Recensione Halo 5: Guardians

L’abito non fa lo Spartan
le Spartan Abilities espandono lo spettro di possibilità del nostro personaggio
Altra novità, questa volta a livello di gameplay riguarda le introduzioni delle Spartan Abilities, mosse speciali che i nostri Spartan potranno utilizzare in battaglia (sia nella campagna che nelle modalità multigiocatore). Queste nuove azioni vanno ad espandere lo spettro di possibilità del nostro personaggio con scontri decisamente più veloci e dinamici. Siamo lontani da una rivoluzione stilistica come avvenuta in Call of Duty, dove l’inserimento del doppio salto e del parkur cambiano sostanzialmente la percezione del gioco e il suo approccio.
In Halo 5 gli Spartan saranno dotati di un Pacchetto Propulsori che, una volta azionato con B, permette di ottenere un piccolo boost in velocità e potrà essere usata come mossa evasiva per muoversi velocemente ed evitare colpi avversari, o combinarlo con il corpo a corpo per realizzare la Carica Spartan, un potente attacco caricato capace di infrangere gli scudi nemici, o ancora il Colpo in Picchiata, mossa aerea per schiacciare un nemico sottostante. La corsa diventa invece illimitata, consentendoci spostamenti rapidi e veloci da una zona all’altra, a discapito però della ricarica dei nostri scudi, che si attiverà solamente quando ci fermeremo. Queste semplici modifiche al gameplay classico (abbandonando il sistema di abilità introdotte in Halo 4) si sentono e si fanno apprezzare fin da subito rendendo il ritorno ai capitoli precedenti difficoltoso.

 

halo 5Troviamo poi l’aggiunta dell’iron sight sulle armi, elemento criticato fin dal momento del suo annuncio dai fan più incalliti. C’è da dire che la presenza della modalità di mira assistita chiamato Smart Link (assente nei precedenti giochi) non cambia sostanzialmente a livello di gunfire dal hip fire, incrementando di poco la precisione in fase di fuoco (ma riducendone di poco la frequenza), e che ci vedrà passare al sistema classico una volta che verremo colpiti. Questo favorirà sicuramente gli scontri sulla lunga distanza, diventando invece problematico in quelli ravvicinati, con la totale impossibilità di mirare con calma (e cura) l’avversario. Anche l’armamentario subisce un inevitabile bilanciamento, rendendo più equilibrate (ritoccandone la portata dei caricatori, precisione o il già citato rateo di fuoco) alcuni equipaggiamenti come il Battle Rifle o il DMR, giusto per citare i più usati. Non mancano all’appello anche nuove armi da scatenare contro l’esercito nemico, come il potente Lanciarazzi Hydra o la Plasma Caster, o ancora varianti aggiornate di armi storiche viste nei precedenti capitoli come la Pistola al Plasma o la SMG (la piccola ma letale mitragliatrice).

 

A livello strategico adesso è possibile rimanere sospesi in volo per qualche secondo utilizzando i propulsori e sfruttare tutti i vantaggi tattici della posizione sopraelevata per aprire il fuoco sui nemici, diventando però al tempo stesso bersagli totalmente indifesi. Il gioco poi pone proprio l’accento sul posizionamento in battaglia, aprendosi a più strade percorribili: da questo punto di vista la morfologia della mappa è stata creata proprio per incoraggiare il giocatore a sperimentare, magari posizionandosi su un’altura facendo copertura sui propri compagni di squadra che nel frattempo tentano l’avanzata e lo sfondamento delle difese nemiche, diversificando le partite affrontate nella campagna.

Frame rate o risoluzione?
Halo 5 è l’esempio perfetto di ottimizzazione software su Xbox One
Passando a parlare di aspetti tecnici Halo 5 è l’esempio perfetto di ottimizzazione software su Xbox One. Pur non essendo ad un primo impatto un benckmark grafico, uno di quei titoli spacca mascella da mostrare agli amici per vantarsi della propria console, il titolo 343i riesce a muovere su schermo una mole impressionante di elementi, il tutto alla granitica velocità di 60 fps. L’obiettivo del team di sviluppo era quello di offrire una delle esperienze più fluide possibili bloccando il frame rate su livelli che altri giochi si sognano. E il risultato è possibile ammirarlo in tutta la sua bellezza. Per fare ciò si è dovuto ricorrere a dei compromessi, come la risoluzione dinamica, che si adatta automaticamente a quello che avviene su schermo senza inficiare sulla qualità generale e ai più praticamente impercettibile. Il tutto è arricchito da un dettaglio veramente alto per il numero di elementi presenti sulla scena, che mantenendo lo stile della serie e la sua direzione artistica che da sempre lo caratterizza, riesce a creare situazioni di forte impatto scenico. Durante il corso dell’avventura, indicativamente verso la metà del gioco, si nota una netta impennata nella qualità generale delle ambientazioni, che grazie al sistema di illuminazione del nuovo engine, alla resa dei materiali e agli effetti post processing applicati all’immagine finale appaiono decisamente affascinanti e ricercati.

Qualche appunto sulla modalità online, in particolar modo Warzone, dove per mantenere certi standard (gli ormai osannati 60fps) la qualità globale ne risente, specialmente nella resa dell’immagine finale, meno risoluta soprattutto rispetto agli elementi più distanti a video. un prezzo purtroppo da pagare per riuscire a mantenere intatta l’esperienza di gruppo di questa modalità.

 

halo 5C’è qualche sbavatura, come alcune texture non proprio belle da vedere o elementi dello scenario realizzati in maniera grossolana (probabilmente per non incidere troppo sulle performance finali) e qualche altro elemento fuori posto, ma in generale, sempre nell’ottica della fluidità (che nel corso del gioco si concede ben poche incertezze) il lavoro svolto è più che encomiabile.

 

 

Anche il sonoro, come da tradizione, è di alto livello: messa da parte la collaborazione con Neil Davidge che si occupò della soundtrack di Halo 4, i lavori per il sequel sono passati in mano a Kazuma Jinnouchi, compositore interno di 343i sotto la supervisione di Sotaro Tojima, sound director del gioco, con risultati mirati a creare una colonna sonora che si adattasse perfettamente allo stile epico del gioco, ma attenti ad un ritorno alle sue radici con sonorità che si avvicinassero ai precedenti lavori e fossero vicine ai gusti dei fan. Quello che ne è uscito fuori è una selezioni di brani che calza a pennello come un vestito cucito su misura, regalando al giocatore momenti unici, come una delle battaglie finali sulle note del tema di Halo riarrangiato splendidamente per l’occasione.

Buono anche il doppiaggio, completamente in italiano e più attento a seguire le atmosfere e il taglio cinematografico delle sequenze video, seguendo la direzione intrapresa in Halo 4.

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