Recensione Road Not Taken

Con l’avvento delle console di nuova generazione il mercato dei titoli indie ha fatto numerosi balzi in avanti per quanto riguarda la popolarità e, grazie ai molti sviluppatori talentuosi e desiderosi di farsi conoscere, nuovi titoli sbocciano su tutte le piattaforme di mese in mese. I ragazzi di Spry Fox, basandosi su una poesia di Robert Frost, hanno deciso di portare su PC e PlayStation 4 un puzzle game con elementi survival chiamato Road Not Taken. Il titolo, disponibile alla modica cifra di circa 8 euro, è riuscito a ritagliarsi un posto all’interno del PlayStation Plus, nella speranza di raggiungere il maggior numero di persone possibile. Riuscirà questo nuovo titolo ricco di potenziale a conquistare il pubblico?

Versione testata: PlayStation 4

IL GUARDABOSCHI CHE NON TI ASPETTI

Road Not Taken ci mette nei panni di un misterioso guardaboschi che, giunto nei pressi di uno sperduto villaggio, decide di mettere le proprie abilità (e il proprio bastone magico) a disposizione dei cittadini. Il nostro protagonista, infatti, avrà come scopo quello di salvare le persone che, per motivi non meglio precisati, continueranno a perdersi nel bel mezzo del bosco. La componente narrativa del titolo targato Spry Fox non riesce certo a colpire per innovazione o per qualità, ma la possibilità di intrecciare rapporti con ogni membro del villaggio riesce quanto basta a convincere e a farci immedesimare il più possibile con il nostro avatar virtuale. In base ai rapporti che coltiveremo, che potranno evolversi in base a quanti regali faremo e a quanto aiuto daremo al popolo, potremo infatti sposarci e farci amare da ogni abitante del paese. Peccato però che questa meccanica non sia sviluppata in modo particolarmente efficace e che, al di là di qualche piccolo elemento, non vada ad influire sulla trama e all’interno del gameplay di gioco.

PUZZLE O SURVIVAL?
Road Not Taken cerca di fondere le meccaniche di un puzzle game con elementi survival

Road Not Taken cerca di fondere le meccaniche di un puzzle game con elementi survival caratteristici di titoli quali Don’t Starve e The Forest. Il gioco, infatti, ci mette alla ricerca di persone scomparse all’interno del bosco, ma ogni nostra azione (dal movimento alla raccolta di oggetti tramite il nostro bastone magico) costerà punti energia che, se ridotti a zero, ci porteranno al game over. Ecco, quindi, che potremo muoverci orizzontalmente e verticalmente di area in area, mentre cercheremo di trovare i dispersi superando ostacoli, nemici (che minacceranno la nostra energia) e puzzle che ci obbligheranno ad unire più oggetti dello stesso tipo per sbloccare l’area successiva. Ci potrebbe venire richiesto, ad esempio, di unire più rocce per aprire il cancello che porta alla zona seguente, ma proprio in questo tipo di combinazioni si nasconde una delle caratteristiche survival del titolo.

Alcuni oggetti, infatti, se messi a contatto interagiranno tra di loro creandone di nuovi

Alcuni oggetti, infatti, se messi a contatto interagiranno tra di loro creandone di nuovi, con risultati talvolta positivi, ma altre volte negativi e pericolosi. Queste meccaniche di fusione e creazione degli oggetti non sono scritte da nessuna parte, lasciando al giocatore il piacere di scoprire ogni possibile combinazione a proprio rischio e pericolo. Pericolo che può risultare eccessivo se si è in prossimità di morire, in quanto una volta raggiunto il game over saremo costretti a ricominciare il titolo dall’inizio (un po’ come accade nel sopracitato Don’t Starve). A venirci incontro, per evitare questa morte permanente, sono dei particolari templi che, se toccati, fungeranno da checkpoint permettendoci di tornare in vita, ma privandoci di tutti gli oggetti in nostro possesso. Dopo aver passato le prime ore a trovare tutte le combinazioni e a padroneggiare lo stile di gioco, il titolo, purtroppo, non riesce a regalare ulteriori emozioni, risultando leggermente ripetitivo nella seconda parte e privo di quella rigiocabilità caratteristica di molti altri suoi simili. I soli motivi per iniziare nuovamente Road Not Taken, infatti, sono legati alle diverse relazioni con gli abitanti del villaggio e alla creazione dei livelli in modo casuale, ma che, nonostante questa interessante caratteristica, non risultano particolarmente differenti gli uni dagli altri.

 

COLORS OF THE WIND

Dal punto di vista tecnico Road Not Taken riesce a difendersi egregiamente con uno stile grafico colorato e capace di conquistare sin da subito grazie ad ottimi disegni e ad un character design riuscito. Meno riuscite sono, purtroppo, le musiche che, nonostante non risultino mai brutte e/o fastidiose, non riescono ad emergere e a colpire il giocatore che, senza dubbio, le avrà dimenticate una volta spenta la console.

Verdetto
7 / 10
Questa recensione è costata 1 punto energia
Commento
Road Not Taken riesce nell'intento di stupire e divertire il giocatore durante le prime ore di gioco, ma, purtroppo, la seconda metà del titolo risulta ripetitiva e priva di aggiunte capaci di intrattenere degnamente sino alla fine. Un'ottima componente grafica contribuisce a creare un'opera che, con qualche rifinitura (nella colonna sonora) e qualche aggiunta (nel gameplay), avrebbe potuto sicuramente emergere e conquistare una fetta di pubblico più ampia. Ad ogni modo si tratta di un titolo dedicato in particolare agli amanti dei puzzle game e agli appassionati di titoli survival, ma che consigliamo di provare anche a tutti gli altri utenti, soprattutto se armati di PlayStation 4 e di un servizio PlayStation Plus.
Pro e Contro
Gameplay inizialmente assuefacente...
Relazioni con i personaggi interessanti...
Stile grafico colorato e riuscito

x ...ma che risulta noioso nella seconda parte di gioco
x ...ma mai realmente utili
x Colonna sonora dimenticabile

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