Con il passare del tempo è inevitabile che i videogiochi cambino e che, di conseguenza, cambino anche i videogiocatori. Con l’avvento della realtà virtuale (con tutti i pro e i contro del caso) è giunto il momento per noi redattori di modificare anche lo stile con il quale scrivere le recensioni per questo determinato tipo di prodotti. Per titoli come Robinson: The Journey, ad esempio, ci siamo resi conto di come sia impossibile dare un giudizio del tutto oggettivo in quanto elementi positivi come l’emozione di trovarsi davanti ad un dinosauro a grandezza naturale o negativi come il motion sickness sono del tutto soggettivi e non possono essere valutati come assoluti. Ecco che, quindi, vi invitiamo a leggere con ancora più attenzione queste nuove recensioni dedicate ai titoli VR e rimaniamo a vostra disposizione per qualsiasi domanda/dubbio/titubanza o perplessità. Buona lettura!
Quale bambino non ha mai sognato di trovarsi davanti ad un dinosauro a grandezza naturale? Certo, possiamo andare a vedere gli scheletri dei dinosauri nei musei e grazie a pellicole immortali come
Jurassic Park siamo riusciti a provare delle emozioni indimenticabili di fronte a queste affascinanti creature. Ma è davvero la stessa cosa? I ragazzi di
Crytek (celebri per aver realizzato la trilogia di Crysis) hanno deciso di rispondere a questa domanda con
Robinson: The Journey, titolo sviluppato per
PlayStation 4 e che sfrutta appieno il nuovo visore di realtà virtuale realizzato da Sony. Ma basterà la meraviglia di trovarsi di fronte ad un tirannosauro in scala 1:1 a mantenere l’attenzione dei giocatori fino alla fine dell’avventura? Prima di scoprirlo vi ricordiamo che
il titolo è disponibile da oggi, 7 novembre, ad un prezzo di lancio di 60,99€.
L’ultimo sopravvissuto
L’atmosfera di Robinson: The Journey risulta davvero sensazionale e immersiva
La
trama ci vede interpretare
Robin, un giovane ragazzo che, dopo essersi schiantato sul
pianeta Tyson III assieme al resto dell’equipaggio della
nave spaziale Esmeralda, decide di fare tutto il possibile per sopravvivere e per scoprire se i suoi genitori sono riusciti, come lui, ad atterrare sul pericoloso pianeta alieno.
A fargli compagnia, oltre al fido drone
HIGS, un cucciolo del più pericoloso predatore del pianeta (che ricorda, in tutto e per tutto, un Tirannosaurus Rex) di nome
Laika. La trama di Robinson: The Journey parte lentamente, ma riesce ad evolversi quando, dopo aver raccolto altre piccole intelligenze artificiali come HIGS,
andremo a scoprire cosa è realmente accaduto alla Esmeralda. Pur senza particolari colpi di scena, siamo giunti alla fine dell’avventura (dopo
circa 4 ore) abbastanza soddisfatti, soprattutto grazie alla
seconda metà di gioco che risulta essere molto più dinamica e capace di mantenere alto l’interesse del giocatore. Nonostante la longevità non esaltante (per quanto comunque allineata con le proposte in singolo di questa prima ondata di titoli VR), ci teniamo a sottolineare come siano presenti dei
collezionabili all’interno dell’avventura che sicuramente vanno a contribuire al numero di ore aggiuntivo una volta terminata la storia principale. Ci spiace ammettere, però, come il titolo presenti dei
momenti di climax (massimo picco narrativo) senza particolare mordente, non enfatizzando a dovere la prima comparsa di dinosauri importanti come i Raptor e relegando anche al Tirannosaurus Rex un ruolo breve e dall’impatto relativamente poco scenografico. Nulla da dire per quanto riguarda l’atmosfera generale del titolo che, grazie anche al PlayStation VR, risulta davvero sensazionale e capace di immergerci in un mondo di gioco virtuale e del tutto “fuori dal mondo”.
