Probabilmente molti di voi resteranno sorpresi di non trovare in apertura la mia tipica introduzione narrativa, ma per questo videogioco ho deciso di “protestare” verso la mancanza di un’adeguata introduzione al gioco. Considerando la strategia di Atlus dei recenti remake, o come mi piace chiamarle “rigenerazioni”, dei precedenti capitoli in una chiave fortemente più narrativa e con aggiunta di novità introdotte nei seguenti episodi, trovo inappropriata la totale mancanza di una componente narrativa in questo titolo. Fortunatamente il mondo di Etrian è un mondo di possibilità infinite, anche se alcune di queste a volte prendono una strana “prospettiva”.
Ecco a voi la recensione di Etrian Mystery Dungeon in esclusiva per Nintendo 3DS.
Stessa ambientazione, diverse regole
Dopo 4 giochi considerati il filone principale della serie, e due remake (
di cui uno in uscita all’inizio del prossimo anno), in Atlus hanno tentato di intraprendere una nuova strada con questo spin-off che tenta di unire il sistema di classi alla Dungeon Crawler in prima persona di
Etrian Odyssey, con gli elementi tipici di un’esplorazione in terza persona alla “
Mystery Dungeon” (
che conta svariati spin-off tra cui alcuni dedicati a Pokémon).
Come ogni capitolo della serie, il personaggio principale della storia è appena arrivato in una nuova città dove sono comparse delle opportunità di lavoro per un’aspirante avventuriero, e come è ormai consuetudine, ci viene proposto di affrontare un dungeon in modo da dimostrarci degni di possedere una gilda in cui reclutare ed addestrare dei compagni di viaggio. Questa prima parte introduttiva in cui si controlla un unico personaggio ricorda molto i primi videogame di questo tipo dei primi anni ’90, primo tra tutti il famoso “
Fatal Labyrinth”, spesso ricordato come uno dei videogame più cinici e materialisti dell’epoca. Difatti anche qui sono state introdotte la generazione casuale dei dungeon, che allontana enormemente dalla rinomata “mappatura” manuale dei dungeon che viene solitamente attribuita a Etrian Odyssey, nonché ovviamente dalla disposizione casuale degli oggetti tra cui monete, pozioni, pergamane ed ovviamente casse, che per rendere il gioco ancora più complicato, possiedono un timer che le fa scomparire nel caso non vengano aperte entro un certo numero di turni dall’ingresso nella stanza.
Altra novità risiede nell’introduzione, oltre ai punti salute e dei i punti energia delle abilità, della barra della fame, che si consuma ad ogni nostro movimento e che può essere minimamente riempita camminando su speciali caselle disposte in ogni mappa (
o ricorrendo al cibo acquistabile al campo base), ed all’esaurimento della quale non solo perderemo la comoda rigenerazione naturale della salute, ma ogni passo ci costerà dei punti vita.
Cose da fare in città
Una volta terminato il primo dungeon in solitaria, si passerà alla creazione della propria gilda. Tornati in città la nostra priorità sarà la composizione del gruppo alla sede della gilda stessa.
Spadaccino, Protettore, Mago, Ninja e persino “Sovrano” sono solo alcune delle classi che fanno ritorno in questo capitolo, e pur possedendo una struttura delle abilità che potrebbe sembrare a colpo d’occhio semplicizzata, si rivela all’altezza di supportare i personaggi in questa loro avventura. Una volta pronta la squadra si potrà andare al negozio, dove si potrà utilizzare qualche moneta iniziale per dare dell’equipaggiamento migliore al proprio gruppo, ovviamente non è molto fornito, ma riportando i materiali dei mostri eliminati dalle nostre esplorazioni sarà possibile sbloccare equipaggiamenti sempre migliori per i nostri personaggi.
La tappa successiva è la locanda, che oltre a fornire un servizio di cucina in grado di fornire bonus differenti a ciascun membro della squadra, espone una bacheca in cui è possibile ottenere delle missioni secondarie. Obbligatoria ovviamente la presentazione della gilda al rappresentante della paese, che oltre a farci i suoi auguri per il futuro, ha giusto pronta per l’occasione una missione che prende il ruolo di quest principale, e ci suggerisce di andare alla locanda per riposare prima di entrare nel prossimo dungeon, un consiglio da seguire subito, andando così a scoprire la base delle nostre operazioni, dove potremmo depositare oggetti, soldi ed equipaggiamento, per evitare di perderlo in caso di sconfitta, e dove potremmo salvare la partita.
