Recensione Ryse: Son of Rome

I cambi generazionali nel mondo delle console sono un momento sacro per ogni videogiocatore e lo sappiamo bene, per questo le line-up iniziali si rivelano strategiche e fondamentali nella scelta di quale macchina portare nel nostro salotto. Fra tutte le esclusive di lancio di Xbox One, Ryse: Son of Rome è quella che più si è distinta riuscendo a generare al tempo stesso notevole interesse e perplessità fra i vari giocatori. Ora che finalmente Xbox One è tra noi vediamo se il gioco Crytek vi convincerà a fare il grande acquisto.

Ave, Cesare

Nato come esclusiva per Xbox 360, nello specifico per Kinect, Ryse ha vissuto un periodo lontano dai riflettori, spingendo i più a pensare ad una cancellazione improvvisa da parte di Microsoft. In realtà Ryse era stato scelto come eletto per diventare uno dei tanto blasonati titoli di lancio della casa di Redmond e portabandiera delle qualità tecniche di One. Ambientato in pieno periodo romano, Ryse racconta fra verità storica e mitologia le gesta di Marius Titus, generale romano in cerca di vendetta per lo sterminio della sua famiglia e che si troverà suo malgrado invischiato in un complotto che va ben oltre la sua comprensione. Raccontata sotto forma di flashback, i toni di Ryse sono quelli del poema epico, nel quale ritroviamo tutti i crismi del genere resi in maniera impeccabile su schermo grazie ad una regia dal forte taglio cinematografico decisamente d’impatto con sequenze sia filmate che in-game degne del miglior blockbuster hollywoodiano che ne esaltano l’effetto scenico.

Questa è Roooomaaaaaa!

Bisogna dire che in effetti, una volta installato, al giocatore assetato di next gen si apre un mondo capace di lasciare a bocca aperta e strabiliare per la tanta potenza grafica mossa su schermo. Ebbene si, Ryse fra i titoli disponibili è quello che più mette in mostra le capacità grafiche della console, un aperitivo di quello che ci aspetta nei mesi a venire. La Roma di Ryse è una città ricca, rigogliosa e splendente che grazie alle capacità del Cryengine assume quasi dei toni ridondanti e barocchi per quanta attenzione al dettaglio è stata posta nella realizzazione di ogni suo particolare. Ma non ci sarà solamente Roma da visitare, in quanto Marius nella sua personale Odissea, si troverà a viaggiare nella selvaggia Britannia, terra di verdi foreste e lugubri paludi. Avendo la più completa libertà i grafici si sono divertiti a creare numerose ambientazioni, ognuna studiata alla perfezione per avere qualcosa di unico capace di stupire lo spettatore. Il tutto poi viene arricchito da un sistema di illuminazione in grado di gestire ottimamente ogni variazione ambientale, con sapienti giochi di luce, fuoco ed effetti particellari. Riflessioni, profondità di campo, filtri, la ricca visuale di gioco è talmente pregna di così tanti effetti attivi su schermo che spesso capiterà di abbandonare l’esplorazione del gioco per rimanere incantati ad osservare ogni minimo dettaglio. Anche la qualità posta nella realizzazione dei protagonisti risulta quanto mai maniacale, non solo nel modello 3D ma in tutta una serie di elementi di contorno, come la texturizzazione della pelle o nelle animazioni facciali, che donano vita a gli attori virtuali con volti quanto mai espressivi.

Purtroppo però, per garantire tutto questo ben di dio su schermo, Crytek è dovuta scendere a patti con un hardware ancora giovare e bisognoso di essere rodato a dovere, abbassando alcuni parametri tecnici come la risoluzione, settata a 900p o il frame rate che non si innalza oltre i 30fps e che di tanto in tanto, specialmente durante i filmati più elaborati o alcune sezioni più frenetiche crolla sotto il peso di un comparto grafico che vuole strafare per apparire il più bello possibile. Ad essere puntigliosi, bisogna dire che spesso, nonostante l’installazione obbligatoria su hard disk, Ryse fatichi a caricare le texture delle ambientazioni o cosa decisamente più fastidiosa specialmente se comparata a tutto il comparto grafico, la scarsa varietà presente nei nemici, fattore che porta ad avere in campo anche 2 o 3 avversari del tutto identici. Altro elemento sul quale abbiamo trovato da ridire è l’enorme staticità delle ambientazioni. Se è vero che Ryse sfrutta a dovere le possibilità offerte da One sul fronte grafico è altresì vero che poteva essere fatto di più per quanto riguarda l’interazione nei livelli e nella loro distruttibilità, qua determinata solamente ad alcuni momenti scriptati e nulla più.

