’altra. La ragazza si troverà ad esempio immersa nella giungla, infreddolita  tra i ghiacci o inghiottita dalle fiamme dell’aldilà non perdendo mai la verve comica che contraddistingue il titolo. WayForward ha infatti aumentato anche i dialoghi tra i personaggi, andando a caratterizzarli ulteriormente e fornendo anche alcuni indizi sul loro passato, rendendo ancora più compatto il mondo di Shantae e di Sequin Land.

Nei panni di Risky, in tutti i sensi
Orfana della propria magia, in Pirate’s Curse Shantae dovrà fare affidamento sulle vecchie armi di Risky sparse per i cinque covi del male e che l’aiuteranno ad esplorare ogni anfratto concepito da WayForward. Dal cappello pirata per planare, alla sciabola da usare come il pogo di Zio Paperone in Ducktales, passando per un cannone portatile che ci permette un triplo salto e agli stivali di Risky Boots (Risky Boot’s Boots!) che permettono una carica inarrestabile (a meno di non sbattere contro un muro di spine) ogni strumento è pensato per  aiutare e velocizzare  l’esplorazione dei dungeon, mai come in questo capitolo pieni di stanze segrete da scoprire solamente con  l’utilizzo dell’arma giusta.Una volta terminata la storia si sbloccherà la modalità Pirata, in cui Shantae avrà a disposizione tutte le armi di Risky fin da subito, e sarà avvantaggiata in caso di speedrun.

Abbiamo già parlato della varietà di location in cui approderà Shantae nel corso di questa terza avventura, il level design si è evoluto ulteriormente permettendo a WayForward di inserire nuove meccaniche di gameplay specifiche per ogni luogo come sezioni di corsa, fasi stealth ed enigmi a tempo più o meno complessi. Shantae and the Pirate’s Curse, come il predecessore, è un ottimo esponente del genere metroidvania, con tanto di battaglie ai boss ispirate e veramente appaganti. Il titolo riesce a garantire quel giusto livello di sfida anche grazie ai collezionabili e ai diversi potenziamenti acquistabili per la ragazza dai capelli viola: da della crema che aumenterà la potenza d’attacco, a nuove mosse offensive, fino ad un vero e proprio buffet di cibi con cui ripristinare la salute persa.

Balla per me
Shantae  and the Pirate’s Curse è migliorato anche sotto il comparto tecnico: se l’azione di gioco è sempre in due dimensioni, gli sprite offrono artwork in alta definizione ben curati e che rendono giustizia alla bellezza della protagonista. Purtroppo secca non avere la stessa qualità grafica anche durante le fasi di gameplay ma da quanto visto dagli screen di 1/2 Genie (il quarto capitolo della saga)  pare proprio che il prossimo episodio gioverà di un miglioramento anche sotto quel punto di vista.
Nulla da  dire sulla colonna sonora, che conferma gran parte dei brani del predecessore, aggiungendone alcuni veramente ispirati e capaci di donare la giusta atmosfera. Shantae and the Pirate’s Curse è completamente tradotto in italiano, sebbene non manchino alcuni errori grossolani sulle frasi più complicate.

Verdetto
8.5 / 10
Oltre al bikini c'è di più.
Commento
Con Shantae and the Pirate's Curse, WayForward è riuscita a migliorare praticamente ogni aspetto dei capitoli precedenti, confezionando un ottimo titolo. Shantae è più caratterizzata che mai e il team ha sapientemente iniziato a solidificare il background della mezza genio, fornendo numerosi indizi sul passato sia della ragazza che del mondo di gioco. Le aspettative per il quarto e (a quanto pare) ultimo capitolo della saga sono cresciute ulteriormente, sperando ci sia finalmente una mappa comprensibile senza diventare pazzi.
Pro e Contro
Character Design e OST indovinate
Ottimo mix di gameplay
Ottima evoluzione della trama
Più lungo del predecessore

x Backtracking alla lunga estenuante
x Mappa confusionaria

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