Robin come Robinson
Robinson: The Journey rientra a pieno titolo tra quei titoli che fanno dell’esplorazione il loro punto di forza
Da un
punto di vista ludico,
Robinson: The Journey rientra a pieno titolo tra quei titoli che fanno dell’esplorazione il loro punto di forza. Armati del nostro
oggetto multi-funzione (che ricorda palesemente il PlayStation Move) potremo
interagire in due modi con gli oggetti: sollevandoli dal terreno con
una potente telecinesi oppure
scansionanandoli per scoprirne tutti i segreti e aggiungerli al nostro
Infotarium (un archivio personale di Robin). Ecco che, quindi, dovremo muoverci su Tyson III
risolvendo piccoli enigmi ambientali che, risultando sempre accessibili e
mai davvero complessi, ci permetteranno di procedere rapidamente all’area successiva e di incontrare creature sempre nuove ed affascinanti. Proprio le suddette creature saranno scansionabili dal nostro oggetto multi-funzione che, non appena ci avvicineremo, dovremo utilizzare per catturare una serie di particelle verdi all’interno degli animali senza toccarne altre di rosse, pena il dover ricominciare da zero la scansione.
Un’altra delle azioni che effettueremo maggiormente in Robinson: The Jouney è quella di arrampicarsi; tramite R2 e L2, infatti, ci troveremo più volte a dover scalare pareti/alberi/superfici verticali per superare determinate aree. Quest’azione, però, mette in evidenza uno dei limiti del titolo Crytek:
la mancanza del supporto al PlayStation Move. Nonostante il nostro protagonista tenga in mano un oggetto simile al controller di movimento Sony e nonostante molte azioni sembrino pensate per il Move, il Dualshock 4 è l’unico strumento con il quale saremo costretti ad affrontare la nostra avventura. È inevitabile, quindi, che
l’immersione nel mondo di gioco risulti, in alcuni momenti, inevitabilmente danneggiata. Tra le altre cose che potremo fare nei panni di Robin c’è la possibilità di
dare degli ordini a Laika, utili per superare determinati enigmi e per superare aree altrimenti inacessibili. In alcuni particolari momenti, infine, sarà possibile
affrontare dei puzzle tramite HIGS, necessari per riattivare l’elettricità nelle varie zone e, ancora una volta, fondamentali per il proseguo della trama.
Sentire quasi la puzza della cacca di Triceratopo
Robinson: The Journey è, a livello tecnico, una delle produzioni più imponenti per PlayStation VR
Da un
punto di vista prettamente tecnico,
Robinson: The Journey è sicuramente una delle produzioni più imponenti per PlayStation VR. I dinosauri che incontreremo riusciranno davvero a
creare in noi quella sensazione di paura e ammirazione che fin da piccoli aspettavamo di provare. I modelli poligonali delle creature, infatti, risultano di ottima qualità e
il VR riesce ad essere immersivo tanto da far dimenticare a tutti i trovarsi all’interno di un videogame.
Ottimo anche il comparto sonoro, con un discreto
doppiaggio in italiano e con
suoni perfettamente fusi col contesto di gioco. Siamo certi, infatti, che l’audio 3D saprà stupirvi in questa produzione come in poche altre, spingendovi a girare la testa ad ogni minimo rumore alle vostre spalle.
E siamo quindi giunti alla pecca più grande di Robinson: The Journey: il motion-sickness. Durante le nostre sessioni abbiamo potuto constatare come il titolo Crytek spinga la salute dei giocatori al proprio limite, imponendosi con
forti nausee anche dopo pochi minuti di gioco. Ad ogni modo, prendendo le dovute precauzioni, il titolo è affrontabile con sessioni di 30/40 minuti, ma
obbligando comunque i giocatori a prendersi delle pause tra alcune zone e altre.
Verdetto
7 / 10
È previsto si vedano dei dinosauri, nel suo parco dei dinosauri?
Commento
Pro e Contro
✓ Tecnicamente ottimo
✓ Atmosfera immersiva
✓ Trama dal buon potenziale...
x … ma che non decolla mai davvero
x Mancanza di supporto per PlayStation Move
x Motion-Sickness devastante
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