Stavo pensando di sfruttare questo paragrafo per mettere un bel cappello introduttivo sull’evoluzione del roguelike negli ultimi anni, su quanto il genere si presti a ibridazioni e a ogni tipo di produzione. Si passa da Isaac a Hades, per arrivare a Returnal, un titolo che, nonostante i TGA, ha in qualche modo lasciato il segno, seppur più debolmente, complice anche il fatto di essere esclusiva di una console con base installata ancora esigua. Non sto a dirlo perché se ne parla ad nauseam e ogni volta che si discute di un roguelike/lite, per qualche motivo, bisogna parlare di tutti. Loop Hero però si pone diversamente, perché ti fa vivere i loop diversamente. Mette in discussione alcuni stilemi propri del percorso eroico e del mondo che lo circonda. Ma soprattutto, prende a calci sui denti tutto il romanticismo legato al concetto di nostalgia.
È il 2003, sei nella tua stanza, stai giocando a Enter the Matrix dopo il pranzo di natale. Ci sono ancora una decina di giorni di vacanza prima di tornare a scuola. Se riuscito a comporre Somewhere I Belong sul tuo 3310 e hai cento SMS al giorno da spendere con i tuoi amici. Hai 13 anni e tutto va bene.
È il 2003, sei nella tua stanza, stai giocando a Enter the Matrix dopo il pranzo di natale. Hai litigato con i tuoi genitori perché hai passato tutto il giorno attaccato al TV. Ci sono ancora una decina di giorni di vacanza prima di tornare a scuola. Ma hai talmente tanti compiti che paiono essere le vacanze estive. Se riuscito a comporre Somewhere I Belong sul tuo 3310 e hai cento SMS al giorno da spendere con i tuoi amici. E la compagna di classe di cui sei innamorato ti considera poco più di un trilobite. L’unica persona che vorresti ti rispondesse davvero. Hai 13 anni e tutto va bene.
Però non è vero. Perché gli stupidi problemi di un tredicenne, stranamente, a quell’età ti sembrano cataclismi cosmici. Sogni di essere adulto e avere una reale indipendenza ma hai da poco varcato la soglia dell’adolescenza e ti viene la nausea a pensare a quanto ancora ti separa dal poter vivere secondo i tuoi ritmi. Dal capire che Enter the Matrix è la più grande truffa legalizzata della tua vita. E se sapessi che da adulto diventerai così triste da trovare conforto in questa giornata, ti faresti esplodere davanti al parlamento. Ma non puoi, perché non hai abbastanza soldi neanche per un pacchetto di petardi.
Loop Hero per me parla di questo. L’esistenza stessa è sull’orlo dell’oblio più totale, rimane qualche stralcio di realtà e l’unico modo per poter impedirne l’estinzione è ricordare. Ricordare frammenti di quello che era il mondo prima che qualche entità tentasse di fare a brandelli l’universo. Ricordare significa ricostruire. Mettere un nuovo tassello sul proprio percorso permette di accumulare nuove risorse, che si tratti di boschetto, un piccolo villaggio o un semplice prato che costeggia uno stralcio di roccia. I villaggi portano briganti però, nei boschi si annidano belve feroci, dalle montagne scendono i goblin. È un mondo florido, ma non è costruito a tuo uso e consumo. Non è patinato come i tuoi ricordi e dietro a ogni memoria c’è qualche “nuova” schifezza pronta a farti del male. A ricordarti che le cartoline, le polaroid, sono bidimensionali, e che nella vita vera i sorrisi non sono eterni.
Che è troppo facile ricordare solo quello che vuoi ricordare, mentre tutto ciò che è amaro, doloroso e imperfetto fingi non sia mai esistito. Perché le cose non andavano bene allora come non vanno adesso, ma almeno adesso hai qualche esperienza in più e forse, se le cose non sono proprio disastrose (e se hai il tempo di scrivere su Facebook che “hai 13 anni e tutto va bene”, non lo sono), hai un po’ di controllo in più sulla tua vita.
