Recensione MonsterBag

A chi non è capitato per un motivo o per l’altro di snobbare qualche titolo rilasciato sul PlayStation Plus. Le cause possono essere molteplici e disparate: precedenza ad altri giochi, tempo (che non è mai abbastanza per nessuno) e diciamocelo chiaro, spesso ignoranza, nel senso buono del termine. Perché quando trattiamo di indie spesso capita di trovarsi di fronte a titoli dalle origini sconosciute, che vengono rilasciati quasi di punto in bianco senza trascinarsi dietro mesi di trailer, rumor o anticipazioni. Ed è un po’ questo il caso di MonsterBag, meteora indie apparsa nel catalogo del servizio in abbonamento di Sony dei Cileni Iguanabee in esclusiva su PlayStation Vita e rilasciato gratuitamente nel mese di Aprile (altrimenti disponibile al prezzo di €9.99).

ET telefono casa
riesce a toccare certe corde emotive in alcuni punti del racconto
Il nostro approccio con MonsterBag è stato dei più atipici, ed è servito un piccolo viaggio in macchina e la noia del momento a spingerci a provarlo. Nessuna conoscenza né sul gioco, né sugli sviluppatori, giusto qualche immagine vista qua e la nelle news che ne annunciavano l’arrivo e qualche info sparsa erano il nostro background di partenza. Zero aspettative, tabula rasa. Ed è forse questo che ha reso la scoperta di MonsterBag ancora più piacevole ed inaspettata.
La storia che fa da sfondo a questa piccola avventura racconta le vicende di Nia, una tenera e sorridente bambina e di V, un piccolo alieno blu dallo sguardo inebetito. I due sono inseparabili, ed è qua che inizia il loro viaggio inaspettato, quando Nia uscendo di casa lascia solo l’alieno che preso dallo sconforto decide di lanciarsi alla ricerca dell’amica, che per una serie di sventure diventerà sempre più distante e impossibile da raggiungere.
La narrazione di Monsterbag è muta, e ci verrà raccontato tutto tramite immagini. Questo ha sul giocatore un forte impatto, riuscendo anche a toccare certe corde emotive in alcuni punti del racconto, sebbene questa soluzione porti con sé dei rischi, come quello di risultare poco chiaro in più di un occasione, obbligandoci ad interpretare il significato di quello che abbiamo visto, magari senza realmente capirlo a fondo.
La sorpresa più grande di MonsterBag però è stata la trasformazione che subisce la storia nel corso dell’avventura a livello tramico. Se nei primi  momenti tutto ha un sapore gioioso, grazie a personaggi dall’aspetto buffo che sembrano essere strappati di forza da una serie di Cartoon Network, basterà avanzare di qualche livello per notare una metamorfosi del gioco, che tenderà ad incupirsi, sprofondando nel macabro sfiorando i toni della commedia dark e grottesca. L’innocenza di V e Nia striderà con la crudezza di certe nostre azioni che ci porteranno anche ad uccidere pur di arrivare al nostro scopo.

 

BEST FRIENDS 4EVER!!!
Monterbag parte in sordina, e dopo pochi secondi ci butta nel primo livello, illustrandoci visivamente le meccaniche del gioco. Di base ci troviamo di fronte ad un puzzle game dagli elementi tipici dei punta e clicca, uno di quei titoli dal concept essenziale e minimalista che richiede tempismo, colpo d’occhio e tanta immaginazione, con comandi semplici ed intuitivi. Lo scopo sarà quello di superare una fila di persone che ci separano da Nia e, controllando V, dovremo spostarci furtivamente alle spalle di questi soggetti, evitando di essere visti, perché essendo un alieno le reazioni dei nostri “avversari” potrebbero avere dei risvolti poco piacevoli. Fra i personaggi all’interno degli stage ce ne saranno alcuni decisamente arrabbiati, e saranno proprio loro l’ostacolo più grande, in quanto per superarli dovremo sfruttare le loro distrazioni evitando che il loro sguardo cada su di noi. Toccherà quindi prestare attenzione al movimento degli occhi e, con il giusto tempismo, muoversi quando guarderanno altrove.

