Recensione Grow Up

Lo scorso anno, nel giro di un paio di settimane dall’annuncio, Ubisoft Reflection (costola del colosso francese) portò dapprima su PC e poi su PlayStation 4 una piccola avventura ad animazione procedurale, sviluppata completamente con Unity 3D Engine: Grow Home  stupì per la sue semplice immediatezza e per le mirabolanti arrampicate del protagonista, il robot botanico B.U.D.; annunciato durante lo scorso E3, Grow Up è stato reso disponibile lo scorso 16 Agosto, sempre su PlayStation 4, su PC e  questa volta anche su Xbox One ad un prezzo di 9,99 €. Siamo tornati a vestire i panni del robottino constatando sotto quanti aspetti questo sia cresciuto davvero: scopriamoli insieme.

Versione Testata: PlayStation 4

All Grown Up
Da un’isola ad un intero pianeta da esplorare
Grow Up si apre con BUD e MOM intenti a giocare l’ennesima partita a tris, mentre viaggiano nello spazio in cerca di nuove Star Plant da far germogliare. Sfortunatamente  la navicella madre si  imbatte in un campo d’asteroidi e per l’impatto si divide in 9 pezzi nel pianeta sottostante. Accompagnato dal fido POD che farà le veci della stessa MOM, il piccolo robot dovrà radunare ogni segmento perduto per poter proseguire il viaggio di rifioritura dell’universo. Fin da questo incipit, è già evidente quanto Grow Up tenti di  espandere ogni aspetto di Grow Home. Sebbene la trama non incida quasi per nulla sul progresso dell’avventura dato che, dopo aver raccolto il primo pezzo avrete completa libertà di esplorazione per gli altri otto, dare un motivo concreto (rispetto a quanto visto lo scorso anno) per giustificare i voli e le cadute di BUD segnando un’evoluzione della serie. Non solo, anche la location  si espande, portando il robottino ad esplorare un intero pianeta e non solo una piccola isola con limite ultimo i duemila metri d’altezza. Pianeta che presenta molteplici climi diversi e ben quattro Star Plant da far crescere, a differenza dell’unica pianticella vista in Grow Home.

Prezzo vantaggioso per il contenuto offerto
Prima di passare alle migliorie sotto il lato gameplay, bisogna porre ancora un po’ d’attenzione al fattore esplorazione, e all’effettiva longevità del titolo di Ubisoft Reflection. Grow Home era completabile in un pomeriggio, occupando invece  qualche ora in più per raccogliere ogni collezionabile presente sull’isola; Grow Up invece cerca di  dare al giocatore più spunti, che non siano solo il recuperare le nove parti di MOM ma anche delle sfide d’abilità a tempo per accedere a costumi esclusivi, o gli stessi cristalli di energia visti nel predecessore  che questa volta  portano il proprio numero a 150 (dai 100 di Grow Home) aumentando così nettamente la longevità della produzione che si offre al pubblico ad un prezzo vantaggioso di quasi dieci euro. Come lo scorso anno ogni qualvolta raggiungerete un determinato numero di cristalli o di missioni completate, otterrete una relativa ricompensa, se come abbiamo già scritto le skin di BUD sono relegate alle 40 sfide, ai cristalli è affidato il potenziamento del Jetpack, dell’aliante  ed infine la possibilità di volare liberamente una volta raccolto ogni frammento blu presente sul pianeta. Le abilità di BUD si espandono anche grazie a degli speciali contenitori che gli forniranno sette upgrade diversi, tra cui il radar per i cristalli (ricompensa uPlay in Grow Home) e la possibilità di diventare una sfera per muoversi più velocemente (in una sorta di parodia della morfosfera di Metroid).

