E’ indubbio che il fattore chiave dietro al successo delle varie remastered/remake sia l’effetto nostalgia che certi giochi sono in grado di suscitare.
Pokemon ad esempio, non può che far scorrere la mia mente al primo Gameboy Color ricevuto in regalo con annessa cartuccia versione Blu, la scelta del primo starter (uno psicologo potrebbe ricondurre tutti i miei attuali problemi all’ aver preferito Bulbasaur), le serate in macchina sui sedili posteriori alla ricerca di una fonte di luce nell’Era pre retro-illuminazione degli schermi e gli intervalli trascorsi a scuola nel tentativo di
acchiapparli tutti ®.
Pensando a nascondino, probabilmente più di una persona riuscirà a ricordare qualche annedoto di vita vissuta tra un
“chi c’è c’è” e un
“tana libera tutti”.
Intruders: Hide and Seek, gioco pubblicato dal team spagnolo di Tessera Studios per Playstation 4, è un gioco stealth in prima persona affrontabile anche in modalità Vr, che poggia le basi del suo gameplay proprio su una riproposizione di tale gioco.
Il gioco vede protagonista Ben, un ragazzino in procinto di trascorrere un sereno week-end insieme alla propria famiglia nella loro casa fuori città, ma come insegnano i più classici
film thriller/horror di Hollywood (e chi ha visto il film
Panic Room noterà più di una somiglianza tra le due opere), trasferirsi in una villa in una zona isolata raramente porta a risvolti piacevoli per i protagonisti.
Difficile allora stupirsi quando durante la prima notte di soggiorno, 3 individui fanno irruzione nella loro abitazione imprigionando i genitori di Ben e lasciando quindi al ragazzo il compito di
salvare la propria famiglia.
La villa del gioco sarà l’area in cui trascorrerete la quasi totalità dell’ avventura. Praticamente una versione in miniatura (molto) di Villa Spencer.
La storia, narrata attraverso i discorsi dei personaggi, mail o ritagli di giornale, risulta sfortunatamente essere l’unico elemento che spinge il giocatore a proseguire nel gioco, in quanto
le meccaniche del gameplay si rivelano assai scarne, e con obiettivi riconducibili allo schema “Partire dalla
stanza A, evitare gli intrusi e raggiungere la
stanza B“.
Inoltre, non si potrà fare affidamento su armi, oggetti con cui distrarre i nemici o abilità particolari, e l’interattività con gli elementi esterni rimane limitata all’apertura/chiusura delle porte e al raccogliere chiavi e oggetti inerenti alle missioni.
L’unico modo per evitare il game over è quindi sfruttare le zone buie che abbondano all’ interno della villa è quindi
muoversi evitando di essere visti.
Nonostante la basilarità delle meccaniche di gioco, si può dire che gli sviluppatori abbiano inoltre parzialmente fallito nel tentativo di tradurre “a schermo” le loro idee relative alle
fasi stealth del gioco.
Infatti nonostante il team spagnolo si sia premurato di riempire la casa di
nascondigli dove rifugiarsi, come ad esempio armadi o ripostigli, a conti fatti la soluzione più efficace per avanzare nel gioco risulta essere semplicemente utilizzare corridoi e stanze non sorvegliate.
Difficile pensare che questa fosse l’intenzione degli sviluppatori.
Nel breve tutorial iniziale veniva ad esempio introdotta una meccanica che ci avrebbe consentito di rimanere nascosti senza che il nostro personaggio venisse colpito da un attacco di panico facendosi così scoprire: peccato però che per tutta la durata della nostra partita questa meccanica non si sia più presentata, a causa delle rare volte in cui ci siamo nascosti all’ interno di qualche nascondiglio, il che lascia pensare che gli sviluppatori avessero in mente un tipo di approccio diverso alle fasi stealth, più legato al nascondersi piuttosto che all’aggirare gli avversari.
Sfortunatamente, il tempo risparmiato evitando di approfondire il gameplay non è stato speso a favore del comparto tecnico del gioco.
Passando al reparto tecnico, nonostante il titolo sia stato provato su Playstation Pro, viene offerta una grafica appena sufficiente in modalità classica e insufficiente utilizzando il PlayStation VR, soprattutto a causa di problemi di un aliasing che tende a creare un effetto tremolante agli oggetti quando si effettuano brevi movimenti.
Trama, che come dicevamo a conti fatti risulta essere il vero ( e sfortunatamente unico)
punto di forza dell’intera avventura: nonostante nel tempo servito a completare la storia, 3 ore circa, abbiamo riscontrato un paio di bug che ci hanno costretto a riavviare il gioco, per tutta la durata del titolo si è incalzati dallo sviluppo delle vicende narrate nel gioco, che riesce a tenere incuriosito il giocatore fino ai titoli di coda grazie a una
trama semplice ma incalzante, che si rivela essere più cruda e inquietante di quello che appare inizialmente.
In definitiva, se tutti gli aspetti di
Intruders: Hide and Seek fossero risultati allo stesso livello raggiunto dalla narrazione, con un gameplay degno di questo nome e animazioni e grafica più curate, utili a consentirci di immergerci maggiormente nelle vicende narrate nel gioco, avremmo avuto tra le mani un buon titolo con un punteggio maggiore di almeno 2 punti rispetto a quello che troverete in fondo alla recensione.
Verdetto
5.5 / 10
Uno di quei rari casi dove il film sarebbe probabilmente meglio del videogioco
Commento
Pro e Contro
✓ Una buona storia...
x ... e poco più
#LiveTheRebellion