Due anni fa approdava sugli scaffali dei negozi di videogiochi One Piece Burning Blood, il primo vero picchiaduro PS4 dell’opera da trecento milioni di vendite di Eiichiro Oda, sviluppato da Spike Chunsoft e pubblicato, come sempre, da Bandai Namco Entertainment. Se le meccaniche impiantate in Burning Blood si facevano giocare abbastanza bene senza che il gioco riuscisse a brillare di luce propria, Bandai riprova il colpaccio con ambizione due anni dopo pubblicandoOne Piece World Seeker, come a rifarsi al celeberrimo messaggio di metà trama di Luffy ai suoi compagni (“Ci vediamo tra due anni all’arcipelago Sabaody”). Peccato però che, a differenza di quella memorabile tavola che in molti hanno appeso in camera e in cui due anni dopo ritroviamo Luffy alla testa del suo strampalato gruppo, il nuovo pupillo di casa Bandai zoppichi un po’.
La trama, purtroppo, non riesce a farsi notare.
One Piece World Seeker non ripercorre gli eventi della trama originale, seguendone invece una propria pensata ad hoc. Quindi, se volevate comprarlo per rimettervi in pari con il manga , devo mio malgrado deludere le vostre aspettative (ma tutto sommato un pensierino fatecelo lo stesso). In questa nuova avventura vediamo la ciurma di Luffy riunita all’interno di una prigione meccanica volante, intenti a depredarne il tesoro che scoprono poi essere solo un’esca per catturarli. Dopo uno scontro con il direttore (che si rivelerà poi essere anche il rivale del gioco), Luffy riesce a salvarsi lanciandosi su un’isola sottostante, e viene tratto in salvo dal mare da una ragazza di nome Jeanne.
Sarà lei a far compagnia al nostro beniamino per tutta la trama, ambientata in un’isola tesa da un conflitto; tempo prima, infatti, la Marina ha stabilito una base sul luogo, spaccando in due la popolazione tra chi sostiene la decisione e chi è infastidito dalla presenza dei marine (pro e anti-Marina). Proprio per questa scelta l’isola dove si svolge la trama, Jewel Island, è stata soprannominata Jail Island (“isola prigione”).
In generale, insomma, la trama non brilla tra quelle non canoniche esplorate nei film o nei predecessori pubblicati da Bandai – tanto per citarne uno: One Piece Pirate Warriors 2, che almeno tramite le cutscene riusciva a creare momenti in grado di restare nella mente del giocatore (in particolare per la battaglia finale).
E la prima cosa che ci ha colpiti (e non in positivo) è stata la mancanza di cutscene per quasi tutto il gioco. Escluso un filmato introduttivo e gli ultimi minuti di gioco, infatti, saranno poche le volte in cui i personaggi parleranno: la trama viene portata avanti tramite intermezzi di solo testo, silenzi a volte abbastanza lunghi rotti da singole parole pronunciate dai personaggi, che non sempre danno adito a conversazioni coinvolgenti. Il più delle volte sembra quasi di avere davanti le meccaniche di dialogo di una visual novel. Forse è anche questo elemento che non aiuta la trama a farsi ricordare.
Di tanto in tanto faranno il loro ingresso sul palcoscenico vecchie conoscenze della serie del calibro di Rob Lucci, con cui Luffy dovrà misurarsi in combattimento. Sebbene i combattimenti siano belli da giocare (ne parleremo a fondo più avanti) spesso i personaggi scompaiono dalla scena dopo la lotta, avendo un peso molto basso sulla trama per riapparire – ma solo alcuni di loro – nelle missioni secondarie. Prendendo in considerazione anche i film della saga, anche questi naturalmente non canonici, ci si accorge che è un’abitudine ormai consolidata, un po’ una mossa fan service fine a sé stessa. Almeno non mancano le solite gag a cui siamo ormai abituati.
Il gameplay, per fortuna, riesce a dare un tocco di unicità al tutto, rendendo l’esperienza molto piacevole.
Tutto risalta le abilità peculiari di Luffy a partire dai semplici spostamenti: il mondo di gioco, un open world grande e bello a vedersi, ha sì un sistema di viaggi rapidi tra i vari (pochi, purtroppo) luoghi d’interesse che lo popolano, ma è divertente da esplorare anche senza farne utilizzo. Luffy può lanciarsi in distanza con il Razzo Gom Gom e salvarsi dal cadere in acqua fluttuando a mezz’aria con l’UFO Gom Gom, due tecniche che daranno un sapore di parkour al gioco e renderanno anche molto più veloci gli spostamenti. Insieme a queste due tecniche, la pool di mosse del protagonista può essere migliorata ed espansa grazie a un apposito menù abilità, che va a toccare innanzitutto quelle skill dedicate alla parte esplorativa del gioco e, appunto, al movimento. Altre abilità sbloccabili riguardano, ovviamente, il combattimento e le mosse finali eseguibili da Luffy.
Saranno le stesse missioni a darvi punti per sbloccare le abilità, soprattutto le secondarie.
