Recensione Guardians of the Galaxy Episode 2: Under Pressure

Pressure pushing down on me
Pressing down on you no man ask for

Così inizia la storica canzone dei Queen a cui il secondo episodio di Guardians of the Galaxy  sviluppato da Telltale prende in prestito il titolo. Disponibile da ormai quasi due mesi su PlayStation 4, Xbox One e PC, all’interno del Season Pass o acquistabile singolarmente, recuperiamolo sulla strada che ci porterà al prossimo capitolo degli eroi spaziali Marvel,  non dietro la cinepresa di James Gunn ma di fronte al controller e in completa balia delle nostre scelte.

Versione testata: PlayStation 4

Come ormai da tradizione quando si parla di titoli a rilascio episodico, in questa recensione si farà riferimento agli avvenimenti  del primo capitolo: Tangled up in Blue. Cercheremo di limitare invece gli spoiler più grossi sulla trama di Under Pressure.
 

Loro sono la mia famiglia
Avevamo lasciato uno Star Lord piacevolmente stupito dopo la resurrezione dal regno dei morti, ad opera dell’Eternity Forge, in fuga con gli altri Guardiani dalla terribile Hala, riescono con un atterraggio d’emergenza a raggiungere il mentore di Peter, Yondu. Qui i nostri scopriranno che l’artefatto ha delle iscrizioni misteriose e , apparentemente , l’unica persona  in grado di leggerle è la sorellastra di Gamora: Nebula. Gli eventi prenderanno quindi un bivio narrativo già preannunciato al termine dello scorso episodio, con Rocket determinato a correggere uno dei suoi più grandi errori, e Gamora così testarda da risultare intrattabile, e voi, nei panni di Star Lord, spetterà scegliere quale compagno ascoltare per primo.

Under Pressure posa i suoi riflettori sul passato di Rocket Racoon, più che concentrarsi nel portare avanti la trama principale, che sì, prosegue ma molto più lentamente, cercando di farvi empatizzare con il procione spaziale e riuscendoci completamente. Questo probabilmente perché ai testi c’è Nicole Martinez, una delle penne più capaci di far provare emozioni al soldo di Telltale. I dialoghi sono  per l’appunto il punto più forte di Under Pressure, capaci di  dare una propria identità ad ogni protagonista, pescando sì, dalle pellicole di Gunn ma  ponendoli comunque in un universo diverso da quello del Marvel Cinematic Universe. 

E poi si arriva alla scelta portante dell’episodio, che speriamo segni veramente Rocket per i capitoli successivi come ha lasciato spiazzati noi alla fine del dialogo in questione. Un’ottima escalation di sentimenti, dovuta agli eventi narrati nei quindici minuti precedenti che lascia poi spazio al proseguimento della trama principale, con un’altra battaglia e purtroppo una sola area da esplorare.

Il dilemma del personaggio
La buona scrittura dei dialoghi è però una lama a doppio taglio, come avevamo già evidenziato ad Aprile, di questa produzione Telltale. Se si conosce già Star Lord e i suoi compagni di squadra e si vuole rispettare la filosofia di ogni eroe, i dialoghi a scelta multipla non diventano più tali, e si viene  quasi condotti a forza verso determinate situazioni, sì ben scritte, ma decise da quanto vogliamo che i nostri Guardiani siano simili a quello che già conosciamo. A metterci leggermente i bastoni tra le ruote però, troviamo una delle tendenze Telltale:  farci schierare per forza dalla parte di qualcuno, causando dissapori in un altro membro del gruppo, e ripercussioni sulla storia. Questo accade anche in Under Pressure, portandoci a trascurare determinati rapporti in favore di momenti d’amicizia con altri Guardiani. Fortunatamente ci sono dialoghi e azioni opzionali che riescono a mettere una pezza alla ferita, andando a riappacificare gli animi e portando gli eventi in una determinata direzione.

Come abbiamo già accennato, in Under Pressure  c’è ben poco spazio per vagare, e siamo vincolati alla Milano e ad un posto collegato alla trama principale, in cui potremo adoperare i razzi di Star Lord per procedere con un’esplorazione verticale (oltre ai dialoghi via radio e al dispositivo temporale); il resto di questa seconda puntata si basa principalmente sui dialoghi e sugli immancabili Quick Time event.

Come ti vorrei
Anche in Under Pressure grande spazio alla colonna sonora, aspetto preso di peso dalle pellicole di Gunn, e riutilizzato molto bene dai ragazzi di Telltale. L’episodio non perde inoltre le sue voci di spessore come il mai troppo lodato Nolan North, vero protagonista dati i riflettori puntati su Rocket, sebbene il tutto resti solamente in inglese senza  alcun testo in italiano. Tecnicamente anche Under Pressure si comporta decisamente, a parte per qualche calo di frame durante una delle battaglie principali dell’episodio. La tavolozza di colori utilizzata per i modelli poligonali e per i pianeti è molto simile a quella vista nei film, così da non spiazzare chi si dovesse avvicinare alla serie solamente per quelli. 

Verdetto
8 / 10
"Where is Star Lord?" "That's what all the girls always ask"
Commento
È veramente incredibile come i ragazzi di Telltale passino da produzioni come Minecraft, incapaci di emozionare se non in pochi istanti, a episodi come Under Pressure, in grado di creare empatia con personaggi ben conosciuti. Un notevole secondo episodio che mantiene le aspettative create dal primo, pur non portando di molto avanti la trama principale, ma focalizzandosi sul personaggio di Rocket, a cui è legata la scelta morale davanti la quale verremo posti. Ottimo il comparto sonoro, dalla scelta delle canzoni ai doppiatori e i dialoghi tutti incalzanti e adatti ai personaggi. Unico dubbio il corridoio narrativo che si crea evitando le risposte multiple che un fan dei Guardiani non assocerebbe mai ai suoi beniamini. Ma se il risultato è Under Pressure siamo disposti a chiudere un'occhio.
Pro e Contro
Empatia con i personaggi riuscita
Ottimi dialoghi
Buona colonna sonora

x Trama principale leggermente accantonata
x Qualche calo di frame

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