Al giorno d’oggi di veri giochi survival ne esistono davvero troppo pochi. Don’t Starve, titolo arrivato lo scorso anno su Pc e ora anche su Ps4, tenta di riportare in auge questo genere e tenta di farlo con grande umorismo e con una grafica che ricorda le prime opere di Tim Burton. Ci sarà riuscito? Ricordiamo che la versione testata è quella per Ps4 e che il titolo è disponibile solamente in formato digitale al prezzo di circa 14 euro, mentre per gli utenti Playstation Plus Don’t Starve è scaricabile gratuitamente durante il mese di Gennaio.
La trama di Don’t Starve è quasi del tutto inesistente e si limita a vedere lo Scienziato Gentiluomo (che risponde al nome di Wilson) catapultato da un misterioso personaggio all’interno di un mondo ricco di pericoli e di creature misteriose. Il nostro eroe dovrà fare di tutto per sopravvivere, dal cacciare al difendersi dall’assalto di mostruose creature. Ad ogni modo lo Scienziato Gentiluomo è solamente il primo tra i personaggi disponibili e non tarderete a sbloccarne altri (per un totale di nove) ben più utili e dotati di particolari abilità. Di certo questo gioco non verrà ricordato per avere una trama esaltante, ma l’atmosfera di questo titolo è qualcosa di unico che riesce a calamitare il giocatore all’interno della vicenda e, in pochissimo tempo, vi troverete ad immedesimarvi nel protagonista e a fare di tutto affinché possa uscire da questa strana avventura sano e salvo.
Sicuramente la caratteristica principale di Don’t Starve è il suo gameplay. Gameplay che risulta tanto semplice nelle meccaniche quanto complesso una volta approfondito. Come anticipato in precedenza, ci troveremo ad interpretare un personaggio che, come obiettivo, ha solamente quello di sopravvivere. Ecco che quindi, inizialmente, dovremo raccogliere erba, legnetti e pietre, per poi scoprire che unendo i legnetti con le pietre è possibile realizzare un ascia. Ascia con la quale potremo abbattere gli alberi che, una volta abbattuti, ci daranno la legna da mescolare con l’erba per costruire un falò e sopravvivere alla fredda notte. Il gioco procede con questo semplice metodo fino a raggiungere vette di complessità non indifferenti. Difficoltà che aumenterà con il passare dei giorni e con il sopraggiungere del freddo inverno. Don’t Starve riesce a mantenere un livello di sfida sempre alto anche grazie al fatto che, una volta morti, si sarà costretti a ricominciare dal primo giorno. I mondi sono generati casualmente di volta in volta, rendendo ogni partita nuova e mai uguale alla precedente.
Fino ad ora abbiamo parlato della modalità Suvivor, ma in Don’t Starve è presente anche una modalità Avventura che sarà sbloccabile dopo aver esplorato a fondo la mappa di gioco e dopo aver trovato un determinato portale. Una volta sbloccata questa modalità si potrà scegliere di entrare nel portale e affrontare cinque mondi di difficoltà crescente caratterizzati da particolari modificatori (quali, ad esempio, un inverno permanente). All’interno di questi mondi dovremo trovare alcuni oggetti particolari che ci permetteranno di aprire un nuovo portale e catapultarci, quindi, nel “livello” successivo. Nonostante possa apparire semplice, questa modalità ha un livello di sfida davvero alto e sarà molto difficile portarla a termine, anche dopo molte ore di gioco. Grazie a questa modalità “Campagna”, in aggiunta alla modalità Survivor, Don’t Starve non viene a noia per lungo tempo (anche se è possibile notare una certa ripetitività di fondo) e sono certo riuscirà a catturare sia gli amanti del genere che coloro che decidono per la prima volta di avvicinarsi a qualcosa di diverso all’interno del panorama videoludico. Sottolineamo, infine, che la conversione da Pc a Ps4 è stata svolta con grande maestria e usare il Dualshock 4 non farà rimpiangere l’uso del mouse neanche per un secondo. Se proprio bisogna trovare un difetto in questa versione rispetto alla controparte originale è l’ovvia assenza delle mod, tra le quali spiccavano una traduzione in italiano e la possibilità di giocare il titolo in coop.
A livello grafico il titolo non può non ricordare le prime opere di Tim Burton (“Morte Malinconica del Bambino Ostrica” in primis), ma riesce allo tesso tempo ad avere una sua caratterizzazione che sin da subito entra nel cuore del giocatore e contribuisce a creare quell’atmosfera che lo rende diverso da qualsiasi altro gioco. Il character design dei nove personaggi e di tutti gli antagonisti non potrà che fare la gioia degli amanti del genere gotico, ma saprà conquistare anche coloro che, con questo genere, non hanno nulla a che fare. Le musiche, seppur non memorabili, riescono ad essere gradevoli, mentre non è presente alcun tipo di doppiaggio in quanto i personaggi si esprimono tramite suoni e non con l’uso della parola. Una pecca per coloro che non masticano l’inglese è, appunto, la mancata localizzazione in italiano, cosa che, comunque, non risulta eccessivamente grave in quanto Don’t Starve utilizza un inglese base e mai complesso e non fondamentale per procedere all’interno del gioco.
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