Bud passione natura
I controlli di Grow Up restano per lo più gli stessi del suo predecessore: ai dorsali (R1 e L1) sono affidate le braccia di BUD, alternandone la pressione il robottino potrà arrampicarsi su qualsiasi superficie. Ad X il compito più importante il salto e conseguente  volo grazie al Jetpack. Cerchio non sarà più affidato all’autodistruzione ma permetterà al botanico di metallo di trasformarsi nella già citata sfera. Con triangolo  infine potremo evocare l’aliante o il paracadute, che vanno a tutti gli effetti a sostituire i fiori e le foglie del primo capitolo. La vera new entry è però Quadrato, che vi permetterà, una volta scannerizzata la specie vegetale, di creare dei semi e quindi degli esemplari della stessa. Tra le piante  coltivabili dal piccolo Bud tornano molte di quelle presenti in Grow Home (le carnivore e i trampolini) e se ne aggiungono altre come la catapulta, o le palme. Ogni Pianta è germogliabile ovunque in qualsiasi momento (dopo averla registrata) e allo stesso tempo è distruttibile afferrandola con una delle braccia di Bud e premendo erchio. Questa nuova abilità svincola il gameplay dal puro e semplice nutrimento degli Star Seed (ancora presenti come già evidenziato) offrendo al giocatore numerosi modi di raggiungere collezionabili e spazi di pianeta inesplorati.

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Esplorazione più snella e assuefacente
Grow Up offre anche una nuova mappa, completamente esplorabile in 3D a sostituzione dell’infografica che mostrava solamente la silhouette dell’isola in due dimensioni vista in Grow Home. Potrete cercare i pezzi di MOM e i potenziamenti per BUD e impostare un faro che vi indichi la strada, rendendo molto più comoda e meno snervante l’esplorazione. Inoltre anche il backtracking è stato nettamente migliorato grazie non solo alle piante in grado di scaraventare velocemente  BUD da un  posto all’altro ma anche all’ottimale posizione dei comodi teletrasporti che, una volta attivati, permetteranno viaggi rapidi in ogni punto cardine del pianeta. Ubisoft Reflection ha rimosso molti dei difetti di  Grow Home andando a migliorare in tutto (o quasi come vedremo tra poco) l’esperienza di gioco, rendendo l’esplorazione del pianeta assuefacente e quasi mai noiosa.

Mi si è bloccata la crescita
Artisticamente Grow Up mantiente lo stesso stile visivo di Grow Home, regalando al giocatore  paesaggi poligonali veramente riusciti ed impatto, pur essendo semplicissimi ed in Cell Shading. Ogni Star Plant riesce nel suo piccolo a caratterizzarsi e distinguersi dalle altre, diramandosi verso le fonti nutritive mentre Bud le cavalca avidamente. Anche il sonoro ripropone gli stessi suoni del primo capitolo, accompagnando il robottino con un paio di nuove tracce di sottofondo d’atmosfera. Dove purtroppo il titolo di Ubisoft Reflection pecca è il comparto tecnico: almeno su PlayStation 4 ogni qualvolta  raccoglierete un potenziamento od un cristallo, Grow Up si impalla per qualche secondo per salvare scatenando la paura di un freeze che viene presto scongiurata. Se per le prime ore questo continuo stop non da molto fastidio, diventa demoralizzante durante il clean up dei cristalli e potrebbe convincervi ad abbandonare l’impresa. Mantiene gli stessi problemi di Grow Home invece la telecamera, spesso troppo lenta a seguire il piccolo BUD o impacciata  nel continuo Zoom In- Zoom Out (R3). Come per il capitolo dell’anno scorso anche  Grow Up è solamente in inglese, ma i pochi dialoghi presenti permettono a chiunque di capirne i concetti e comandi.

Verdetto
8 / 10
È una pianta quella che hai nel taschino o sei solo felice di vedermi?
Commento
Grow Up è a tutti gli effetti la versione migliorata e (è il caso di dirlo) cresciuta di Grow Home. Ogni aspetto del titolo dello scorso anno è stato espanso e reso migliore a partire dalla fisica arrivando al gameplay vero e proprio, e passando attraverso il concetto di esplorazione. Sebbene resti il difetto della telecamera a volte imprecisa, Grow Up offre a poco meno di dieci euro una decina d'ore di avventura, tra piante fallaci e grotte nascoste. Un soffio d'aria fresca tra un titolo e l'altro capace di rilassare e divertire genuinamente.
Pro e Contro
Esplorazione migliorata
Artisticamente riuscito
Prezzo contenuto

x Freeze di qualche secondo ad ogni salvataggio
x Ancora qualche problema nella telecamera

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