Recensione Final Fantasy XV

Noctis facchino regale
Final Fantasy XV è strutturato, nella sua prima metà, come un open-world dalle vaste regioni esplorabili. Per far ciò, il giocatore avrà a disposizione la Regalia, i Chocobo o, più semplicemente, i propri piedi. L’intero mondo di gioco è costellato da un elevato numero di contenuti. In particolare troveremo NPC da cui accettare missioni secondarie, postazioni per pescare, stazioni di servizio in cui riposare e/o accettare incarichi di caccia. È inoltre presento un discreto numero di dungeon, piuttosto variegati e ben elaborati, capaci di migliorare notevolmente l’esperienza del giocatore.

 

Il mondo di gioco è stupefacente, ma un po’ troppo vuoto
Nelle prime ore sarà inevitabile restare esterrefatti da ciò che Eos è in grado di offrire. Purtroppo però questa sensazione svanirà in seguito al completamento dell’ennesima side-quest uguale alle altre. Infatti, quasi sempre ci verrà richiesto di andare a recuperare materiali/oggetti in giro per la mappa, senza un minimo di varietà e senza sottotrame a dare un senso alle nostre azioni. Pochissime situazioni fanno eccezioni, ma il loro esiguo numero rispetto alla maggioranza non riesce a sopperire alla monotonia che dopo poco tempo potrebbe facilmente attanagliare il giocatore. Persino le missioni di caccia mancano di originalità, risultando quasi uno “scimmiottamento” di quanto si vede invece con Final Fantasy XII. Basterà infatti raggiungere il luogo indicato e fare piazza pulita dei bersagli, eliminando così il brivido della ricerca del proprio obiettivo proprio in quel mondo dove esplorazione e ricerca dovrebbero esserne i punti di forza. Un destino analogo toccherà anche ai viaggi, poiché dopo l’iniziale sbalordimento provocato dall’esplorare, e il senso di scoperta che si prova a bordo della Regalia per le strade di Eos, gli eccessivi tempi morti trascorsi in auto senza far nulla di concreto finiranno con lo sfinire anche i giocatori più pazienti. La situazione si aggrava ulteriormente quando il gioco si sposta su “binari” nella seconda metà della storia, con un proseguimento forzato e guidato, che va ad eliminare bruscamente la libertà a cui oramai ci eravamo abituati, nonostante i difetti.

In Final Fantasy XV è presente il ciclo giorno-notte, con nette implicazioni sia sulla storia sia sulle meccaniche. Infatti, superato il tramonto, le strade brulicheranno di daemon, creature estremamente pericolose e difficili da affrontare, rendendo arduo il raggiungimento della propria meta. Diventa così utile, se non indispensabile agli inizi, il pernottamento presso alberghi, motel e accampamenti. In generale, l’andare a dormire consente di “maturare” i punti esperienza (Esp) raccolti, così da salire di livello migliorando le proprie statistiche e ottenendo punti abilità (PA), utilizzabili per apprendere abilità attive e passive, tramite un sistema di sblocco progressivo che ricorda alla lontana la Sferografia di Final Fantasy X. Quando ci si riposerà fuori città, Ignis ricoprirà un ruolo fondamentale, poiché, da bravo cuoco, cucinerà per il nostro party garantendo bonus temporanei a seconda della prelibatezza scelta tra quelle a disposizione.

Accontentare le masse non è sempre un bene
Nel complesso, Final Fantasy XV pecca di una superficialità generale
Oltre che nel puro e crudo gameplay, Final Fantasy XV pecca di superficialità anche nella realizzazione di quello che è il mondo di gioco esplorabile. Le sidequest tutte uguali, le missioni di caccia che non danno alcun senso di soddisfazione e i viaggi sempre più monotoni e sfiancanti sono tutti sintomi di un lavoro non troppo approfondito sui vari aspetti che caratterizzano il gioco. Se da una parte ciò è il risultato di uno sviluppo travagliato di cui è stato protagonista il quindicesimo capitolo della saga, dall’altra non si può fare a meno di chiedersi se forse non sarebbe stato meglio destinare ancora tempo per migliorarne i vari aspetti. Purtroppo, tutto ciò che sarebbe dovuto essere un punto di forza finisce con l’esserne anche il più grande difetto, quando sarebbe bastato poco, veramente poco, per dare vita ad un prodotto completamente differente. La colpa di questi errori non può essere data esclusivamente al trascorso storico di cui è vittima Final Fantasy XV, ma è da andare a ricercare anche nel pubblico cui puntava Square-Enix quando il progetto è passato nelle mani di Tabata. Infatti, nel tentare di avvicinare un nuovo bacino di utenza, uno più “moderno” per certi versi, hanno deciso di concentrare i propri sforzi nel realizzare un qualcosa in grado di appassionare anche i giocatori più casual, grazie a meccaniche dal forte impatto visivo, che rimarranno estremamente soddisfatti da ciò che vedranno. Per accontentare i fan di vecchia data, invece, l’intera produzione è piena di citazioni e richiami, arricchiti da quel simbolismo che ha reso famoso il brand.

