Square Enix ha ascoltato le numerose richieste degli utenti e ha quindi portato Octopath Traveler anche su PC. Dal suo lancio dello scorso luglio su Switch, questo JRPG a turni si è conquistato un posto nei cuori degli appassionati del genere (e non solo) grazie alla cura e alla qualità con cui è stato prodotto.
Un comparto tecnico di altissimo livello
PIXELLOSAMENTE MOZZAFIATO...
Questo amore si nota fin dalle prime immagini: la schermata del titolo propone una carrellata di scorci su varie zone del mondo di Orsterra. Il formato scelto è un efficace 2.5D, in cui la classica grafica in pixel art bidimensionale prende vita e si adatta a inquadrature che regalano, grazie alla profondità, un notevole senso di immersione. Il team di sviluppo ha deciso di impreziosire l’aspetto visivo con una miriade di affascinanti dettagli, riuscendo a stupire con i riflessi del sole sull’acqua, particelle di neve illuminate da torce, misteriose foschie e tante altre sbalorditive circostanze. Le schede dei personaggi mostrano anche un’altra chicca grafica del gioco: si possono infatti apprezzare incantevoli rappresentazioni ad acquerello dei protagonisti, stile che fa subito ripensare a Bravely Default.
...SONORAMENTE IPNOTICO
Come se non bastasse, anche il reparto sonoro raggiunge altissimi livelli e le musiche, sia durante le battaglie che durante l’esplorazione, mi hanno indotto più volte a fermarmi per poterle apprezzare nella loro completezza. Va apprezzato che il gioco sia doppiato sia in giapponese che in inglese, sebbene però quest’ultimo presenti alcune sbavature: a volte vengono riutilizzate brevi frasi che rappresentano interi paragrafi di dialogo e a volte la voce di alcuni dei doppiatori scelti mi ha dato l’impressione di essere troppo matura rispetto ai personaggi doppiati. Questo in ogni caso non rovina minimamente l’esperienza di gioco, facilitata anche dalla localizzazione italiana.
La trama (o meglio, le otto trame) e i suoi interpreti hanno infatti un ruolo centrale e rappresentano il cuore dell’opera stessa. Subito dopo aver iniziato una nuova partita di Octopath Traveler, dovremo scegliere tra otto personaggi quale sarà il nostro protagonista. Ognuno di essi viene introdotto con una breve descrizione di background e dello stile di combattimento, facendo trapelare fin da subito l’ottima caratterizzazione. Poi, per farla breve, dovremo seguire le sue vicende e completare il primo capitolo della sua storia. A questo punto potremo viaggiare liberamente per il mondo e reclutare i restanti sette, come desidereremo, lasciando completa libertà in merito. Quando incontreremo gli altri personaggi potremo farli unire al nostro gruppo in seguito al completamento del loro primo capitolo di storia. Ognuna di queste trame prosegue poi con altri tre capitoli, che ci guideranno ai quattro angoli di Orsterra. Per essere critico, non ho troppo gradito il fatto che il primo capitolo di ogni storia avesse una struttura davvero troppo simile agli altri sette, sgretolando il senso di mistero che si prova quando si affronta la prima. Può sembrare strano che le otto storie non si intreccino, ma a pensarci bene questa scelta è vincolata dal fatto che il team di sviluppo ha lasciato piena libertà su quali personaggi arruolare e quando. In compenso, nel corso delle missioni principali, a volte i protagonisti avranno delle scenette di dialogo tra loro, nelle quali si mettono in luce vari aspetti del loro carattere.
In base al nostro approccio, potremo respirare a pieni polmoni queste atmosfere fantasy classiche, vive e coinvolgenti. Sebbene alcuni dialoghi possano anche essere un po’ banali, Octopath Traveler riesce più volte a toccare tematiche davvero delicate, come la religione, la prostituzione, l’omosessualità, le leggi di mercato e altro ancora. Il tono e le modalità però non ricadono nell’infantile e riescono a offrire ottimi spunti di riflessione. Il piacere di affrontare queste tematiche viene accompagnato anche da quello di scovarle in giro per il mondo.
