Recensione Operation Abyss: New Tokyo Legacy

Nonostante il mancato supporto di Sony, che ormai ha tirato i remi in barca per la sua portatile, PS Vita “vive” grazie al lavoro delle terze parti che, almeno in Giappone hanno scelto la “piccola” console come piattaforma ideale delle proprie produzioni.
Fortunatamente anche qua in Europa viviamo di riflesso questo fenomeno grazie a publisher instancabili come Nis America continuano ad offrire proposte che, sebbene facilmente classificabili come di nicchia, trovano un terreno piuttosto fertile e ottimi riscontri. Il caso di oggi è quello di Operation Abyss: New Tokyo Legacy, nuovo JRPG dungeon crawler in prima persona dagli autori del già apprezzato Demon Gaze.

Tokyo, abbiamo un problema
La storia ci vede protagonisti di un’avventura cupa dalle tinte decisamente forti.
Operation Abyss: New Tokyo Legacy è il porting/remake di un altra serie, Generation Xth sempre ad opera di Experience Inc., in particolare si tratta della rivisitazione dei primi due capitoli usciti esclusivamente in Giappone su PC. La storia ci vede protagonisti di un’avventura cupa dalle tinte decisamente forti. Dopo esserci risvegliati all’interno di un dungeon, scopriremo di essere stati rapiti e di fronte a morte certa.

 

Fortunatamente verremo aiutati in extremis da un misterioso ragazzo che ci permetterà di scappare e di essere messi in salvo da Alice, una ragazza in grado di utilizzare il Code-Rise, una potente arma capace di aumentare le abilità di chi lo usa e di sconfiggere i nemici che poco prima avevano tentato di farci la pelle, i Variant. Da li a poco gli eventi prenderanno una piega inaspettata e ci troveremo immischiati in una lotta senza tempo fra le mostruosità appena descritte e la Code Physics Agency, un reparto speciale pronto a combattere tutti i casi misteriosi che stanno affliggendo la città. Noi in qualità di Xion Transhuman, avremo le caratteristiche adatte per sviluppare il Code-Rise, che ci permette di sprigionare tutto il nostro potere andando a sfruttare il Blood Codes, il codice genetico di alcuni eroi del passato, schiudendo in chi li utilizza un potere sovraumano.

 

Sono proprio le atmosfere thriller/horror e il setting futuristico gli elementi chiave di una storia che si scrolla di dosso certi stereotipi fantasy riuscendo a far decollare la storia già dalle prime ore. Anche il fanservice abusato in Demon Gaze qua sembra quasi assente del tutto, a favore di chi non apprezza certe forzature a volte veramente fin troppo eccessive.

 Forse mi son bloccato
Il gioco inizierà proponendoci due modalità di gioco
Il gioco inizierà proponendoci due modalità di gioco: una base, più generica dedicata ai “novizi” che propone un party predefinito e un’altra denominata Classic, per gli amanti dei setting, che permette di costruire il proprio team decidendone non solo l’aspetto, ma anche classe e tipo, andando ad influire direttamente sulle statistiche come forza, difesa ecc. Nonostante la mano sia quella di Experience Inc. rispetto a Demon Gaze ci troviamo di fronte ad un titolo decisamente meno friendly che richiede al giocatore un impegno maggiore, anche scegliendo l’approccio più semplice.
La struttura è quella classica del genere e in parte ritroviamo lo stesso feeling di Demon Gaze. La nostra squadra dovrà indagare su vari casi (divisi in missioni chiave e secondarie) e ci aggireremo fra le varie location alla ricerca di indizi per poi iniziare la ricerca all’interno dei dungeon chiamati Abyss. Qua l’esplorazione avviene in prima persona con la mappa che prenderà forma ad ogni nostro passo. Come in Demon Gaze i dungeon saranno regolati da particolari leggi della fisica e, oltre ad essere popolati da centinaia di nemici, troveranno posto numerose trappole, trabocchetti ed espedienti per complicare la nostra ricerca. Qua sarà importante la costruzione del party (nel caso di quello base ogni membro avrà una funzione chiave all’interno del gioco) e oltre a pensare ad un buon bilanciamento in termini combattivi bisognerà tenere conto delle loro abilità al di fuori della lotta.

 

In molte occasioni avremo bisogno di utilizzare abilità speciali che permettono di rivelare nuovi percorsi, scassinare porte o lanciare magie che ci permettano di levitare ed aggirare trappole o camminamenti altrimenti letali. Operation Abyss, sotto questo aspetto è abbastanza tedioso in quanto molte delle azioni richiedono sempre una strategia attenta. Ad esempio, all’interno dei dungeon non è possibile salvare, a patto di possedere un item che permette di farlo, obbligando il giocatore a stare attento alle proprie mosse, pena la morte istantanea del party nella maniera più inaspettata.

Un gruppo di mostri. Meniamoli
Una volta caricata la barra Unity sarà possibile scatenare un potente attacco di squadra
I combattimenti avvengono come sempre a turni. Durante la nostra “mano” sarà possibile schierare la prima fila in attacco, che farà affidamento sul combattimento corpo a corpo e sulla potenza bruta. Più di supporto invece i membri posizionati nelle retrovie, che si occuperanno di curare o lanciare potenziamenti verso gli altri componenti, o ancora magie contro i nemici, utilizzando i sempre preziosi punti magia. Una volta caricata la barra Unity, sarà possibile scatenare un potente attacco di squadra. Questo varierà in base all’opzione scelta (e a sua volta consumerà più o meno barra) e potremo decidere di utilizzare un attacco fisico di gruppo che attacchi tutti i nemici o parte di essi, incrementare le abilità magiche o castare malus su i nemici. Queste sono solo alcune delle possibilità offerte dal sistema di combattimento, che andranno via via aumentando nel corso del gioco.

