Nel 2002 Square Enix presentò al mondo una nuova saga, una sorta di esperimento, che univa in un solo gioco i personaggi più famosi di Final Fantasy e quelli altrettanto conosciuti dell’universo Disney.
Al centro di questo mix, troviamo Sora, giovane ragazzino desideroso di avventure, e il suo migliore amico Riku, altrettanto voglioso di lasciare la propria patria per scoprire nuovi luoghi.
Questo era l’incipit di Kingdom Hearts, quando ancora non si credeva che , tra capitoli principali e non, sarebbe arrivato addirittura al settimo capitolo, passando tra tutte le console e giungendo, a dieci anni di distanza da quell’esordio, su 3DS con Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance.
Il gioco arriva nelle nostre console senza la traduzione in italiano (per la prima volta su sette capitoli) ma ciò non minerà l’esperienza di gioco per i conoscitori dell’inglese.
Sogno, è qui che apparentemente si svolge il nuovo episodio di Kingdom Hearts, che riparte esattamente da dove ci aveva lasciato il finale segreto di Re: Coded (DS) e soprattutto si collega perfettamente a Kingdom Hearts II (PS2).
Mettiamo subito in chiaro che Dream Drop Distance è un capitolo principale della saga (come ripetuto dal creatore della serie Tetsuya Nomura, più e più volte negli ultimi anni) e, anche se a molti darà fastidio, aggiunge elementi di trama fondamentali che ci introducono a Kingdom Hearts III (compreso un messaggio durante i titoli di coda che ci conferma il collegamento); è quindi paragonabile per importanza a Chain of Memories (GBA), che faceva da ponte tra i due capitoli per PS2 introducendo l’Organizzazione XIII (nemico principale del secondo capitolo per console Sony).
Tornando alla trama di Dream Drop Distance, ci troviamo nel castello di Yen Sid (il mago de “L’Apprendista Stregone”), Sora e Riku si apprestano a cominciare l’esame per diventare Maestri del Keyblade, e per superarlo dovranno risvegliare sette serrature assopite di altrettanti mondi addormentati nell’oscurità.
La storia vede graditi ritorni, colpi di scena e soprattutto nuove rivelazioni fondamentali per gli amanti della serie ma, sebbene siano presenti i riassunti di tutti e sei i capitoli precedenti, Dream Drop Distance, a differenza di Birth By Sleep (PSP), non è un punto d’inizio adatto per i neofiti, che non potranno apprezzare le entrate in scena di alcuni personaggi e sicuramente non capiranno quanto siano importanti le risposte date da questo nuovo capitolo.
I nostri due eroi si troveranno apparentemente in due universi paralleli (scrivo “apparentemente” per non rovinare l’esperienza di gioco n.d.r.) e ognuno proseguirà il suo cammino nella trama principale, fino all’immancabile ricongiungimento nell’ultimo mondo.
Per cambiare da Riku a Sora, e viceversa, dovremo tenere d’occhio la barra del Drop, che con lo scorrere del tempo si prosciugherà facendo appisolare uno dei due ragazzi e constringendoci ad usare l’altro.
Un sistema criticabile, ma facilmente sormontabile grazie all’utilizzo di determinati oggetti come il Drop-me-Not e il Drop-me-Never che, qualora utilizzati, riempiranno la nostra barra e ci permetteranno di continuare a guadagnare Drop Points.
Questi punti potranno essere utilizzati per aumentare statistiche e fornire bonus nella sezione successiva: ad esempio con 10 Drop Points raccolti da Sora, Riku potrà avere un potenziamento in attacco; oppure potranno essere spesi in abilità (che potranno essere equipaggiate, ma ne parliamo meglio tra qualche riga), oggetti o convertiti in Munny da spendere nel negozio dei Moguri.
La seconda novità aggiunta al classico gameplay di Kingdom Hearts, è sicuramente il Flow Motion: toccando un muro, un nemico particolarmente grosso, un palo o altri elementi dello scenario, mentre si esegue una scivolata con il pulsante Y, Sora e Riku verranno circondati da un cerchio di luce e diventeranno più veloci, forti e inarrestabili, dando quel tocco di velocità in più al gameplay già fluido e ricco di azioni dell’universo di Nomura.
Come nei precedenti capitoli, anche in Dream Drop Distance potremo personalizzare le mosse dei nostri protagonisti, sia per le magie sia per le azioni comuni (salto, parata, glide) permettendo come sempre la personalizzazione del gameplay come meglio aggrada al giocatore.
Durante gli otto mondi di gioco, potremo sperimantare otto diversi modi di alterare la realtà infatti, infliggendo numerosi e continui danni al nemico, o agendo su determinati oggetti dello scenario, entreremo nella modalità Reality Shift (accessibile con i pulsanti X+A, o semplicemente tracciando una linea verso il basso sul touch screen quando disponibile) che ci permetterà appunto di interagire coi nemici nei modi più svariati, ad esempio nella Città di Mezzo li trasformeremo in proiettili per una fionda gigante da usare contro ostacoli o altri mostri, mentre nel mondo dedicato a Fantasia, avremo un minigioco musicale che ricorda Theatrhythm Final Fantasy l’ultimo gioco di casa Square per 3DS.
I Reality Shift sono a tutti gli effetti mosse speciali, che nella maggior parte dei casi eliminano i mostri affrontati, e concludono il più delle volte le battaglie contro i boss.
