Uscito in
esclusiva per Nintendo Gamecube nel 2002,
Resident Evil 0 riuscì sin da subito a catturare il pubblico grazie all’ottimo
mix di gameplay classico mescolato con elementi innovativi e dal forte impatto sul gioco. In una generazione sempre più ricca di rimasterizzazioni, conversioni e porting, fa bene vedere di tanto in tanto operazioni commerciali non prive di significato e capaci di far conoscere al grande pubblico titoli che, altrimenti, sarebbero rimasti giocati da una ristretta nicchia di gamers. Disponibile dal
22 gennaio per
PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360, Xbox One e Pc al prezzo di 19.99€, Resident Evil 0 è stato anche inserito all’interno di
Resident Evil Origins Collection, cofanetto fisico contenente, oltre al titolo sopracitato, anche il remake del
primo Resident Evil (
anch’esso uscito originariamente su Nintendo Gamecube). Nella recensione che state per leggere tratteremo, ovviamente, solamente l’ultima conversione targata Capcom, ma nel caso non aveste avuto occasione di recuperare anche il primo episodio (
qui potete leggere la recensione) il nostro consiglio è quello di recuperare l’intero pacchetto, proposto al prezzo di
49.90€, contenente i due giochi e tutti i DLC (
qualche costume aggiuntivo) rilasciati sino ad ora.
Versione testata: PlayStation 4
Salite sul treno della paura
La storia di questo episodio della serie di Resident Evil appassiona e affascina grazie agli elementi caratteristici della saga
La
trama di Resident Evil 0 si svolge poche ore prima del capostipite della saga e vede il team Bravo indagare su una serie di misteriosi omicidi avvenuti sulle montagne Arklay. Durante la ricognizione in elicottero, il pilota si vede costretto ad un atterraggio di emergenza nel bosco e la squadra si imbatte in un gruppo di soldati morti (
a quanto pare uccisi da Billy Coen, prigioniero che stavano trasportando al luogo della sua esecuzione). Inizialmente interpreteremo
Rebecca Chambers, ufficiale medico della squadra che, dopo aver trovato un misterioso treno abbandonato, verrà catapultata all’interno di una terrificante serie di eventi che la vedranno costretta a collaborare con il criminale Billy per sopravvivere all’attacco di mostruose creature e per cercare di riunirsi con il proprio team. La storia di questo episodio della serie di Resident Evil, per quanto non innovativa o capace di reinventare un genere, appassiona e affascina grazie agli elementi caratteristici della saga.
Personaggi carismatici, complotti e una serie di documenti capaci di donare l’atmosfera caratteristica dei primi Resident Evil sono solo alcuni degli elementi che i fan del brand (
o degli horror in generale) non potranno non amare alla follia. Dimenticatevi Troll giganti (
Resident Evil 4), umani corrotti (
Resident Evil 5) e combattimenti su scala mondiale (
Resident Evil 6). Questo titolo ritorna al passato presentandoci
ambienti chiusi e intimi, pochi (
ma più coriacei) nemici su schermo e
un ritmo narrativo più vicino al Romero dei primi capitoli rispetto al Michael Bay degli ultimi. All’interno dell’universo narrativo della serie, inoltre, Resident Evil 0 si dimostra un
tassello fondamentale per la comprensione dello sviluppo del famigerato virus T e per la caratterizzazione di personaggi come Rebecca (
già vista nel primo episodio), Wesker (vero antagonista della serie) e Birkin (
scienziato che, in Resident Evil 2, avrà un ruolo di grande importanza). In poche parole: se avete amato l’impostazione dei primi tre capitoli della serie o se siete alla ricerca di un titolo dal gusto e dal ritmo delle grandi gioie del passato, Resident Evil 0 saprà narrativamente conquistarvi sin dal primo filmato di gioco.
Meccaniche macchinose?
