Recensione Cibele

Abbiamo attraversato tutti un periodo pieno di crisi, dubbi, incertezze e solitudine. Abbiamo tutti atteso un momento particolare della nostra vita, un momento che, probabilmente, l’avrebbe cambiata per sempre; e, certamente, abbiamo tutti vissuto le gioie e i dolori del nostro primo amore, affrontandone le difficoltà con più o meno vigore a seconda dei casi. Una cosa è certa: Nina Freeman ha fatto questo e molto altro, ed è sopravvissuta alla sua storia e al peso dei suoi ricordi per poter essere in grado di raccontarli al mondo. Cibele è il suo messaggio: una storia forte, cruda, che scava nelle emozioni più intime di una giovane donna innamorata e le sbatte con violenza in faccia al giocatore.

 

Sviluppato da Star Maid GamesCibele è ben lontano dall’essere un “gioco” nel senso più ristretto del termine. Cavalcando l’onda dell’intrattenimento digitale per sfruttare una forma interattiva di storytelling, il titolo di Nina Freeman è una breve storia in cui il gameplay non fa che essere di contorno, sfruttando meccaniche di gioco estremamente basilari che, se considerate ai fini di una valutazione, costringerebbero chiunque a gettare Cibele nel proprio cestino virtuale immediatamente dopo averlo acquistato.

 

Il titolo di Star Maid Games è un “gioco” dalle forti pretese narrative che tenta prepotentemente di urlare un messaggio. Sarà riuscita Nina Freeman a rivelarsi all’altezza del compito?

Cibele è ora disponibile su Steam (per MacPC) al prezzo di €8,99.

 

 

Versione Testata: PC

 

Esplorando una giovane mente
 

Cibele è tutto meno che un titolo convenzionale
Cibele è tutto meno che un semplice titolo convenzionale. Come già accennato, il gameplay quasi assente consiste soltanto nell’esplorare il computer di Nina alla ricerca di qualche documento interessante, utile a capire la sua personalità e il modo in cui si sviluppano i suoi rapporti interpersonali. Affrontando con estrema crudezza il tema della sessualità, Cibele costringe il giocatore a immergersi nei panni di Nina Freeman, la cui storia non è effettivamente nulla di troppo elaborato: una ragazza con tendenze asociali spende gran parte del suo tempo nella sua stanza, da sola, giocando a “Valtameri” (dal Finlandese: “Oceano”), un MMORPG che, all’interno di Cibele, prende le veci di Final Fantasy XI. La giovane Nina, nel corso delle sue partite online, si avvicina sempre più a un ragazzo che fa parte del suo “gruppo”, e i dialoghi tra i due personaggi diventano più “caldi” ad ogni conversazione telefonica o messaggio in chat.

 

 

Cibele

 

Aspetto tecnico e Gameplay sono quasi del tutto assenti
L’aspetto tecnico di Cibele, analogamente al gameplay, è come se non esistesse: intervallando ognuno dei tre “Atti” con delle sequenze filmate in Live-Action, gli unici casi in cui il giocatore si ritrova faccia a faccia con una mera apparenza “grafica” è all’interno di Valtameri, il MMORPG fittizio completamente illustrato che garantisce una mappa diversa per ogni Atto, sebbene il “gameplay” resti identico in ciascun caso. Nel complesso, il comparto grafico di Cibele risulta particolarmente gradevole, sia quando ci si trova sul desktop di Nina (il quale, ovviamente, non svolge tutte le funzioni di un vero e proprio sistema operativo) sia quando ci si trova all’interno di Valtameri.

 

Il titolo, in effetti, è tutt’altro che pretenzioso a livello di risorse hardware, semplicemente perché il suo scopo non risiede nel garantire un gameplay dall’impatto intensivo: il giocatore, nel corso della breve esperienza di gioco, dovrà soltanto esaminare documenti sul desktop o affrontare nemici su Valtameri (in cui, comunque, sarà impossibile morire) con una semplicissima formula “punta-e-clicca”, ascoltando contemporaneamente le conversazioni tra “Cibele” (Nina) e “Ichi” (Blake) e rispondendo ai messaggi di chat dei vari amici di Nina.

 

L’intero gioco si concentra sul concetto di “esplorazione”, non tanto “fisica” quanto “psicologica”: il computer di Nina sarà più che sufficiente per creare un’immagine della sua personalità, con poesie e foto dai nomi strambi sparse in giro per la scrivania del PC. I dialoghi e le conversazioni tra lei e i vari personaggi del gioco contribuiranno a capire sempre più della giovane ragazza con l’arrivo di ogni singolo Atto.