Altro elemento a favore del titolo è la durata: in modalità Difficile vi serviranno attorno alle 20 ore per portare a termine la trama, se di tanto in tanto vi siete soffermati a completare qualche missione secondaria; da sottolineare che la forza in costante aumento dei nemici vi costringerà a potenziarvi per superare alcuni ostacoli, e la principale fonte di punti abilità in una situazione di blocco della trama saranno appunto le missioni secondarie, che troverete in abbondanza sparse nella mappa. Incontrando determinati personaggi, poi, vi verrà affidato un altro tipo di missioni, le cosiddette “missioni Karma“, che previo raggiungimento di una serie di obiettivi aumenteranno il feeling tra Luffy ed altri personaggi o fazioni (come ad esempio i pro e anti-Marina), sbloccando a loro volta ulteriori missioni.
Dalle secondarie potrete ottenere anche oggetti di ogni tipo – non solo accessori, ma anche ingredienti e materiali. Dopo che avrete radunato tutta la ciurma sulla Thousand Sunny potrete consegnare i primi a Sanji, che invierà in missione un membro della ciurma affidandogli delle razioni portatili (o “pranzo pirata al sacco”, in una traduzione abbozzata del nome che piace tanto a Luffy), e ricompenserà voi con il bottino trovato dal personaggio (altri oggetti). Accessori e materiali, invece, possono essere consegnati a Usopp o Franky rispettivamente per smantellarli ed ottenerne i materiali componenti oppure – se ne avete i progetti – creare nuovi accessori o abiti per Luffy. Di materiali e ingredienti ne troverete in abbondanza nella mappa, mentre per quanto riguarda i tesori sono in numero limitato (segnati sulla mappa di gioco) e possono essere rilevati con l’abilità Percezione del protagonista, che è inoltre in grado di rilevare nemici e personaggi non giocabili anche oltre i muri.
Le lotte sono ben pensate e apprezzabili sul piano sia grafico che tecnico, ma la levetta della visuale sarà la vostra migliore amica.
I nemici, che spaziano da pirati a Marine passando dai robot, diventeranno più ostici nel corso dell’avventura; degno di nota il fatto che, per qualche assurdo motivo, alcuni cecchini Marine vi colpiranno a vista da distanze impensabili ancor prima del feedback visivo che vi avvisa che siete stati avvistati (una meccanica che, nemmeno a dirlo, interromperà le sezioni esplorative così bruscamente da risultare estremamente fastidiosa). Degno di lode invece il fatto che in lotta sarà anche importante decidere come approcciare i nemici, a partire dalla semplice scelta tra le due modalità di combattimento a disposizione di Luffy. Potrete sempre usare una combinazione delle due, ma la lentezza che tale cambio di modalità richiede renderà piuttosto sconveniente abusarne, costringendovi appunto a fare più affidamento su una che sull’altra in base alla lotta.
Se i nemici minori non si muoveranno granché, alcuni boss invece faranno uso di tutti gli spazi che l’ambiente circostante offre, spostandosi di continuo. La meccanica, in realtà, è tanto apprezzabile quanto a volte fastidiosa, perché spesso vi vedrete costretti a percuotere istericamente la levetta della visuale per seguire gli spostamenti del nemico, e in alcuni casi verrete anche visivamente ostruiti dagli elementi della mappa. Nemico topico e frustrante del gioco saranno i robot al soldo di Isaac, il cattivone di turno, che passeranno da fasi di attacchi da grandi distanze ad altre di assalti melee concatenati, e una sola mossa sbagliata o mal temporeggiata può infliggervi una sconfitta in una questione di millisecondi.
Addentrandosi nella trama, l’entità dei danni inflitti dai nemici si farà sempre più imponente, fino al punto in cui basteranno loro un paio di attacchi per sconfiggervi (e come già detto, di sovente avrete di fronte dei gruppi ben assortiti). Se come già detto la meccanica è incredibilmente frustrante il più delle volte, è da apprezzare come costringa il giocatore a un approccio meno aggressivoe più studiato ai combattimenti, nonché a sospendere l’avanzamento nelle missioni principali alla ricerca di oggetti utili a ridurre il danno (no, le abilità da sole non vi basteranno da un certo punto in poi). Un paio di considerazioni personali: le abilità che rallentano lo scorrimento del tempo riescono a cambiare letteralmente le sorti del gioco, quindi pensateci bene prima di sbloccarle e fatelo solo nelle fasi finali. Infine, e non mi stancherò mai di ripeterlo, puntate tutto quanto avete sul Gom Gom Red Hawk.
Verdetto
8 / 10
Non una caduta libera, ma c’è ancora lavoro da fare
Commento
Sicuramente un progetto ambizioso per Ganbarion, che tenta di portare l'eccentricità dell'universo di Eiichiro Oda in un open world ben sviluppato. La componente esplorativa ed i combattimenti (seppure a volte un po' macchinosi) redimono i peccati della trama creando un'esperienza nel complesso molto gradevole. Non resta che augurarsi un gioco con le meccaniche di World Seeker e la trama originale completa di One Piece.
Pro e Contro
✓ Ottimo adattamento ✓ Open world divertente ✓ Difficoltà adeguata
x Trama un po' scialba x Alcune meccaniche frustranti x Personaggi secondari ininfluenti
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