Recensione Dishonored 2

Il sole splende alto sui distretti di Dunwall, rinati sotto la guida dell’imperatrice Emily Kaldwin e sotto il braccio di suo padre, il temuto Corvo Attano. Il Protettore Reale è ormai divenuto leggendario per aver sventato la congiura ai suoi danni molto tempo prima, consegnando Lord Reggente e alleati alla giustizia dopo lo spietato assassinio dell’imperatrice Jessamine Kaldwin; ma una nuova minaccia si erge all’orizzonte, ed è più pericolosa di quanto Emily e Corvo abbiano mai potuto immaginare.

Bethesda e Arkane Studios riportano sotto i riflettori la serie di Dishonored dopo circa quattro anni di assenza, rimettendo il giocatore nei panni di Corvo o, in una scelta lasciata nelle mani di chi impugna il controller, nelle vesti dell’imperatrice Emily, entrambi impegnati nella lotta per riconquistare il trono dalle grinfie dell’ennesimo usurpatore. Sono passati quindici anni da quando il Protettore Reale ha scoperto la verità sull’assassinio della sua imperatrice, salvando la piccola Emily dalle grinfie dei congiurati che tentarono di appropriarsi dell’impero, ma sembra che il regno non abbia ancora imparato la lezione: quando, nel corso dell’anniversario della morte di Jessamine, Delilah Kaldwin tenterà il colpo di stato con l’aiuto del Duca Luca Abele, Corvo e Emily saranno costretti a reagire, ritrovandosi invischiati entrambi in una battaglia nel tentativo di riportare l’impero nelle mani di una guida giusta e sicura. Fortuna che, negli ultimi quindici anni, Emily non è rimasta certo con le mani in mano.

Dishonored 2 è attualmente disponibile per PlayStation 4Xbox OnePC al prezzo consigliato di €59,99.

 

Versione testata: PlayStation 4

 

 

Lode a Dunwall, Carnaca e Vincent D’Onofrio
Chi ha giocato il primo capitolo lo sa: la serie di Dishonored lascia piena libertà al giocatore negli approcci da seguire, e questo seguito non fa certo differenza. A partire dal menù principale: in Dishonored 2, come nel precedente, il giocatore potrà scegliere tra più livelli di difficoltà, che renderanno di volta in volta i nemici più reattivi o più aggressivi man mano che si incrementa il tasso di sfida. Da bravi sostenitori del masochismo videoludico, abbiamo quindi scelto di affrontare la prima campagna al terzo livello di difficoltà più alto (su quattro), tentando di arrivare alla fine senza individuazioni né abbattimenti letali – e, soprattutto, nei panni di Emily Kaldwin, addestrata da Corvo ma dotata di poteri differenti rispetto al padre.

Dishonored 2Che si possa trattare della più pura essenza di Dishonored 2 o meno è materia che richiederà un approfondimento a breve, ma una cosa è certa: fin dalle prime fasi di gioco, è evidente come il salto generazionale abbia giovato parecchio alla serie e al VOID Engine, utilizzato per reggere il motore grafico e fisico. Dunwall (e, appena poco oltre, Carnaca) è intrisa di un’atmosfera vittoriana di fine Ottocento con evidenti tinte Steampunk, e il tutto è retto alla perfezione da una cura per il dettaglio che rasenta il maniacale. Gli intarsi delle porte, i particolari dell’arredamento e persino i cosiddetti “prop” (lett. “oggetti di scena”) sparsi per i livelli fanno parte di un mondo di gioco a sé, evidentemente studiato a tavolino dagli sviluppatori in passato e ora riproposto in una forma ancora più affascinante. Il legno e il marmo dominano gli ambienti di gioco, proponendo architetture maestose e interni fenomenali anche nel più remoto degli appartamenti accessibili dal nostro protagonista.

Della formula di gioco (anche in questo capitolo fortemente esplorativa) parleremo a breve; nel frattempo, però, è – purtroppo – necessario fare un appunto di natura tecnica al lavoro svolto dagli sviluppatori: la versione PlayStation 4 di Dishonored 2 scorre fissa a 30fps senza problemi (tranne in alcuni casi remoti), ma è minata da un leggero input-lag di mezzo secondo che rende il primo impatto con il gioco piuttosto spiacevole, e che potrebbe compromettere la precisione di alcune manovre del nostro personaggio. Se, in alcuni casi, questa è semplicemente una questione di abitudine, nelle fasi più concitate un tale “difetto” potrebbe rivelarsi un problema, specie quando si sta tentando di ottenere il trofeo / achievement Ombra (che richiede di completare il gioco senza essere individuati) e quel mezzo secondo si rivela addirittura vitale per sfuggire a un nemico che sta per individuarci.