 

Non tutto ciò che rappresenta la quindicesima fantasia finale è però da criticare. I già citati dungeon rappresentano probabilmente i momenti di gioco più coinvolgenti, sia per l’esplorazione sia per i combattimenti ivi presenti. I contenuti disponibili una volta completata la main quest sono in grado di arricchire ulteriormente un’esperienza già longeva di suo. Si potrà anche tornare ad esplorare Eos in piena libertà, dando quindi la possibilità di ultimare tutti quegli incarichi lasciati in sospeso.

Sembra di stare al cinema
Grafica e colonna sonora sono quanto di più bello il gioco possa offrire
 La grafica di gioco è probabilmente quanto di più bello Final Fantasy XV sia in grado di offrire. Le ambientazioni, gli animali selvatici, i modelli poligonali dei personaggi che cercano di richiamare un forte realismo, sono capaci di lasciare estasiati anche i giocatori più difficili da accontentare. Fa un po’ storcere il naso che alcune sezioni siano state riciclate più e più volte, come le stazioni di servizio, ma si riuscirà facilmente a passare oltre quando si vedranno nel pieno della loro bellezza luoghi come la città di Altissia. Lasciano il tempo che trovano anche le compenetrazioni dei poligoni che saltuariamente capitano, una conseguenza quasi d’obbligo per una realizzazione tecnica così mastodontica. Il framerate è generalmente stabile, nonostante la presenza di qualche sporadico calo di frame che in alcun modo mina, però, l’esperienza di gioco, contrariamente a quanto fa la telecamera fin troppo imbizzarrita. Animato dal Luminous Engine, Final Fantasy XV vanta così uno dei migliori comparti grafici che si possono vedere su PlayStation 4 e Xbox One, spingendole probabilmente al limite.

Final Fantasy XV ha dalla sua parte anche un’eccellente colonna sonora, che accompagnerà il giocatore con pezzi di indubbia bellezza come “Stand by Me”. A far la gioia dei vecchi fan ci sono poi anche le musiche provenienti dai vecchi capitoli della saga, ascoltabili tramite la radio portatile/dell’auto. Il gioco vanta anche un doppiaggio in lingua originale oltre che quello inglese. Il primo sarebbe da preferire al secondo, poiché meglio si adatta ai personaggi e alle situazioni, migliorandone anche l’immersività. Tuttavia, a causa dei sottotitoli troppo piccoli che spesso sono visualizzati anche su uno sfondo chiaro, diventa difficile leggerli, rendendo quasi d’obbligo la scelta di adottare il doppiaggio inglese. Square-Enix ha però intenzione di correggere anche questo aspetto con le future patch, quindi i futuri giocatori non dovrebbero più avere problemi del genere.

1 2
Verdetto
8 / 10
Quando rivaluti Final Fantasy XIII...
Commento
I dieci anni di attesa non hanno portato al capolavoro che molti speravano. Quello che abbiamo tra le mani è un prodotto né brutto, né tantomeno il top di un genere, un JRPG open-world abbastanza nella media se non di pochissimo al di sopra. È chiaramente un’occasione sprecata, poiché di elementi positivi ce ne sarebbero stati tanti se solo la “fretta” e il desiderio maniacale di rendere estremamente cinematografico il tutto non avessero preso il sopravvento. Perché sì, la spettacolarità di ogni movimento, di ogni azione, di ogni elemento del paesaggio e così discorrendo, deve fare i conti con un sistema fin troppo semplificato. Di per sé questo per molti non rappresenta un problema, riuscendo a godere e a divertirsi con quanto offre tutta l’esperienza di Final Fantasy XV. I presupposti per un sedicesimo capitolo che sia capace di sopperire alle mancanze del quindicesimo ci sono tutti, ma c’è da sperare che non si commettano gli stessi errori seguendo il ragionamento del “tanto le vendite arrivano comunque”, come dimostrano i 5 milioni di copie vendute in tutto il mondo nella settimana di lancio.
Pro e Contro
Mastodontico nei contenuti
Alta longevità
Esperimenti interessanti
Visivamente stupendo
Colonna sonora

x Eccessiva ripetitività
x Troppi tempi morti
x Trama banale e raccontata male
x Troppo semplificativo
x Telecamera

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