Con Scribblenauts Showdown, la serie cambia volto poco prima di compiere dieci anni. Scommessa riuscita?
Scribblenauts, fin dall’esordio su Nintendo DS nel 2009, è sempre riuscito a ritagliarsi una fetta di pubblico più o meno costante: dai ragazzini disattenti, fino a quei pochi che cercavano di aggiungere le cose più strane nel mondo di Maxwell.
Ora, a poco meno di dieci anni di vita, e con quattro capitoli all’attivo (
più due porting) Scribblenauts porta la propria fantasia anche su
PlayStation 4 e
Xbox One. Oltre a confermare il proprio supporto su PC e Nintendo Switch,
Scribblenauts Showdown cambia drasticamente il focus, spostandolo dal single player al multigiocatore.
Per attrarre una fetta di pubblico più ampia, alcune serie cercano di intraprendere una nuova strada, sbandando e lasciando in parte delusi i precedenti acquirenti.
Sarà riuscito Scribblenauts Showdown a scampare questo destino?
Versione Testata: PlayStation 4
Il multiplayer che non serviva
Mettiamo subito in chiaro come il passaggio al party game della serie di Maxwell non sia del tutto riuscito.
Il focus di Showdown è sul multiplayer fino a quattro amici solamente in locale, un’esperienza pensata per chi possiede almeno due controller della console di riferimento.
Gli sfortunati che si divertono giocando da soli, potranno sfidare un IA dall’abilità variabile, ma non godranno a pieno dei pochi contenuti offerti.
In passato, il ragazzino dal taccuino incantato, capace di creare qualsiasi cosa la sua fantasia volesse semplicemente scrivendone il nome, viaggiava per il mondo alla ricerca di persone da aiutare. Certo, non era la trama più complicata del mondo videoludico, ma serviva da pretesto per cercare la moneta di gioco (
La Starite) e sbloccare gli extra.
In Scribblenauts Showdown è tutto ridotto all’osso: a partire dalla trama, completamente assente.
La fantasia del giocatore è confinata in otto stage sandbox, in cui Maxwell dovrà risolvere i classici problemi degli abitanti.
Fino al decantato Multiplayer che dovrebbe essere il cuore pulsante del gioco, ma che ne è più il fegato.
I minigiochi di Scribblenauts Showdown sono pochi, veloci e a dirla tutta neanche troppo riusciti.
In Resa dei Conti ci si potrà sfidare ad un gioco da tavolo fino a quattro giocatori, con almeno due controller (uno a coppia). L’obiettivo è tagliare per primi il traguardo vincendo nei mini-giochi (
presenti anche in modalità Versus) o pescando le carte fortunate che catapulteranno il nostro Scribblenaut più avanti degli avversari.
Sebbene sia giocabile anche contro l’IA,
Resa dei Conti riesce a dare il meglio di se solo con altri amici, diventando presto un mero accessorio in caso giochiate da soli.
La modalità Versus propone una serie di round (da 5 a 25) in cui si possono alternare i minigiochi che sfruttano i tasti e il sensore di movimento del Dualshock 4. I giochi di Showdown si dividono in due macro categorie: Parole e Velocità.
I primi richiedono la creazione di un oggetto, tramite la tastiera intelligente, che si adatti alla sfida a seconda delle richieste, siano esse una lettera o una determinata funzione. Una volta creato lo strumento, l’animale o la persona (
?) inizierà la breve sfida: da una semplice corsa ad ostacoli, fino ad un duello tra ballerini. Ogni mini-gioco sfrutta l’oggetto creato per il punteggio o per sconfiggere l’avversario.
Ad esempio in un’arena medievale potremo utilizzare un lanciagranate per distruggere il rivale, o lanciargli un soffice gattino e fargli molti meno danni.
In una gara ad ostacoli un supereroe può semplicemente volare e portarci alla vittoria. Impilare su un tappeto delle pulci è molto più comodo di accatastare pneumatici, rischiando di perdere preziosi punti.
In ogni caso, la fantasia e soprattutto, la vostra conoscenza della lingua italiana sarà la carta vincente per creare l’oggetto più appropriato.
I Minigiochi della categoria velocità invece, come ne suggerisce il nome, sono completabili in pochi secondi e si basano completamente su tasti e sensori di movimento.
Dall’agitare una bottiglia di cola fino a farla schizzare completamente in faccia all’avversario, al lanciarsi una sveglia prima che suoni facendoci perdere.
Pur non utilizzando le parole e quindi, non condividendo nulla col mondo di Scribblenauts, i giochi veloci sono sicuramente la parte più riuscita delle sfide.
Purtroppo, ci vuole circa un’oretta per fare un giro completo,
ritrovandosi presto a ripetere lo stesso gioco (
anche più volte) in un round più lungo.
Un problema simile a quanto riscontrammo l’anno scorso su 1-2 Switch, e che fa decisamente a pugni col prezzo di Scribblenauts Showdown.
Già finito?!
È bene evidenziare come, nei giochi basati sul giroscopio di Dualshock 4, ci siamo spesso trovati di fronte a controlli imprecisi, snervanti, e soprattutto poco precisi. Questo da il via ad una sequenza di momenti infelici, che si distaccano parecchio dalla gioiosità del trailer di lancio minando tutta l’esperienza
Versus.
Incredibilmente, ad uscirne valorizzata è la modalità Sandbox, unica traccia di quel che è a tutti gli effetti Scribblenauts, e che sicuramente regalerà qualche sorriso anche ai neofiti. Purtroppo come abbiamo già avuto modo di dirvi, la modalità Sandbox conta solamente otto stage senza nessun filo conduttore tra uno e l’altro.
Buono il lavoro tecnico e sonoro, per quanto i ltutto si attesti sugli standard già visti negli scorsi capitoli, con brani riproposti e elementi ricorrenti come la famiglia di Maxwell, Cthulu e il T-Rex tenerone.
Scribblenauts Showdown è completamente in italiano, così da poter intrattenere il pubblico più giovane, sebbene una buona conoscenza della lingua italiana per impararne ogni dettaglio.
Verdetto
6 / 10
Tante parole , ben pochi fatti.
Commento
Pro e Contro
✓ Vocabolario ricco
✓ Parte Sandbox riuscita
x Pochi Contenuti
x Parte sandbox ridotta
x Maggior parte dei minigiochi poco riusciti
#LiveTheRebellion