È però quasi obbligatoria una menzione speciale nei confronti del cast “assoldato” da Bethesda per questo maestoso seguito, che fornisce un piacevole valore aggiunto all’esperienza complessiva: sentire la voce di Vincent D’Onofrio (noto per la sua interpretazione di Kingpin nella serie Daredevil, ma anche per aver interpretato “Palla di Lardo” in Full Metal Jacket di Stanley Kubrick) nei panni del Duca Luca Abele e quella di Rosario Dawson (anch’essa in Daredevil) nei panni di Meagan Foster è una vera gioia per le orecchie, e dà la netta sensazione che il sottile confine tra Cinema e Videogioco si possa, talvolta, assottigliare anche nelle piccole cose.

 

Dishonored 2

 

Applicando il Metodo Scientifico
Una volta che il giocatore avrà scelto tra Corvo ed Emily per affrontare l’intera campagna principale, si ritroverà alle prese con un personaggio sostanzialmente diverso a seconda della sua scelta: se Corvo rappresenta il Protettore Reale fermo e determinato nella sua missione, Emily è l’Imperatrice giovane e con ancora molto da imparare, che si ritroverà a fronteggiare una minaccia più forte di lei. La campagna è studiata per adattarsi a grandi linee all’avventura di entrambi, e ciascuno dei due personaggi ha le proprie linee di dialogo che ben si adattano alla loro personalità. A questo proposito, va detto che Corvo avrà finalmente una voce tutta sua, donata al personaggio da Stephen Russell (la voce di Garrett, protagonista di Thief): le tonalità profonde dell’attore sono in perfetta armonia con le corde del cupo Protettore Reale, il cui carattere duro e deciso risalterà più di una volta nel corso dell’avventura.

In Dishonored 2, nessun approccio è quello giusto
Avventura che, per inciso, mantiene e migliora tutte le splendide caratteristiche del capitolo precedente, uscito (come già accennato) ormai quattro anni fa: ogni livello di Dishonored 2, oltre a essere splendido da vedere, richiede al giocatore di esplorare e sperimentare in ogni suo angolo, per trovare eventuali oggetti legati al mondo di gioco e scovare le (poche) missioni secondarie (a volte nascoste in luoghi fuori mano, lontani dal percorso di missione). Gran parte degli appartamenti a Dunwall e Carnaca sarà esplorabile, e spesso avrà al suo interno tesori, oggetti collezionabili e, soprattutto, RuneAmuleti d’Osso, due tipologie di oggetti che si riveleranno fondamentali per l’avanzamento del personaggio (nonché già noti ai più affezionati amanti della serie).

Spesso sarà necessario ricorrere ai poteri per raggiungere i luoghi nascosti, ma anche soltanto per evitare la Gran Guardia del Duca senza essere scoperti; ciò che conta è che nessun approccio è quello giusto, e qualunque modus operandi potrà rivelarsi egualmente efficace in base allo stile di gioco di chi impugna il controller. Che si scelga di affrontare ogni livello uccidendo chiunque, anche in modi piuttosto spettacolari (magari evocando branchi di ratti con uno dei poteri di Corvo, che scaglierà i roditori contro i nemici per divorarli fino alle ossa), o che si preferisca piuttosto l’approccio furtivo e non letale, il gioco incentiva allo stesso modo entrambi gli stili, sebbene Dishonored sia comunque una serie dichiaratamente stealth. Ogni scelta d’azione, però, avrà ripercussioni pesanti sul “Livello di Caos” del gioco, che porterà a conseguenze di un certo spessore nel corso dei livelli: il livello di infestazioni di mosche del sangue (l’equivalente dei ratti del primo capitolo) aumenterà, i rinforzi dei nemici saranno più pesanti, le guardie saranno maggiormente in tensione e il finale del gioco sarà differente.

Anche in questo caso, tuttavia, c’è da fare un piccolo appunto relativo al sistema di combattimento, ancora un po’ troppo impreciso e macchinoso per un approccio aggressivo. Tuttavia, com’è ovvio, il gioco dà il meglio di sé adottando l’approccio furtivo, letale o non letale che sia: i nemici non perdonano il minimo sbaglio durante un combattimento, attaccano spesso in larghi gruppi ed è sempre particolarmente difficile spuntarla in situazioni del genere, anche ai livelli di difficoltà più bassi. Al contrario, è naturale che superare un’intera zona senza allertare un singolo nemico (magari fermando il tempo con Distorsione di Corvo o sfruttando il Passo d’Ombra di Emily) dia decisamente più soddisfazioni rispetto al lanciarsi nella mischia per un cruento faccia a faccia con la Gran Guardia di Carnaca.

Dishonored 2

Viaggio a Carnaca e Ritorno
È impossibile, dunque, non parlare dei vari modi in cui Dishonored 2 permette al giocatore di togliere di mezzo i suoi bersagli. Sebbene l’approccio letale sia quello più diretto e – per certi versi – “semplice” da seguire, è negli approcci non letali che chi gioca potrà dar sfogo alla sua creatività, trovando il modo migliore per stordire interi gruppi di nemici senza farsi scoprire (magari utilizzando Domino di Emily, che lega tra loro più nemici collegandoli “anche nel sonno e nella morte”) e sperimentando azioni sempre nuove. Ma non solo: l’approccio non-letale, come anticipato, è anche quello più interessante per quanto riguarda i veri e propri obiettivi di missione, che potranno essere sì assassinati ma anche tolti di mezzo nei modi più fantasiosi, senza necessariamente impugnare la spada per ucciderli. Si va dal sostituire un personaggio con il suo sosia buono al togliere l’intelligenza a un genio con l’elettroshock, in una serie di “abbattimenti non-letali” che saranno tanto più interessanti quanto più eclettico sarà il “boss” di riferimento.

