Recensione Mini Ghost

Gli anni ’80 sono stati caratterizzati da musiche psichedeliche, colori sgargianti, e l’inizio della transizione dai cabinati alle console domestiche. Tra le prime piattaforme su cui gli sviluppatori hanno realizzato giochi, c’era la MSX, e tra quei giochi nacque un fortunato genere di platformer/shooter che in seguito, su altre console, avrebbero preso il nome di metroidvania (grazie al successo delle due serie Metroid e Castlevania, appunto).

 

Questo genere ha caratterizzato l’infanzia di molti ragazzi dell’epoca, ed uno di questi in particolare ha deciso di ricreare questa sensazione con Mini Ghost, un mini-metroidvania in stile MSX .

 

 

Lo sviluppatore del gioco (sì, al singolare) Francisco Téllez de Meneses non può essere però considerato uno sconosciuto: è già noto per il titolo UnEpic e per Ghost 1.0, entrambi dello stesso genere, e Mini Ghost continua la tradizione. Il gioco è stato presentato fin da subito come un mini-titolo realizzato per celebrare i 30 anni di MSX, venduto ad un prezzo mini di 1,99 Euro.

 


Per approfondire:
UnEpic
 

Stretto stretto, ma ci sta.
Una volta completato il gargantuesco download di circa 20 MB, e dopo una breve introduzione tramite un fumetto che ci presenta la storia (un affarista senza scrupoli ordina ad un hacker di compromettere il computer di una stazione spaziale per poi offrirsi di mandare uno dei suoi agenti a salvare la situazione), si entra nel gioco. In alto nella prima schermata potremo leggere i comandi, completamente personalizzabili sia per tastiera che per console, dopodiché non avremo più altri consigli o dritte su come procedere. Spostando Ghost, l’agente (o, meglio, mini agente), di schermata in schermata, dovremo affrontare le misure di sicurezza e i robot della stazione spaziale per superare le varie aree di gioco e arrivare al computer centrale. I contenuti del gioco sono più di quanto il prezzo lascerebbe supporre, e superare le cento schermate che compongono il gioco riuscirà ad impegnare circa due o tre ore , ovviamente anche in funzione dell’esperienza del giocatore con questo genere.

 

Mini Ghost schermata iniziale

 

Non so dove vado, ma so che ci vado
vedere l’evoluzione della nostra androide è una bella soddisfazione
Come in piena tradizione metroidvania, avanzare nella stazione spaziale richiederà salti precisi e lo stare attenti ad evitare il fuoco nemico. Da questo punto di vista, merito va alla curva di difficoltà creata dall’autore, in particolar modo per quanto riguarda il design delle (limitate) creature che si metteranno sulla nostra strada, e che passano gradualmente da robot spazzini che sembrano camminare senza curarsi di noi, ad androidi dotati di lanciarazzi o piante carnivore che ci inseguono senza sosta. Inizialmente la sfida potrebbe essere un po’ fiacca, ma dalla seconda macro-area in poi è abbastanza alta da spingerci a pensare alle nostre azioni prima di buttarci sparando all’impazzata. Oltre alle creature, dovremo fare attenzione anche al design dei livelli, che spesso nasconderanno torrette o trappole. La mappa consultabile dall’inventario potrà essere sbloccata abbastanza presto durante l’esplorazione, permettendoci di visualizzare il layout della stazione spaziale, ma per procedere dovremo anche trovare oggetti nascosti come cercamine o visori notturni, per attraversare determinate zone del gioco altrimenti molto difficili da navigare (ma non impossibili, cosa che potrà risultare interessante per gli speed runner). Sconfiggere nemici e distruggere casse permetterà di ottenere cubi, la moneta dei negozi che ci permetterà di comprare upgrade per Ghost ed oggetti utili. Passando di zona in zona potremo far rinascere alcuni nemici per ucciderli nuovamente e racimolare altri cubi, ed in questo modo accedere a preziosi potenziamenti come il fuoco doppio, o salute aumentata, che facilitano non di poco l’esplorazione: morendo infatti perderemo i cubi attualmente in nostro possesso, ma non gli oggetti acquistati. Di utilità marginale è la barra dell’esperienza, che una volta riempita ripristinerà un solo punto della nostra salute (ma anche questa potenziabile per ottenere cubi o più salute).