La genuina voglia di esporare e scoprire Orsterra
LA VOGLIA DI SCOPRIRE UN MONDO...
Lo stile ad aquerello precedentemente citato si può anche apprezzare nella mappa del mondo: un’accurata rappresentazione di Orsterra guida il giocatore nella sua libera esplorazione del mondo, facendo passare in secondo piano i viaggi rapidi e regalando l’emozione di scegliere il percorso migliore e mettersi all’avventura. Ogni zona è rappresentata da un clima diverso, ricalcando i principali biomi esistenti (lande ghiacciate, rigogliose foreste, aridi deserti,…). La mappa può rivelare indizi su dove si trovino grotte o luoghi nascosti, ma saremo noi a doverci arrivare grazie al nostro senso dell’orientamento e ad una minimappa a radar che evidenzia solo le locazioni accessibili in prossimità. Inoltre la mappa del mondo mostra dei segnalini che ci ricordano dove recarci per le missioni principali e quale sarebbe il livello consigliato, in modo da permetterci di organizzare i viaggi. L’esplorazione paga solamente due difetti; il primo è la quasi totale mancanza di interagibilità con il mondo circostante, salvo ovviamente le interazioni con i personaggi incontrati. Il secondo aspetto poco curato riguarda, a mio avviso, le aree inaccessibili. Ripensando ai classici del genere, siano essi appartenenti a serie come Final Fantasy, Dragon Quest o addirittura Pokemon, è facile che vengano alla mente espedienti come ordinanze del signore locale, cantieri in corso d’opera o danni alle vie d’accesso. In questo titolo invece il problema è “risolto” ponendo semplicemente dei mistici cartelli con una banale scritta che comunica l’impossibilità a proseguire in quella direzione. Un metodo un po’ troppo sbrigativo, vista la cura posta in quasi ogni altro aspetto.
...E I SUOI VARIEGATI ABITANTI
Durante gli spostamenti incontreremo moltissimi npc e potremo interagire con essi grazie alle Azioni Viaggio dei protagonisti che sono nel gruppo in quel momento. Ognuno ha infatti un’abilità che permette di ottenere informazioni, farsi seguire, ottenere oggetti o sfidare gli abitanti di queste terre. In questo modo è anche possibile cimentarsi nelle missioni secondarie (segnate da un indicatore differente sulla minimappa), ma esse non sono certo un punto di forza di Octopath Traveler. Fin troppo spesso si rivelano banali e ripetitive e consistono solamente nella pedestre applicazione delle Azioni Viaggio. Queste ultime però, prese singolarmente, regalano un ottimo senso di immersione nel mondo e a volte sfociano anche in semplici minigiochi.
La personalizzazione degli eroi pesa nelle battaglie
BATTAGLIE CLASSICHE MA INNOVATIVE...
Ritornando a parlare di punti di forza, il sistema di combattimento di Octopath Traveler trae chiaramente ispirazione dal classico combattimento a turni dei primi Final Fantasy, impreziosendolo con idee originali. Prima di tutto, ogni nemico presenta una soglia difensiva da superare un determinato numero di volte attraverso specifici tipi di attacco verso i quali ha debolezza (spade, archi, gelo, luce,…). Questo permette di stordire il nemico per un turno e abbassarne drasticamente le difese. Ogni creatura ha anche un livello di potenza, il quale causa lievi variazioni estetiche, differenze di pericolosità e discutibili variazioni dei punti deboli. Inoltre i personaggi possono accumulare Punti Potenza (PP) per poter poi sferrare attacchi più potenti quando si decide di sfruttarli, analogamente a come capitava già in Bravely Default.