Corvo e Emily potranno contare su varie tipologie di poteri per portare a termine l’avventura
Per riuscire nell’impresa, sia Corvo che Emily avranno a disposizione sei poteri caratteristici (basati sul movimento, l’attacco, la difesa o la distrazione) e altri sei poteri “passivi” (basati su mobilità, forza e altre capacità fisiche del personaggio), ed è per questo che le due run hanno il potenziale per presentarsi sostanzialmente diverse l’una dall’altra: fermare il tempo con Corvo permetterà di superare interi scenari senza essere visti, ma sfruttare il Passo d’Ombra di Emily sarà un modo elegante per svincolarsi dalle situazioni più complesse, magari approfittando di Proiezione per andare direttamente alle spalle del nemico che così pericolosamente si stava avvicinando a noi. Una menzione speciale va fatta al nuovo sistema di crafting delle Rune e degli Amuleti d’Osso, che dovrà essere sbloccato spendendo una certa quantità di Rune dell’Esterno e che permetterà di combinare tra loro tratti caratteristici degli amuleti con Ossi di Balena Grezzi, al fine di creare il proprio amuleto personalizzato. Poteri e Amuleti d’Osso saranno fondamentali per il giocatore che desidera personalizzare il più possibile la propria esperienza, e, sebbene siano spesso molto complessi da trovare, non c’è dubbio che la ricompensa valga tutta la fatica e il rischio che saremo costretti ad affrontare.

 

 

“Un mondo in cui tutto è possibile”
Tutti questi elementi vanno a inserirsi all’interno di una serie di 9 livelli in cui gli sviluppatori hanno saputo spesso dar sfogo alla loro creatività: si passa da distretti polverosi in rovina a ville meccaniche dall’aspetto fortemente steampunk, transitando per maestose ville a cavallo tra il passato e il presentegiganteschi palazzi da esplorare nella loro interezza. Il mondo di gioco, poi, riflette in se stesso la cura per il dettaglio complessiva adottata dallo studio di sviluppo, e non sarà raro ritrovarsi all’interno di un appartamento abbandonato e fare delle speculazioni semplicemente sulla base dei documenti trovati al suo interno, che saranno sempre e comunque affascinanti da leggere fino in fondo.

Che si scelga di affrontare l’esperienza in un modo o nell’altro, dunque, Dishonored 2 è senza ombra di dubbio il degno successore del primo capitolo, un’avventura dalla storia ricca di retroscena e affascinante dall’inizio alla fine che, nonostante alcune piccole, trascurabili pecche sul lato tecnico o sul lato narrativo (la figura di Emily non viene mai inquadrata perfettamente, e a volte si ha la sensazione che il personaggio cresca un po’ troppo in fretta), riesce sempre nell’intento di fornire ore e ore di divertimento al giocatore che desideri affrontarla.

 

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Verdetto
9 / 10
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Commento
Giochi di potere, intrighi di corte, arti occulte e un'ambientazione tipicamente ottocentesca sono le parole chiave della serie di Dishonored, che si ripresenta quest'anno nel suo secondo capitolo dopo circa quattro anni dal rilascio del predecessore (ad opera di Bethesda e Arkane Studios). Un'avventura studiata per avere un "volto doppio", questa volta, all'apparenza più complessa e con alcune novità per "insaporire" la già efficace formula di gioco del primo capitolo. E non c'è dubbio che gli sviluppatori siano riusciti nell'intento: nonostante alcuni, piccoli difetti assolutamente trascurabili nella versione console, Emily e Corvo sono inseriti in un mondo di gioco che riesce ad essere affascinante dal primo istante, con una cura per il dettaglio quasi maniacale che spinge il giocatore a esplorare ogni anfratto alla ricerca di un nuovo, succoso dettaglio. Ogni partita a Dishonored 2 può essere diversa dalla precedente, grazie alla moltitudine di approcci che il giocatore può scegliere di adottare nel corso del gioco che si fondano fortemente sull'utilizzo dei poteri dell'Esterno, presenti anche questa volta in una nuova forma. Non c'è dubbio, quindi: chi ha amato il primo Dishonored non potrà che apprezzare le scelte degli sviluppatori per questo secondo capitolo, che si spera possa portare a una trilogia dal finale persino più affascinante di quanto già non sia.
Pro e Contro
Mozzafiato sul piano visivo
Cura per il dettaglio stupefacente
Mondo di gioco complesso e affascinante
Diversi approcci possibili, tutti funzionali
Modi di affrontare i bersagli sempre più originali

x Input lag percettibile
x Sistema di combattimento ancora impreciso

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