Resident Evil 0 è un vero ritorno al passato che i fan non potranno non amare alla follia
Il
gameplay di Resident Evil 0 riprende le meccaniche viste nei primi capitoli della saga e, quindi, vede il
ritorno delle inquadrature fisse, dell’inventario limitato e di tutti quegli elementi che hanno reso celebre la serie. Di certo i movimenti dei personaggi non saranno comodi per tutti, ma, come per il remake del capostipite uscito lo scorso anno, è presente la
possibilità di passare ad un gameplay leggermente differente che sicuramente sarà apprezzato dai neofiti (
ma che difficilmente sarà utilizzato dagli amanti della serie). Una meccanica innovativa per la saga, invece, è la possibilità di
passare, con la semplice pressione di un tasto, da un personaggio all’altro. Questo darà vita ad una serie di puzzle ambientali mai troppo impegnativi, ma sicuramente stimolanti e in grado di mantenere l’attenzione del giocatore sempre attiva. L’inventario limitato, inoltre, si sposa perfettamente con questa meccanica, obbligandoci a passare gli oggetti tra i personaggi per non lasciare nulla indietro e per avere sempre a disposizione tutto il necessario per sopravvivere. Mentre in passato era obbligatorio utilizzare delle casse per depositare gli oggetti,
in Resident Evil 0 è stata aggiunta la possibilità di lasciare l’equipaggiamento in eccesso sul pavimento, per recuperare il tutto quando necessario ed evitando così al giocatore numerosi viaggi verso i box solo per depositare un dato oggetto di troppo.
I salvataggi sono ovviamente rimasti legati alla macchina da scrivere, permettendoci di salvare solo se in possesso di una dose d’inchiostro. Al gameplay del titolo uscito su Nintendo Gamecube nel 2002, in questa nuova versione è stata aggiunta la possibilità, una volta terminato il gioco, di utilizzare Albert Wesker al posto di Billy Coen. Questa scelta non modifica nulla a livello narrativo, ma in quanto dotato di particolari poteri (
in seguito agli avvenimenti dei successivi capitoli) permetterà un approccio molto più action e saprà aggiungere qualche ora di divertimento in più al titolo base.
Un particolare plauso per la scelta dei trofei/obiettivi che, in certi casi, sapranno mettere a dura prova anche i giocatori più esperti richiedendo condizioni come “finire il gioco senza mai salvare” e “completare il titolo senza doversi mai curare”.
Il 2002, 14 anni dopo
È difficile pensare che Resident Evil 0 sia un gioco di 14 anni fa
Graficamente Resident Evil 0 riesce a fare davvero paura. Nonostante il forte utilizzo di ambienti prerenderizzati, è difficile pensare che si tratti di un titolo di 14 anni fa e, fortunatamente, la rimasterizzazione riesce a rendere onore al lavoro svolto da Capcom nel 2002. Certo è
impossibile non notare qualche sbavatura sulla modellazione poligonale e
talvolta i personaggi appaiono meno espressivi di quanto dovrebbero, ma si tratta comunque di dettagli che non vanno minimamente a modificare il risultato finale dell’opera. Nulla da dire per quanto riguarda il
comparto sonoro che, ancora una volta, riesce a stupire, inquietare e a sottolineare i momenti migliori grazie ad una colonna sonora fatta di un perfetto mix tra silenzi e ottime musiche. Buono anche il doppiaggio inglese che, per non essendo espressivo ai livelli dei titoli di attuale generazione, convince e risulta riconducibile sin da subito alla serie di Resident Evil. Il titolo, per i non anglofoni, è totalmente sottotitolato in italiano.
Verdetto
9 / 10
Quando ancora RE era il re
Commento
Pro e Contro
✓ L'atmosfera da vero Resident Evil
✓ Gameplay che mescola il vecchio al nuovo
✓ Nuovi comandi e Wesker mode
✓ Rimasterizzazione di qualità
x Meccaniche non adatte a tutti
x Poche novità per chi lo ha già giocato nel 2002
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