Recensione Dream

Spesso i sogni sono in grado di darci le risposte necessarie ad affrontare la realtà, altre volte sono un modo per evaderne, per tenerci al sicuro dai nostri timori o per rievocare le nostre paure più profonde. L’intento di Dream, ultimo lavoro dei ragazzi dello studio indie britannico Hyper Sloth, è proprio questo, farci vivere un’avventura attraverso il mondo dell’onirico e dell’inconscio. Siete pronti a immergervi nel regno di Morfeo?

 

Io non uso droghe, i miei sogni sono già abbastanza terrificanti.
 

Dream ci metterà nei panni di Howard Phillips, uno studente universitario che, a causa della perdita dello zio, a cui era profondamente legato, vive la sua vita in balia degli eventi e sopraffatto dall’apatia. Il suo rifugio però è in un mondo fuori dal mondo, quello dei sogni coscienti. Un luogo in cui l’inconscio diventa allo stesso tempo conscio e in cui gli stati d’animo affiorano in maniera vivida e palpabile. Tutto però si spezza quando questa vera e propria prigione dorata verrà minacciata dalla presenza di misteriosi incubi che faranno in qualche modo scuotere Howard dal suo torpore. Non è dato sapere se in senso positivo o negativo però, questo sarà compito del giocatore scoprirlo.

 

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Come poco più avanti vedremo per il gameplay, la trama del gioco non verrà narrata da una voce fuori campo, da un qualsiasi testo o da alcun tipo di cut scene, ma sarà il mondo attorno a noi a mutare ad ogni cambiamento dello stato d’animo del protagonista, seguendo uno schema composto da fasi di veglia all’interno della propria casa a fasi oniriche all’interno del mondo del sogno che saranno suddivise, a loro volta in varie parti: l’hub del sogno, usa stanza piena di misteriosi cubi e caratterizzata da tonalità asettiche, i sogni principali (sono tre, sono i più vasti e sono considerabili come i capitoli del gioco), i sogni paralleli, che sono l’equivalente delle sub quest e saranno affrontabili o meno a discrezione del giocatore (andando a variare il finale) e gli incubi che concluderanno il capitolo faranno muovere la storia, mettendo il protagonista faccia a faccia con tutti i suoi tormenti.

 

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Ogni sogno è caratterizzato per esprimere al meglio una diversa sfaccettatura dei sentimenti dei pensieri di Howard, si passerà quindi da un deserto pieno di oggetti dell’adolescenza e dell’infanzia, a luoghi chiusi, asettici, labirintici e dai colori sgargianti, ad altri che sembrano usciti da un quadro di Escher, fino ad ambienti molto più familiari ma anche più inquietanti.

 

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Il mio lavoro è un gioco, un gioco molto serio.
 

Per quanto riguarda il gameplay, l’esplorazione la farà da padrone, almeno quanto le sessioni di puzzle solving. La ricerca di oggetti, lo studio di essi e la risoluzioni di enigmi più o meno semplici, sarà tutto ciò che dovremo fare. Il titolo sicuramente non ci renderà le cose facili. Non ci verrà offerto nessun aiuto diretto nel corso di tutta l’avventura, dovremmo quindi cercare indizi più o meno espliciti all’interno del mondo di gioco per scoprire come poter risolvere un problema. Questi indizi potranno saltare subito all’occhio oppure potrebbero essere ben celati in un codice nascosto da qualche parte o in un’angolo della mappa apparentemente poco importante.

 

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Questa volontà di non concedere aiuti al giocatore è paradossalmente potrebbe allo stesso tempo essere  un fattore positivo che negativo. Se infatti permette di identificarci al meglio con il protagonista e con la sua ossessiva ricerca per dare un senso alla sua vita, dall’altra potrebbe però spezzare troppo il ritmo e l’atmosfera onirica in cui siamo immersi per via della frustrazione che alcuni degli enigmi più complessi potrebbero causare. Nulla di trascendentale in ogni caso.

 

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Da sottolineare anche la differenza nelle movenze del protagonista a seconda che si trovi nel mondo reale o in quello dell’inconscio. A differenza del primo, nel secondo caso avremo la possibilità di muoverci ad una velocità nettamente maggiore, fattore che permette sia di esplorare i maniera più comoda i vari ambienti di gioco sia a sottolinearne questa natura al di fuori del reale, in cui il personaggio può sentirsi libero dalle costrizioni delle sofferenze che lo hanno portato a rinchiudersi nella più profonda apatia.

 

Adoriamo il caos perché amiamo produrre l’ordine.
 

Il profilo tecnico, Dream gode di alti e, purtroppo, di alcuni bassi. Se da una parte abbiamo degli ambienti di gioco ben realizzati, siano essi gli interni della casa o gli “esterni” dei sogni, dall’altra va sottolineata la scarsa cura del modello del protagonista e della sua ombra. Teoricamente questo potrebbe sembrare un falso problema, vista la natura di avventura in prima persona del titolo. Purtroppo però avremo spesso a che fare con superfici riflettenti, in particolare specchi, per risolvere alcuni enigmi o, semplicemente per scoprire nuovi indizi, e questi ultimi riveleranno una modellazione molto raffazzonata ed elementare per quello che è, in sostanza, il personaggio che vedremo di più a schermo nel corso della vicenda. Si è parlato però anche di ombre, e queste ultime purtroppo mostrano il fianco alle critiche, specie durante le immersioni negli specchi d’acqua. Se infatti nelle fasi “standard”, in cui, semplicemente, cammineremo, non si nota nulla di particolarmente grave, appena saremo chiamati a tuffarci. L’ombra in questo caso diventerà statica e rispecchierà il modello base del personaggio, con le braccia aperte e le gambe divaricate senza avere una singola animazione dedicata.

 

 

Un plauso invece per il comparto sonoro, ed in particolare, per le musiche sempre azzeccatissime che ci faranno realmente sentire all’interno di un sogno ad occhi aperti. Stessa cosa vale anche per le fase degli incubi, in cui, alle musiche oniriche, andranno a sostituirsi i silenzi, intervallati da suoni inquietanti che terranno alta la tensione e da pezzi musicali disarmonici che faranno da subito comprendere il cambiamento d’atmosfera. D’obbligo quindi l’uso delle cuffie per poter apprezzare al meglio quello che è forse uno dei punti più alti della produzione Hyper Sloth.

 

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Verdetto
7.5 / 10
Solo coloro che tentano l'assurdo raggiungeranno l'impossibile.
Commento
Dream, come fa capire il titolo, ci getta in un mondo ai confini della realtà, tra sogno e coscienza, in cui saremo chiamati ad affrontare i nostri stati d'animo e le nostre paure. Alcune sbavature tecniche vanno ad intaccare solo in parte quella che è un'ottima avventura esperienziale in prima persona, accompagnata da da un comparto audio di prim'ordine.
Pro e Contro
Storia affascinante
Ambienti di gioco evocativi
Comparto sonoro di prim'ordine

x Modello del protagonista pessimo
x Ombre inanimate nelle fasi sott'acqua

#LiveTheRebellion