 

Cibele Cibele 2

 

Esplorando il Corpo Umano
 

Cibele affronta il tema della sessualità senza sfociare nel volgare
Ciò che colpisce di più, in Cibele, è sicuramente la sua onestà nell’affrontare temi come la sessualità e i disagi di una ragazza ingenua, ancora alle prime armi per tutto ciò che riguarda l’amore e, in un certo senso, anche la vita stessa. Il titolo di Nina Freeman (che è anche la protagonista del gioco) è reso estremamente realistico da tutte le foto (reali) che vengono mostrate nel corso dei tre atti, e i filmati in Live-Action non fanno che introdurre il giocatore agli aspetti più intimi della personalità della ragazza. Nonostante ciò, Cibele non sfocia mai nella volgarità: mostrare una coppia di seni (coperti) o una scollatura esplicita può essere utile ai fini della narrazione, ma la storia riuscirà sempre a fermarsi “un po’ prima”, senza mai affidarsi alla pornografia gratuita per colpire il giocatore. Come già accennato, lo scopo di Cibele è semplicemente “raccontare una storia”, ma il titolo dimostra saggiamente che non è necessaria una manovra di fanservice per rendere una trama più “vera”, o anche solo più efficace.

 

 

Cibele

Una delle battute più discusse dell’intero Cibele: “I always do my best to look anime ^_^”

 

Nina è una ragazza alle prime armi, come lo sono stati/e tutti/e nel corso della propria vita: non sa cosa sia il sesso, non sa cosa voglia dire avere una relazione, e il suo amore per Blake la coinvolgerà profondamente fin dal principio, quando il giovane mostrerà un primo interesse per lei. La freschezza e la speranza della giovane Nina, sempre più interessata alla relazione con Blake, la porterà a fare delle scelte che potrebbero costringere più di un giocatore a urlare contro lo schermo nel tentativo di fermarla; e, tuttavia, proprio come un qualunque essere umano accecato dall’amore e trascinato dagli eventi, chi gioca non potrà far altro che subire la storia sulla propria pelle, senza alcuna possibilità di modificare ciò che accade su schermo. Se una staticità del genere, al giorno d’oggi, può sembrare una grave mancanza in un videogioco “visivo” attuale, non c’è dubbio che tale scelta degli sviluppatori (diretta o indiretta) contribuisca alla buona riuscita dello stesso concetto alla base di Cibele, fondato su una trama apparentemente banale e, al tempo stesso, disgraziatamente reale.

 

CibeleI dialoghi stessi, all’apparenza redatti da un “adolescente”, funzionano proprio per la loro semplicità e la loro indiscutibile banalità, in grado di catapultare i giocatori più “anziani” indietro di qualche anno e di costringerli a rivivere un periodo della propria vita che avrebbero preferito dimenticare. E la storia, dal finale efficacemente aperto, potrebbe lasciare uno spiacevole retrogusto in bocca a chiunque decida di (ri)viverla sullo schermo del proprio computer (o, meglio, sul computer di Nina), spingendo in superficie un senso di amarezza che potrebbe non abbandonarvi nel corso di tutta la giornata.

 

Ondate di Ricordi e Insulti
Cibele non è un gioco per tutti
Cibele non è un “gioco” per tutti: con la critica divisa tra recensioni positive (con qualche riserva, specie sul finale) e giudizi fortemente negativi, i due estremi dipendono in larga misura da quanto sarete disposti a lasciarvi coinvolgere dalla storia, che gli sviluppatori consigliano di vivere in una sola sessione. E, per quanto possa suonare strano parlando di un videogioco, l’amore/odio per Cibele dipende sostanzialmente dalla personalità più intima del giocatore: è fin troppo facile giudicare l’operato di Nina dall’esterno, ma non saranno certo pochi quelli che, alla fine della storia, si sentiranno profondamente scossi per aver vissuto nuovamente un ricordo.

 

Cibele

 

Cibele non è nient’altro: un ricordo che, seppur travagliato, permette a Nina Freeman di elevare la sua giovane voce, trasmettendo con efficacia un forte messaggio a chiunque creda di essere “solo” contro le gioie e i dolori dei suoi stessi ricordi.

 

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Verdetto
Si
Teenage Simulator 2015
Commento
Cercare di rinchiudere Cibele all'interno di canoni di valutazione "classici" sarebbe un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti della storia di Nina Freeman. Cibele non è in alcun modo un "videogioco" nel senso più convenzionale del termine: è una "storia giocabile", in cui la trama viene spinta all'estremo come se il giocatore stesse giocando un film da esplorare e scoprire pezzo per pezzo. Non è possibile dare un voto all'esperienza visiva ed emotiva garantita da un titolo come Cibele: l'opera di Star Maid Games è un "ricordo interattivo" da vivere minuto dopo minuto, alla scoperta della storia di Nina o di qualche intima esperienza personale sepolta dal tempo. Nina non voleva far altro che raccontare la propria storia al mondo, mettendo in gioco il suo stesso volto e le sue stesse foto: una scelta che, di per sé, le vale già tutto il mio rispetto. In altri termini: vi sentireste di dare un voto alla vita di qualcun altro?
Pro e Contro
Tratto da una storia vera
Dialoghi realistici
Storia convincente
Colonna sonora adeguata

x Estremamente breve
x Gameplay e aspetto tecnico quasi del tutto assenti
x Prezzo troppo alto per l'esperienza complessiva

#LiveTheRebellion