 

Tornano anche gli utili messaggi che è possibile lasciare (e leggere) all’interno dei labirinti per fornire suggerimenti a gli altri giocatori su eventuali nemici o tesori segreti.
Operation Abyss offre anche un interessante soluzione relativa ai nemici e al tipo di incontri effettuabili. Chiamato Rise & Drop System, prevede che all’aumentare degli scontri fatti aumenti la potenza dei nemici all’interno del dungeon, con conseguente aumento degli oggetti ottenuti in caso di vittoria e, non ultimo, maggiori probabilità di trovare i Wanted Variant, nemici decisamente più potenti rispetto alla norma che ci daranno gustose ricompense se sconfitti. L’altra faccia della medaglia sarà che all’aumentare della potenza del nemico corrisponderà anche l’aumento delle possibilità di essere sconfitti. Per bilanciare questo sistema basterà fuggire dallo scontro per abbassare il livello dei nemici.

 

In caso di morte la nostra squadra verrà sconfitta definitivamente, ma questo non significherà game over. Potremo tornare al quartier generale e decidere di creare un nuovo team con il quale continuare l’avventura, ovviamente perdendo tutti i progressi fatti in termini di esperienza, facendo decisamente preferire di ricaricare il precedente salvataggio cercando di evitare gli errori fatti. Parlando del quartier generale, questo sarà il centro nevralgico delle nostre operazioni, nel quale troveremo tutti gli strumenti necessari per proseguire e potenziare la squadra.

Mi sa mi son bloccato di nuovo
Il gameplay presenta alcuni elementi fuori posto
Operation Abyss propone un sistema di crafting che prevede il riutilizzo dei materiali ottenuti per crearne di nuovi o potenziare quelli che già abbiamo per rendere il party più performante. C’è poi il Centro Medico, che oltre a curare i personaggi feriti o riportare in vita quelli sconfitti, grazie all’opzione per il riposo (con recupero punti vita/magia), si potrà effettuare anche il level up, con conseguente incremento delle statistiche. Sarà bene, ogni volta raggiunto il totale di punti richiesti per effettuare la salita del livello, tornare alla base, in quanto i punti accumulati successivamente non saranno accumulati e andranno persi. È presente anche un level cap, che limita i livelli raggiungibili e che verrà innalzato man mano con il proseguire della storia. Una scelta abbastanza atipica, che lima di fatto il grinding eccessivo che spesso questi giochi richiedono (non credete comunque che questo non sia presente) e uno sviluppo nella storia più omogeneo e controllato.
Nonostante il gioco proponga molti dei canoni del genere, ci sono alcuni elementi che abbiamo trovato fuori posto all’interno della produzione. Come detto il tutto è molto poco friendly, non solo nell’approccio al gioco ma anche nei contenuti che troviamo al suo interno che rendono ostica la comprensione delle meccaniche. Ad esempio uno degli scogli più grossi che ci siamo trovati di fronte è la gestione della squadra non sempre mai troppo chiara, così come i menù che regolano la creazione di oggetti e il nostro equipaggiamento, decisamente confusionaria anche a chi macina questo genere di giochi da anni.

operation abyss 2

Un altro aspetto poco convincente è l’esplorazione nei dungeon, che in molti casi la pochezza di informazioni o gli enigmi proposti appaiono poco chiari, facendoci finire in stallo in più di un occasione, girando a vuoto per ore senza trovare una soluzione e andando a tentoni pur di sbloccare la situazione. Ed è un peccato perché tutto questo influisce negativamente sul gioco facendolo risultare poco piacevole e, giustamente, rischiando di portare alla frustrazione i giocatori meno pazienti.

Con 30 mila lire il mio falegname lo faceva meglio
Nulla da segnalare sul piano tecnico. Operation Abyss non si discosta ne dal genere a cui appartiene né dalle altre produzioni Experience Inc. con un titolo essenziale ma fortunatamente funzionale. Degni di nota alcuni artwork e le illustrazioni dei protagonisti, mentre più anonimo sia il bestiario che le ambientazioni che tenderanno a ripetere gli stessi pattern grafici all’interno dei dungeon. Anche musicalmente siamo su livelli medi, con brani che ci accompagnano durante il gioco ma nulla di realmente incisivo che resti impresso.
Operation Abyss, come ormai da tradizione è completamente in inglese, sia nei testi che nei pochi dialoghi doppiati disponibili.

Verdetto
7 / 10
La prossima volta portiamo il GPS
Commento
Contrariamente da quanto successo con Demon Gaze, Operation Abyss: New Tokyo Legacy è un titolo pensato per una fascia d'utenza più hardcore e navigata, dove l'assenza di un qualsiasi tipo di aiuto e molte situazioni poco chiare oscurano quello di buono che può essere salvato, come il sistema che regola la difficoltà nei dungeon o il battle system, che fa della classicità il suo punto di forza. Restare bloccati senza sapere cosa fare o non capire la logica di certi enigmi è un problema che dovrete tenere in conto se deciderete di affrontare l'avventura, che tra una frustrazione e l'altra saprà anche ricompensarvi, almeno sotto il piano narrativo, con una storia diversa dal solito e che stranamente non fa leva sul becero fanservice. Consigliato solamente se siete dei cultori del genere e proprio non potete farne a meno.
Pro e Contro
Storia dalle tinte thriller/horror
Gameplay classico con qualche buona trovata

x Alcuni elementi di gameplay poco chiari
x E' facile rimanere bloccati
x Picchi di difficoltà improvvisi

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