Cambio stile per i casual?
La diversa struttura di gioco ed alcune semplificazioni potrebbero far pensare a questo titolo, ed intendo proprio alla parte “Mistery Dungeon”, come ad un tentativo di avvicinare a questa serie persone che rimanevano poco convinte dalla sua difficoltà ed complessità, ed effettivamente la sensazione iniziale sembrerebbe confermare questa idea, dato che un team abbastanza bilanciato è in grado, senza migliorare equipaggiamento, né particolare farming, di terminare il primo dungeon, boss compreso, senza particolari difficoltà, ma già dal dungeon successivo, lo spirito hardcore del gioco si manifesta con tutta la sua cattiveria, e ogni mossa maldestra da parte del nostro team può condurre alla morte dei suoi membri con meno difese con un singolo colpo di un nemico. Difatti noi controlleremo sempre e solo il “capogruppo” della spedizione, mentre gli altri membri vengono mossi e gestiti dalla IA del gioco, che sfortunatamente si rivela spesso carente, difatti più di una volta i membri a distanza del gruppo non riusciranno a disporsi correttamente per attaccare se non dopo svariati turni dall’inizio dello scontro stesso.
In questo caso una più ricercata gestione dell’IA, contornata magari della possibilità di dare delle istruzioni ai propri compagni, sarebbe stata in grado di fornire un’esperienza più appagante, dato che al momento l’unica scelta che si possiede è quella di bloccare totalmente l’uso di alcune abilità. Fortunatamente una barra che si riempie lentamente durante i combattimenti è in grado di attivare una serie di comandi speciali al gruppo, come ad esempio quello di muovere ogni singolo membro manualmente.
Infine, degno di nota menzionale la mancanza del permadeath: Nel caso l’intera squadra sia stata spazzata via in un dungeon si hanno due alternative: ritornare alla base senza più alcun oggetto, un equipaggiamento a caso per membro del team e metà del denaro, oppure andare con un’altra squadra a salvare i propri compagni, riducendo le perdite ma richiedendo quindi la creazione ed il mantenimento di una squadra di pari livello. A questo proposito arriva in aiuto l’ultima introduzione di rilievo di questo spinoff: i forti. In ciascun dungeon è infatti possibile far costruire un avamposto in grado principalmente di “bloccare” la struttura del dungeon, rendendolo statico, ma di funzionare come teletrasporto e come base avanzata in cui gli eroi stazionati potranno allenarsi automaticamente per guadagnare lentamente dei livelli in tutta sicurezza.
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Com’è vedersi da fuori ?
Data la nuova visuale dall’alto, necessaria per la corretta organizzazione del party, per la prima volta è possibile vedere i personaggi in movimento, invece di limitarsi ad assistere agli effetti dei propri colpi con una visuale in prima persona.
Per la realizzazione di questo effetto si è scelto uno stile “pupazzoso” (
o super deformed per intenderci) per personaggi, che pur rendendo bene la direzione in cui si è rivolti, potrebbe far storcere il naso vista la scarsa somiglianza con i ritratti dei personaggi scelti durante la loro creazione. Tuttavia è un difetto sorvolabile, considerando che quantomeno qualsiasi arma o scudo equipaggiata sul personaggio ha ora una sua rappresentazione visiva. Per quanto riguarda il 3DS, il lavoro svolto è adeguato allo standard della serie, e lo stesso per le musiche, che sono in grado di accompagnare l’esplorazione dei dungeon senza mai annoiare o risultare ripetitive. Come la serie principale, il gioco è interamente in lingua inglese.
Verdetto
7.5 / 10
Più casual di un Odyssey, più hardcore di un Mistery
Commento
Pro e Contro
✓ L'ambientazione è Etrian
✓ Diverse aggiunte alla serie
x Mappe dispersive
x IA alleata carente
x Albero della abilità ridotto
x Introduzione e narrativa carente
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