Il baratro è casa mia
E infatti, a ogni nuovo loop sei un po’ più preparato. Sai come posizionare meglio i tasselli, sai che non devi avere fretta e, se fatto buon uso delle risorse che hai raccolto nelle run precedenti, potresti riuscire ad avere la meglio sul gioco. Loop Hero nella sua essenza non è così diverso da altri esponenti del suo genere. Utilizza un modo molto personale però di costruire la sua accezione di gioco. Mischia deckbuilding, auto battle e gestione delle risorse, con un accenno rpg che crea un mix che dà presto assuefazione. Nonostante non sia sempre così chiaro nell’esporre i propri meccanismi e al netto di una difficoltà che in alcuni frangenti sembra faccia di tutto per farti desistere.
Perché quando quando riesci a chiudere un loop e segare il boss finale, la soddisfazione è immensa. Anche se gli scontri vanno con il pilota automatico. E infatti, anche quando vanno male è impossibile prendersela con l’AI, perché la colpa è solo di una scarsa gestione delle carte a disposizione o un’errata scelta nell’equipaggiamento. Ogni sconfitta e ogni vittoria è dipesa dalle decisioni che ti hanno portato ad arrivare a quella battaglia. E capisci che anche solo provare ad affrontare i problemi è meglio che nascondersi nella malinconia. Nel frattempo puoi sperimentare diverse build con le classi, diversi approcci al mondo di gioco, testando diversi elementi da disporre sulla mappa e goderti quanto di più ludico il titolo di Four Quarters abbia da offrire. Senza badare troppo alle elucubrazioni scritte qui sopra.
Loop Hero funziona perché ti da il controllo praticamente su tutto, almeno all’inizio. E ti fa vedere che il controllo, in fondo, non lo puoi avere mai. Anche ripetendo dozzine di volte lo stesso loop, con le stesse carte. Se non le sfrutti al meglio, se non giochi al meglio, sarai sempre vittima degli eventi. Come il te tredicenne che può scegliere fra KOTOR e Enter the Matrix come regalo di Natale e sceglie il secondo.
Ma al tempo stesso ci sono così tante combinazioni da provare e scoprire, abilità da provare e carte da “accoppiare” che al termine di ogni loop, anche quelli che naufragano nella maniera peggiore, c’è qualcosa da imparare. E soprattutto, dato il ritmo di gioco, la voglia di addentrarsi ancora una volta nell’abisso e provare a migliorarsi. Nel darsi piccoli obbiettivi senza dover essere ossessionati dallo scontro con il boss. Si può cercare la classe che più si adatta al proprio stile di gioco, o alle carte a disposizione, concentrarsi sulle risorse necessarie per costruire un’importante edificio nel villaggio. O semplicemente farsi prendere dalla smania di potere e cercare la run perfetta in cui diventare un’inarrestabile macchina di morte, dimenticandosi delle responsabilità del titolo di eroe che ci si porta appresso, per abbandonarsi al puro divertimento che si ottiene padroneggiando un loop.
E anche se la fine del viaggio sembra sempre irraggiungibile, in qualche modo si è spronati ad andare avanti, del resto, è sempre che meglio che aggrapparsi a ricordi sfalsati.
Voto e Prezzo
7.5 / 10
15€ /15€
Commento
Loop Hero è un roguelite atipico. Dietro la sua facciata di pixel si cela un titolo estremamente sfaccettato, pronto a sorprendere e conquistare. Il carattere della produzione non è immediatamente visibile ma una volta che ci si è addentrati fra le sue spire, uscirne è difficile. Non sempre "scorre" come dovrebbe ma la sua lentezza diventa parte dell'esperienza ed è in qualche modo coerente con il suo game design. Criptico e inquietante, il titolo di Four Quarters rischia di essere colpevolmente sottovalutato.
Pro e Contro
✓ Sistema di gioco sfaccettato ✓ Forte senso di scoperta ✓ Assuefacente
x Difficoltà non sempre equilibrata x Eccessiva reiterazione in alcune fasi
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