...DA AFFRONTARE CON LA GIUSTA PREPARAZIONE
Per il resto il sistema si basa su 8 classi, una per personaggio, ognuna con abilità attive e passive uniche, combinabili con quelle di una classe secondara (tramite il ritrovamento in luoghi celati, altro forte rimando ai “job” dei primi Final Fantasy). Se a questo si aggiunge anche la possibilità di equipaggiare una grande quantità di armi, armature e accessori in base alle necessità, è chiaro come Octopath Traveler arrivi ad offrire un livello di personalizzazione davvero molto appagante. Il level up è guidato, non prevede l’assegnazione manuale di caratteristiche e avviene tramite i classici Punti Esperienza. Parallelamente ad essi, però, esistono i Punti Combattimento, ovvero una risorsa necessaria a sbloccare nuove abilità di ogni classe. Allo stesso modo, anche i soldi hanno una notevole importanza: a differenza di altri giochi dello stesso genere, sono abbastanza scarsi e sarà necessario scegliere con cura cosa acquistare per potenziare il proprio gruppo di eroi. Questo discorso è reso ancora più interessante dal fatto che ogni equipaggiamento non sia un semplice upgrade del precedente, ma uno strumento dalle caratteristiche e dal potenziale completamente differenti. Anche gli oggetti consumabili non si riducono a risorse da accumulare senza mai una vera necessità di sfruttarli e, anzi, rientrano spesso nelle strategie di battaglia. Un altro equilibrio molto apprezzato è quello tra i personaggi: ogni classe ha qualcosa di interessante da offrire e, anche se acquisiti in momenti diversi, la disparità di livello tra essi non pesa e può essere facilmente colmata. Ovviamente se si vogliono portare avanti tutti i protagonisti allo stesso livello sarà necessario un po’ di grinding, ma nulla di frustrante; questo è dovuto al fatto che chi non è attivamente presente nel party non riceve esperienza.
Un porting tanto riuscito quanto necessario
In conclusione si evince come Octopath Traveler sappia rievocare il fattore nostalgia (oltre a quello che meglio funzionava) di un genere ormai messo un po’ da parte, sapendolo integrare con meccaniche più moderne e rendendolo appetibile sia per gli appassionati del genere che per i neofiti. Sicuramente il prezzo non è economico, ma la qualità è effettivamente quella di un tripla A e, inoltre, garantisce svariate decine di ore di divertimento. Unico piccolo (e ovvio) dispiacere di questa versione per PC del titolo è, appunto, la minore versatilità. Effettivamente questo titolo sfrutta alla perfezione la doppia funzione di Switch di console casalinga e portatile. D’altra parte però la nuova piattaforma ha permesso a milioni di persone (come il sottoscritto) di poter godere di questa magnifica esperienza.
Verdetto
8.5 / 10
Arte vintage per un intrattenimento moderno
Commento
Octopath Traveler è un classico JRPG a turni, fortemente ispirato ai primi Final Fantasy nelle meccaniche, ma in grado di evolversi sotto molti altri punti di vista. Il sistema di combattimento è molto strategico e divertente, lo sviluppo dei protagonisti è molto personalizzabile (potendo anche scegliere una classe secondaria) e ognuno di essi è in grado di utilizzare un'abilità sociale che gli permette di interagire in modo unico con i png. A proposito di personaggi, essi sono otto in totale ed è possibile selezionare liberamente con quale iniziare il gioco e quali reclutare in seguito. Le storie sono suddivise in capitoli e risultano molto coinvolgenti, sebbene non siano interconnesse per permettere di proseguire in quelle maggiormente gradite. Le uniche missioni a far storcere il naso sono quelle secondarie, fin troppo banali visto il livello qualitativo generale. Queste caratteristiche trasmettono un grande senso di libertà, riscontrabile anche durante l'esplorazione; vista la difficoltà già notevole, ogni zona è però contrassegnata da un livello consigliato visibile. Artisticamente il titolo è eccezionale: una meravigliosa grafica in pixel art in 2.5D è accompagnata da una colonna sonora di altissimo livello. Il costo è da tripla A, ma in compenso il gioco si dimostra estremamente longevo.
Pro e Contro
✓ Artisticamente ispiratissimo ✓ Grande libertà narrativa ✓ Sistema di combattimento coinvolgente
x Missioni secondarie blande x Doppiaggio a volte povero x Potrebbe servire grinding
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