MonsterBag PSVita

Ma non sarà così semplice raggiungere Nia alla fine del livello, e con molti personaggi per riuscire a passare dovremo soddisfare anche alcune richieste (solitamente illustrate sopra la loro testa da un fumetto) o attivare una serie di eventi che ci aprirà la strada verso la nostra amica, sfruttando i poteri telecinetici di V. Solitamente esiste una sola soluzione all’enigma, spesso sbloccabile con il consueto ragionamento e un po’ di sano trial & error, anche se sarà possibile “triggerare” svariati eventi che andranno a semplificare o complicare (a seconda della situazione) la risoluzione del livello.
C’è da sottolineare però un aspetto importante delle meccaniche di MonsterBag che fa emergere quanto siano ancora acerbi i ragazzi di Iguanabee. In molti frangenti non sarà sempre chiaro come procedere, costringendoci ad andare a tentoni pur di ottenere qualche risultato. Il problema più grosso però lo si ha nelle fasi finali dell’avventura, che dopo un inizio originale e scoppiettante sembra perdere smalto e al tempo stesso crolla nella frustrazione totale, “rompendo” l’equilibrio nelle fasi di spostamento di V e portando il giocatore a game-over improvvisi non dipendenti dalla sua volontà. Fortunatamente (o no a seconda dei punti di vista) MonsterBag è un’esperienza frugale che dura al massimo una manciata d’ore (anche completando al 100% la lista dei Trofei) quindi le problematiche appena elencate peseranno in maniera marginale, anche se andranno comunque ad intaccare un prodotto dal grande potenziale.

Cartoon Network o Nickelodeon?
Lo stile tragicomico ci ricorda serie come Happy Tree Friends
Uno dei punti forti di Monsterbag è il suo comparto audiovisivo. Lo stile cartoonesco viene valorizzato non solo dall’ottima qualità dei disegni (e a sua volta del character design) ma anche dalle animazioni che danno vita ai colorati e pittoreschi personaggi che incontreremo nei livelli. Il focus del gioco è costruito principalmente sui personaggi bidimensionali, mentre le ambientazioni 3D ricoprono solo la funzione di fondale, lasciato volutamente desaturato per non distrarre il giocatore e colorando solamente gli elementi interattivi. Lo stile, sempre a cavallo fra il comico e il macabro ricorda molto da vicino quello tragicomico di serie come Happy Tree Friends, e in più di un occasione rimarrete stupiti dai repentini cambi di registro della storia.
Le musiche, affidate a PowerUp Music (studio di composizione chileno dedicato alla creazione di musiche per il mercato gaming) contribuiscono a dare corpo all’avventura e a valorizzare ogni singolo momento in compagnia di V e Nia.

 

Verdetto
7.5 / 10
Carini e coccolosi si, ma letali dentro
Commento
MonsterBag è (ed è stato) una piacevole sorpresa nel panorama indie su console che vi consigliamo vivamente di provare se siete fra i tanti abbonati del PS Plus che per un motivo o per l'altro non hanno ancora avuto a che fare con le avventure di Nia e V. La storia, così come il comparto tecnico rendono valore ad un titolo che si fa apprezzare per la semplicità del suo gameplay, nonostante uno scivolone stilistico e concettuale nella parte finale e ad una durata relativamente troppo breve (in rapporto al prezzo del gioco). Con un po' più di maturità alle spalle, Iguanabee sarebbe stata capace di confezionare un piccolo capolavoro, ma viste le ottime premesse di questo titolo, le prospettive per un futuro seguito, o di una nuova I.P. da parte dello studio cileno sono veramente alte. Come si dice, se il buongiorno si vede dal mattino...
Pro e Contro
Stile grafico impeccabile
Gameplay minimalista ma funzionale
Storia capace di emozionare

x Qualche scivolone stilistico sul finale
x Dura veramente troppo poco

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