Inoltre nel gioco sono presenti i Portal Link, portali che avviano sfide a tempo o di resistenza, contro i Nightmare, o permettono l’ingresso temporaneo di nuovi Spirits nel team.
I Portal Link vanno da una difficoltà bassa e facilmente sormontabile a quelli Speciali di difficoltà più elevata, e dopo la fine del gioco se ne sbloccheranno 16 Segreti (8 per Riku e 8 per Sora) dove potremo risfidare i Boss, ma questa volta avranno il massimo della vita disponibile (come il boss segreto del gioco) e quindi anche i giocatori più esperti avrannno pane per i loro denti.
Anche noi potremo creare i nostri Portal Link, posizionandoli dove vorremo sulla mappa e mandando tre Spirits ad aiutare o a sfidare gli altri giocatori che incontreremo tramite Street Pass.
Abituati a Paperino e Pippo, o agli altri personaggi Disney e non, che ci hanno accompagnato negli scorsi capitoli, l’arrivo dei Dream Eater ha fatto storcere il naso ai più accaniti fan della serie.
In Dream Drop Distance saranno appunto questi Spirits a far parte della nostra squadra, tra i numerosi mostri presenti e creabili, ne potremo utilizzare tre alla volta per Sora e tre per Riku, completamente personalizzabili e in grado di aggiungere abilità alla nostra scheda che potrebbero ribaltare il corso delle battaglie.
Per sbloccare le abilità dovremo giocare coi nostri Spirits, in una modalità che ricorda molto Nintendogs: accarezzandoli e giocando con loro coi minigiochi in realtà aumentata, no nsolo miglioreremo le statistiche dei Dream Eater, ma permetteremo ai nostri eroi di ottenere le succitate abilità tramite la griglia specifica di ogni spirito.
Riempiendo la barra Link, gli Spirits ci permetteranno anche di eseguire attacchi speciali, con Sora daremo il via a diversi gameplay (ad esempio col Meow Wow, salteremo sopra i nemici), mentre con riku ci fonderemo con i Dream Eater per aumentare temporaneamente le statistiche (ad esempio un Keyblade grande quanto tutto lo schermo, o delle ali da pipistrello), inoltre potremo fonderci anche con due Dream Eater contemporaneamente, scatenando nel caso di Sora degli attacchi letali, mentre conriku un power up degno di questo nome; inoltre a differenza di Paperino e Pippo che il più delle volte erano un ostacolo nei capitoli per PS2, i Dream Eater sono leggermente più intelligenti e riescono a non stare in mezzo ai piedi durante le battaglie.
Con gli Spirits potremo partecipare alla Flick Rush, competizione a team di tre che ci permette di affrontare altri Dream Eater per vincere le coppe e sbloccare nuovi spiriti.
Tramite un sistema di carte simile a quello di Chain of Memories (GBA) potremo affrontare sia la CPU che altri giocatori in battaglie wireless, decretando così chi possiede il team migliore.
Dopo aver analizzato il gameplay, è finalmente giunto il tempo di parlare della parte tecnica di Dream Drop Distance, eccezionale sia in 2D che in 3D, anche se con delle piccole eccezioni.
Sul touch screen troviamo la mappa in 2D, che ci mostra da dove siamo entrati, le possibili altre vie e i portal link (che sono visibili solo qui), inoltre ci permette di posizionare i nostri Portal link, e di selezionare gli oggetti e tutte le funzioni del menù.
Lo schermo superiore è il vero palcoscenico: con il 3D attivo ci troviamo di fronte ad uno dei giochi più curati, e che mostrano tutti i muscoli di 3DS, con una grafica che compete e supera anche quella di Birth by sleep (PSP) soprattuto nei filmati in tempo reale.
Lo scenario vasto e dettagliato come quello dei primi due capitoli per PS2, sviluppato sia in orrizzontale che in verticale, spinge il giocatore a perdersi negli allenamenti e nell’esplorare i mondi a caccia dei numerosi scrigni nascosti, ritornando più volte nei mondi precedenti quando impara nuove abilità.
Purtroppo nelle battaglie più caotiche, il gioco subisce qualche calo di frame, e si è costretti a disabilitare il 3D sublime presente nelle modalità di esplorazione e nei filmati per non venire sconfitti dai numerosi Nightmare.
Dream Drop Distance supporta opzionalmente il Circle Pad Pro anche se il sottoscritto è riuscito tranquillamente a gestire la telecamera solo con i tasti dorsali.
Il comparto sonoro è eccellente come nei sei capitoli precedenti, aggiungendo nuove theme memorabili come quella dei Dream Eater, e arricchendo la colonna sonora dei remix del gioco Square Enix The World Ends With You e del classico Disney Fantasia.
Le 25-30 ore che servono per completare la storia di Dream Drop Distance sono relativamente poche per uno dei capitoli principali della saga, vengono però allungate dalla presenza del Boss Segreto, e dai portali di cui abbiamo parlato in precedenza, inoltre come ogni buon Kingdom Hearts, oltre alle 4 difficoltà di gioco (di cui le prime due sono a prova di noob), sono presenti tre finali segreti e circa 22 trofei, i completisti e gli amanti della saga avranno pane per i loro denti anche dopo la fine della trama principale, mentre aspettano con ansia il promesso dai titoli di coda Kingdom Hearts III.
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