Nell’Ottobre 2011 Level-5 fece un annuncio del tutto particolare: in primavera avrebbe pubblicato in Giappone una compilation per Nintendo 3DS, chiamata Guild01, contenete quattro giochi, sviluppati in collaborazione con quattro game designers giapponesi d’eccezione: Suda51 di Grasshopper Manufacture, Yasumi Matsuno (noto per Ogre Battle, Final Fantasy Tactics, Vagrant story e Final Fantasy XII), Yoot Saito (la mente dietro giochi eccentrici come Seaman e Odama) e Yoshiyuki Hirai, celebre comico giapponese. Dopo la pubblicazione giapponese di Guild01, avvenuta lo scorso Maggio, a lungo ci si è chiesto se ed in che modo Level-5 avrebbe riproposto la collection anche in occidente. Lo scorso 4 Ottobre, nel corso di un Nintendo Direct, l’arcano è stato finalmente svelato. Tre dei quattro giochi di Guild01 sarebbero stati resi disponibili con cadenza mensile come download digitali attraverso il Nintendo eShop di 3DS, a partire da Liberation Maiden, quello firmato da Grasshopper Manufacture.
VERSIONE TESTATA: 3DS
Liberation Maiden è ambientato in Giappone, 100 anni nel futuro. Una potenza estera nota come “Il Dominio” ha invaso il Sol Levante e sta utilizzando degli enormi macchinari noti come “Conduit Spikes” per estrarre l’energia spirituale della terra, distruggendo nel processo l’equilibrio e bellezze naturali del Giappone. In un atto di estrema difesa, il governo del Giappone decide di revocare l’attuale costituzione, che prevede la presenza di un primo ministro, e di nominare un presidente con pieni poteri decisionali, Yokuichiro Ozora. Sfortunatamente la vita di Yokuichiro viene prematuramente stroncata in un attentato, ed in sua vece viene nominata seconda presidente del Nuovo Giappone la figlia, Shoko Ozora. Compito del giocatore sarà appunto guidare Shoko ed il suo robottone alto 11 metri, il “Liberatore” alla riscossa contro i malefici invasori.
Il gioco si configura come uno sparatutto arcade in terza persona, con gameplay incentrato su attacchi aria-terra. A bordo del Liberatore ci ritroveremo a muoverci a nostro piacimento in aree di estensione non particolarmene elevata, effettuando attacchi contro varie installazioni avversarie. In ognuno dei quattro livelli che compongono il gioco, l’obiettivo sarà distruggere la Conduit Spike che assorbe l’energia spirituale della Terra. Per farlo dovremo prima distruggere tre Spike minori, che generano un capo di forza attorno a quella principale. A loro volta, questi macchinari dovranno prima essere individuati, compiendo missioni particolari come distruggere certi nemici o esplorare certe zone.
Il sistema di controllo è piuttosto simile a quello del recente Kid Icarus: Uprising, dovremo infatti impugnare il 3DS con la mano sinistra, muovendo il liberatore con il pad scorrevole, mentre gli attacchi saranno direzionati dal tocco dello stilo sul touchscreen. Avremo a nostra disposizione due tipi di attacco principale: uno a ricerca, in cui potremo agganciare il maggior numero di nemici per poi rilasciare il colpo staccando lo stilo dallo schermo, ed un laser direzionato direttamente dal tocco. Entrambi i tipi di colpo consumeranno energia, la stessa utilizzata per gli scudi del nostro robot, quindi dovremo costantemente valutare rischi e benefici delle nostre azioni: agganciare tutti i nemici in una schermata ci permetterà di ottenere un punteggio maggiore, ma resteremmo scoperti, concentrare il laser su un obbiettivo potrebbe distruggerlo più rapidamente, ma un missile potrebbe colpirci mentre siamo in azione, e così via. Alla difficoltà più bassa potremmo anche evitare di porci certi problemi, mentre per quella più elevata mantenere la mente lucida sarà importante tanto quanto avere buoni riflessi nello schivar colpi.
La struttura di base dei quattro livelli è la stessa, ma differenti saranno le missioni da svolgere per individuare le Conduit Spikes, così come ciascuna Spike maggiore, il boss del livello, sarà diversa dalle altre per aspetto e pattern di attacchi. La ripetitività di fondo viene così in parte mitigata da questi accorgimenti che, seppur non completamente, riescono a mantenere il gioco fresco anche dopo diversi playthrough. Non a caso si parla di molteplici playthrough, perchè Liberation Maiden rientra a pieno titolo in quella categoria di giochi da rigiocare e rigiocare per migliorare l’high score. La modalità campagna è infatti terminabile in meno di 2 ore (alle prime due difficoltà, per la terza sarà necessario qualche sforzo aggiuntivo) ma il gioco offre una modalità Score Attack ed una serie di “onorificenze” da sbloccare compiendo determinate imprese.
La resa grafica di Liberation Maiden è funzionale ma deludente: lo stile grafico dei mecha è decisamente accattivante, ma la bassa qualità delle texture ed il basso numero di poligoni a schermo fanno pensare più ad un gioco per Nintendo DS che ad uno per 3DS. Anche l’effetto 3D è realizzato in maniera approssimativa e, dopo aver constatato che non aggiunge nulla al gioco, si finisce in breve tempo a farne a meno.
Di tutto altro tono è invece il comparto sonoro: il sound team di Grasshopper, guidato dal solito Akira Yamaoka, si è sbizzarrito con un mix di tracce elettroniche, ambient e rock di grande qualità, che suonano quasi sacrificate attraverso gli altoparlanti di 3DS. A coronare questa colonna sonora di tutto rispetto ci sono due tracce cantante in giapponese, il cui testo è stato scritto da Suda51 in persona.
Piacevole sorpresa è il doppiaggio in lingua inglese, che era lecito non aspettarsi data la natura di nicchia del titolo. Tutti i dialoghi del gioco hanno invece ricevuto un doppiaggio di ottimo livello, che assieme alle sequenze animate realizzate dallo studio Bones contribuisce a dare una sensazione di cura e di buona presentazione insolita per un titolo digital delivery. Un vero peccato che il rovescio della medaglia debba essere l’assenza di una localizzazione in lingua italiana del testo a schermo: così come il doppiaggio, questo è disponibile solo in lingua inglese. Altra mancanza, seppur veniale, è quella della traccia audio originale giapponese, che in un titolo così “nippofilo” come Liberation Maiden non avrebbe certo stonato.
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