In sostanza, non siamo di certo ai livelli di UnEpic per quanto riguarda la personalizzazione del personaggio, ma vedere la nostra androide passare dall’essere fragile e impacciata ad una macchina da guerra con una notevole potenza di fuoco è una bella soddisfazione. Come detto, l’obiettivo del gioco è quello di disabilitare un computer impazzito, e per raggiungerlo dovremo perlustrare tutta la stazione spaziale, rivisitando spesso alcune zone, e sfruttando gli oggetti trovati per farci strada in passaggi altrimenti inaccessibili. Questo alternarsi fra esplorazione e backtracking è abbastanza semplice, e di certo non innovativo, ma non risulta noioso grazie alla breve durata del titolo ed al dover stare sempre attenti ai nemici che ripopoleranno le zone quando ci ritorneremo. Tuttavia, alcuni elementi nella fase finale del titolo risultano abbastanza ostici, e trovare alcuni passaggi nascosti per completare l’esplorazione appare forse poco intuitivo.

Mini Ghost riesce a emulare lo spirito degli arcade anni ’80 senza doverne replicare gli aspetti frustranti. Saltellare tra le aree cercando l’oggetto necessario a continuare l’esplorazione risulta divertente, e la colonna sonora unita alla grafica minimalista contribuisce a creare un piccolo ma soddisfacente gioiellino. In particolare, la funzione di salvataggio rapido, utilizzabile in ogni stanza, sarà molto apprezzata prima di affrontare aree particolarmente ostiche. Presentato come un mini gioco, Mini Ghost è effettivamente un’esperienza scorrevole che non vi impiegherà più di un pomeriggio, ma considerato il prezzo a cui è stato inserito sul mercato, la longevità è più che adeguata.

 

Mini Ghost Maurizio

Una delle tante possibilità realizzabili con l’editor

 

Pimpami l’androide
Lo sviluppatore ha anche aggiunto alcuni elementi secondari al titolo decisamente interessanti. Tra gli extra del titolo compare un character editor che permetterà di realizzare, un pixel alla volta, un personaggio utilizzabile anche nella campagna principale. Sarà possibile realizzare diverse “animazioni” del personaggio (ovvero i modelli che lo andranno a sostituire durante alcune azioni come sparare od i salti), e con un po’ di pratica e fantasia si possono ottenere risultati divertenti… o saltare il processo creativo e scaricare un personaggio dal workshop, visto che i personaggi stessi (ed altri contenuti) potranno anche essere scambiati online con altri giocatori.

L’editor include anche livelli e tileset, e l’autore ha scherzosamente (ma non troppo) definito Mini Ghost come un “game maker 2D”. Oltre alla classica leaderboard per confrontare le speedrun, infine, ci sono anche alcune divertenti funzionalità multiplayer, che ci permetteranno di assistere alle partite dei nostri amici su Steam, e potenziare i loro nemici, o cambiare il loro personaggio con uno di quelli personalizzati mentre giocano. Pur non essendoci particolari innovazioni nel gioco, ci sono quindi alcuni motivi per restare su Mini Ghost almeno per un po’ dopo aver completato l’avventura. E se questa mini-porzione di metroidvania dovesse risultare troppo piccola per saziare il vostro ritrovato appetito, potete sempre provare gli altri due titoli dello sviluppatore, ovvero UnEpic e Ghost 1.0.

Verdetto
8 / 10
Mamma, mi si è ristretta Ghost
Commento
Mini Ghost riesce molto bene ad offrire un'esperienza da metroidvania a tutto tondo ma in un formato compatto, senza sacrificare elementi essenziali e garantendo poche ore di divertimento, ma ben curate. L'esplorazione, il combattimento, e le boss fight sono tutte ben congegnate, ed il gioco risulta impegnativo, ma non frustrante. A differenza degli altri titoli dallo stesso sviluppatore, la difficoltà è molto più bilanciata, e non si riscontrano grossi picchi . È quasi un dispiacere che sia solo un mini-ghost e non un "full" Ghost. Ma si può sempre riprendere con Ghost 1.0 o UnEpic. Molto gradita, infine, l'aggiunta dell'editor di personaggi e livelli.
Pro e Contro
Grafica ed estetica stile anni '80 ben riuscita.
Il design dei livelli è arguto, ma non frustrante.
Costa meno di una pizza...

x ... ma si finisce nel tempo di una serata fuori.
x Il backtracking può lasciare spaesati.

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