Hai due minuti liberi?
Rispetto alla versione del 2000, in Dragon Quest VII
sono stati completamente eliminati i combattimenti casuali in favore di nemici ben visibili sulla mappa, come già avvenuto nel nono capitolo,
Le sentinelle del Cielo. Nonostante questo cambiamento significativo, che consente al giocatore di evitare determinati combattimenti, la frequenza degli scontri non sembra risentirne, anzi, molte volte capiterà di finire proprio tra le braccia di alcuni nemici apparsi dal nulla ai nostri piedi. Altro cambiamento avvenuto sull’onda del rinnovamento lo troviamo proprio negli scontri che allineandosi alle ultime iterazioni della saga ottengono una nuova prospettiva in terza persona, che
permette di vedere i membri del party attaccare i nemici durante il proprio turno eseguendo le animazioni di battaglia delle rispettive mosse, guadagnandone in teatralità e coinvolgimento rispetto alla “vecchia” visuale in soggettiva.
Dragon Quest VII è in titolo estremamente profondo e ricco di occupazioni, e sarà raro ritrovarsi senza nulla da fare. Una delle attività principali sarà quella di visitare i numerosi villaggi e le città che popolano il mondo di gioco, nelle quali troveremo l’indispensabile per supportare il nostro viaggio, come le locande dove pernottare e recuperare energia, o le chiese, meta fissa delle nostre avventure nelle quali salvare i progressi fatti o riportare in vita i compagni caduti, e i negozi, che prosciugheranno le nostre finanze ma ci permetteranno di armarci di tutto punto per fronteggiare anche il più ostico dei nemici.
Non sarebbe un capitolo di Dragon Quest senza alcuni dei suoi elementi ricorrenti ed è qua che ritroviamo il
Casinò, dove sperperare i nostri sudati guadagni alle slot machine o ai tavoli da poker, o la raccolta delle
Minimedaglie, oggetti recuperabili nel corso dell’avventura che potranno essere date da
Re Maximo, un bizzarro collezionista che ci offrirà in cambio interessanti premi.
Ritorna anche il
Parco Mostri, una delle quest secondarie di questo settimo capitolo, qua a servizio di una delle novità più grosse di questo remake di cui parleremo tra poco. Una volta sbloccato il Parco Mostri
potremo stringere amicizia con alcuni nemici e trasferirli nella loro nuova casa. Qua potremo sfruttare le loro abilità per creare un gruppo e mandarli alla ricerca delle
Tavolette del Viaggiatore.
In maniera del tutto analoga a quelle presenti nel gioco principale, queste tavolette
permettono di aprire la strada a nuovi dungeon, nei quali saranno presenti nemici più difficili da affrontare e, al tempo stesso, ricompense più rare. L’introduzione delle Tavolette del Viaggiatore
espande notevolmente l’esperienza di gioco rendendola pressoché infinita. Infatti oltre a quelle che potremo raccogliere tramite il Parco Mostri, saremo in grado di ottenerne anche di nuove portando a compimento una seconda quest secondaria che si protrarrà per tutta la durata del gioco e che vi vedrà protagonisti del salvataggio di alcuni mostri che desiderano vivere come umani. Questi esseri “speciali” potranno essere inviati al
Rifugio, una delle prime isole che incontreremo nell’avventura, e ognuno degli abitanti salvati ci premierà con una nuova tavoletta e nuovi indizi su dove trovare altri mostri bisognosi d’aiuto. Ma non è tutto qua. Sfruttando sia lo
StreetPass che la connettività di Nintendo 3DS, queste potranno essere condivise con altri giocatori, così da espandere la nostra collezione ed ottenere nuovi dungeon da visitare.
Dragon Quest VII non sarebbe uno dei JRPG più corposi di sempre se, una volta completata l’avventura principale non offrisse anche qualche contenuto extra nel post game, e oltre a spendere maggior parte del tempo alla ricerca di nuove tavolette, potremo affrontare anche una serie di nuovi dungeon opzionali, nei quali testare le nostre abilità.
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Extreme makeover Dragon Quest Edition
L’intero gioco è stato ridisegnato completamente, utilizzando un nuovo motore 3D che sfruttasse a dovere le possibilità offerte da Nintendo 3DS. A beneficiarne, oltre alle ambientazioni ora più ricche di dettagli, sono
i personaggi che abbandonano lo stile bidimensionale e pixelloso dell’originale, per affidarsi a modelli tridimensionali più moderni e anch’essi dettagliati ed espressivi, mantenendo al tempo stesso inalterato il feeling del vecchio capitolo, e soprattutto dando valore al character design del maestro
Akira Toriyama, uno dei punti saldi della serie. L’effetto 3D stereoscopico aggiunge poi maggior spessore al comparto grafico, con la possibilità tramite il menù delle opzioni di variare la profondità dell’effetto stesso secondo il proprio piacere personale. Giocando poi si nota come molti degli
elementi a video siano stati realizzati proprio per rendere al meglio con il 3D attivo, sia nel caso di cut-scene che di nemici. Resta invariata la visuale di gioco, sempre dall’alto con la possibilità di variare l’angolo della telecamera ruotandola a piacere tramite i tasti dorsali della console, permettendo di avere una visione a tutto tondo della mappa.
Una nota che stona in questo remake è
l’abuso di alcune skin per i personaggi secondari, ai tempi giustificabile per i limiti tecnici, ma che oggi appare un riciclo fastidioso, che sarebbe stato facilmente
aggirabile semplicemente modificando alcuni colori o diversificandone dettgli come capelli o vestiti. La cosa si nota particolarmente quando saranno proprio alcuni dei personaggi che interagiranno attivamente nella storia ad essere ripetuti, creando specie nelle prime ore grossa confusione. Anche la mappa di gioco subisce un lifting corposo, guadagnando anch’esso la terza dimensione e maggior “carattere” rispetto al passato.
Proprio nell’overworld è dove si nota maggiormente qualche problematica legata al frame rate, tendenzialmente solido per tutta la durata dell’avventura, ma che si concede qualche momento di libertà durante le fasi di spostamento da una location all’altra o nelle battaglie, con vistosi rallentamenti nelle animazioni dei nemici. Fortunatamente si tratta di problemi di poco conto e limitati che non intaccano in alcun modo il lavoro fatto sul piano estetico.
Punto di forza di ogni capitolo della serie di Dragon Quest è la sua sontuosa colonna sonora. Qua, oltre a deliziarci con le splendide melodie del tema principale, ritroviamo molti dei brani del capitolo originale, molti dei quali riarrangiati per l’occasione. C’è da dire che nonostante la qualità proposta sia sempre di ottimo livello, c’è una tendenza alla ripetitività delle musiche, cosa che gioca a svantaggio di Dragon Quest VII. Assente invece qualsiasi forma di doppiaggio, del quale fortunatamente non si sente la mancanza, e il tutto è adattato in un buon italiano, sebbene siano presenti nel corso del gioco alcuni errori di traduzione.
Verdetto
8.5 / 10
Non c'era così tanto interesse a tornare su un'isola dai tempi di Lost
Commento
Pro e Contro
✓ Gameplay classico
✓ Remake riuscito
✓ Estremamente longevo
✓ Storia piacevole e divertente
x Riciclo skin dei personaggi
x Ritmo lento
x Musiche ripetitive
x La lunghezza potrebbe spaventare
#LiveTheRebellion