Al mio segnale, scatenate l’inferno

A tanta bellezza scenica però si contrappone una pochezza ludica, vittima del passaggio forzato da esclusiva Kinect a titolo per Xbox One. Chi sperava in un action alla God of War rimarrà fortemente deluso. La struttura di Ryse è quella dell’action adventure più classico che si possa immaginare. Marius si troverà ad esplorare alcune ambientazioni nelle quali ad intervalli più o meno regolari dovrà affrontare la minaccia di turno.
L’esplorazione oltre ad essere fortemente limitata è anche fin troppo lineare, con livelli pensati come lunghi corridoi fra un area ed un altra. Scesi in campo i nemici Marius entrerà automaticamente in modalità combattimento e potrà fare affidamento su due tipi di attacco, uno normale usando la spada o tramite l’uso dello scudo, in grado di rompere la difesa nemica. Per difendersi invece potrà usare sempre lo scudo o effettuare una rapida capriola evasiva. Questi quattro comandi saranno mappati su gli altrettanti tasti frontali del pad e per ogni azione nemica ne corrisponderà una nostra, come un una sorta di morra cinese espansa.
Una volta indebolito in nemico, sopra la sua testa apparirà un icona che ci indicherà che il nostro avversario potrà essere eliminato grazie ad una mossa finale attivabile con il grilletto destro partirà quindi una breve sequenza quick time event nella quale dovremo premere il tasto corrispondente al colore che appare su schermo fino all’uccisione del nemico. Prima di terminare la mossa finale sarà anche possibile attribuire uno dei 4 poteri speciali associati alla croce direzionale, che ci permetteranno di riguadagnare energia, ottenere più punti esperienza, potenziare l’attacco o ricaricare la barra della Furia, colpo speciale che aumenta la velocità e la forza di Marius. Ogni tanto il gioco interromperà questi momenti chiamandoci a comandare il nostro piccolo esercito e sfruttando i benefici della formazione a testuggine tipica delle forze romane, coordinando i movimenti della truppa per evitare di perdere elementi preziosi e al tempo stesso controattaccare la nostra minaccia. Ogni azione eseguita da Marius, dalle catene di colpi alle uccisioni, andrà a costituire la base dei punti esperienza che guadagneremmo e che potranno essere spesi per potenziare le caratteristiche di Marius, seguendo una crescita del personaggio simil RPG. Sarà possibile aumentare le varie barre, da quella dell’energia a quella della furia, così come potenziare la nostra truppa o sbloccare altre uccisioni finali, così da ottenerne di nuove e più spettacolari.

Son of boredom

Il gameplay di Ryse è l’elemento più debole di tutta la produzione Crytek. Di per sé il sistema di combattimento funziona, non è nei vari QTE il vero problema, ma nell’abuso e nella ripetitività di quest’ultimi. Dopo il primo livello si è già visto tutto quello che il gioco ha da offrire, proponendo allo sfinimento i soliti combattimenti con gruppi più o meno numerosi. Lo stile delle lotte ricalca quello già visto in altre serie come Assassin’s Creed e Batman, con il nostro Marius impegnato in combattimenti 1vs1 nonostante sia accerchiato da più nemici rendendo di fatto il tutto abbastanza noioso e privo di una sfida reale. Anche settando il livello difficoltà su quelli più alti disponibili l’azione di gioco resta praticamente la stessa, con il solo aumento del danno ricevuto dai nostri nemici. A completare l’opera troviamo anche una modalità multigiocatore che fortunatamente riesce ad integrarsi abbastanza bene nel titolo e a non risultare troppo forzata come appare in altri titoli prettamente single player, e che ne allunga la durata, visto che il gioco è completabile nel giro di 8 ore circa. Collaborando insieme ad un amico, sarà possibile affrontare alcune prove dentro il Colosseo, ricalcando quanto visto in uno dei capitoli della storia principale. I due novelli gladiatori dovranno sconfiggere le orde di nemici, superando trappole e portando a termine alcune prove. Una volta terminata la competizione ogni giocatore riceverà un compenso, sia in termini di punti esperienza che monetario, che potrà essere speso per sbloccare nuovi equipaggiamenti ed apportare migliorie al nostro gladiatore virtuale. Per quelli che invece vogliono tutto e subito possono farlo acquistando dallo store dei pacchetti dal prezzo variabile contenenti monete d’oro.

Verdetto
7 / 10
C'ha le puppe a pera
Commento
La mancanza di varietà nel gameplay è il difetto più grosso di Ryse, tanto da compromettere tutto il buon lavoro fatto sul piano tecnico ed artistico, facendo sembrare le scelte inserite come un riempitivo dell'ultimo momento che non uno studio attento e ragionato. È un titolo che pecca di ripetitività e che non fornisce al giocatore i giusti stimoli. Anche la storia per quanto funzionale ai fini del gioco, si concede qualche momento interessante solamente sul finale, dosando con il contagocce i pochi momenti salienti, lasciando il giocatore in attesa di un momento veramente epico, che però non arriva mai. Troppo breve e priva di qualsiasi stimolo che ne motivi la rigiocabilità, se non la raccolta di qualche collezionabile buttato qua e la. In altre situazioni, probabilmente avremmo stroncato Ryse senza remore. Pur deludendo le aspettative però è doveroso fare una precisazione che giustifica il voto che vedete a fine articolo. Ryse è un titolo di lancio di una nuova console e svolge alla perfezione il compito che gli è stato attribuito, ovvero quello di mostrare di cosa è capace di fare Xbox One. Se siete interessati all'acquisto della nuova console Microsoft e volete stupire amici e parenti con il nuovo arrivato, Ryse è il titolo perfetto, a patto che siate ben consci dei limiti e di quello che può offrire. Un titolo che se affrontato in leggerezza e senza grosse aspettative riesce anche a risultare piacevole, nonostante i grossi difetti. Per Crytek è senza dubbio un'occasione bruciata, perché sarebbe bastato veramente poco per innalzare il livello e la qualità anche sul piano del gameplay, vero tallone d'Achille di tutta la produzione, che non riesce ad esprimersi e finisce schiacciato sotto il peso del ben più corposo comparto tecnico.
Pro e Contro
Comparto grafico imponente e impeccabile
Multiplayer ben integrato

x Gameplay risicato e ripetitivo
x Storia corta e poco rigiocabile

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