Recensione Burnout: Paradise

Criterion fa ritorno nei negozi con un altro capitolo della sua celebre saga corsaiola con Burnout: Paradise. Il gioco si differenzia notevolmente dagli episodi precedenti, trasformandosi in tutti i sensi in un free-roaming, seppur non abbandonando gli aspetti e le modalità viste in precedenza. Riuscirà Burnout: Paradise a conquistarsi il trono dei titoli di corse arcade?

Dove l’erba è verde e le ragazze son carine auto son veloci

Il tentativo di riadattare un gioco nato tra scontri, esplosioni, lamiere ed incroci in un arcade ad esplorazione libera è stata una mossa azzardata ma assolutamente non riuscita male, anzi. Il compito del giocatore a Paradise City non è (soltanto) creare il caos agli incroci, ma sentirsi libero di esplorare, sfrecciare, distruggere e scoprire. Nessuno vi vieta però, dopo aver acquistato il primo catorcio presso lo sfasciacarrozze, di schiacciare i due tasti dorsali del controller per dare vita ad un catastrofico incidente. Fermandovi in prossimità di un semaforo, ed iniziando a sgommare, prenderete invece parte all’evento corrispondente.
Tra le modalità disponibili, troviamo le classiche Gare punto-a-punto (stavolta non vincolata da percorsi obbligatori), le Prove Stunt (nelle quali bisogna raggiungere un certo punteggio effettuando derapate, testacoda, e salti e piroette sulle tante rampe sparse per la mappa), le Uomo Nel Mirino (una frenetica corsa contro letali avversari che tenteranno di distruggere in ogni modo il vostro bolide) e le Furia Stradale (le vecchie corse nelle quali si vince battendo il record di auto avversarie distrutte nell’arco di un tempo limite). Tutte le gare saranno accessibili fin dall’inizio (eccezion fatta per le gare relative ad un determinato modello di vettura, magari ancora non sbloccato), e il gioco vi porterà a ripetere gli stessi eventi diverse volte, per ogni livello di patente ottenuto.

Le armi del mestiere

Qui entra in ballo la scelta di una vettura adatta alla gara: esse saranno divise in tre tipi (stunt, turbo ed aggressività), ognuna con diverse caratteristiche di maneggevolezza, velocità massima, accelerazione e durata del turbo, ma tutte liberamente ispirate a modelli realmente esistenti. Le nuove auto inizieranno a circolare per la città di tanto in tanto, e per renderle disponibili presso lo sfasciacarrozze bisognerà raggiungerle e buttarle fuori pista. Il gioco vi porterà a cambiare spesso il mezzo da utilizzare, ponendovi davanti al lento e poco funzionale sistema di selezione fornito dallo sfasciacarrozze. Presso questo negozio potrete personalizzare l’aspetto estetico delle vetture, selezionando tra le numerose colorazioni e differenti livree offerte.

Un Paradiso di città

Quando ne avrete abbastanza di corse e semafori, potrete dedicarvi alla semplice esplorazione della città. Anche in Paradise, Criterion ha fornito tantissimo materiale da completare, per rendere l’esperienza più longeva: decine e decine di cartelloni da sfasciare, cancelli da sfondare (il pane quotidiano di ogni achievement-hunter che si rispetti), strade da dominare (battendo le regole in velocità e spettacolo) o prendendo parte alla modalità freeburn, dove si potranno affrontare delle sfide in locale oppure online con un massimo di 8 giocatori, siano essi vostri amici o giocatori casuali. L’area di gioco, davvero molto estesa e variegata, vi porterà dalla zona portuale a Sud-Est della città fino all’opposta zona montana, passando per parchi, dighe, cave ed una rete autostradale articolata e verosimile. In giro per la città non mancheranno rampe, burroni e ponti interrotti, che vi permetteranno di diventare degli abili stuntman all’interno del traffico cittadino. I guidatori controllati dalla CPU assumono comportamenti realistici, non sempre prevedibili, che spesso vi creeranno non pochi grattacapi durante la vostre corse per la vittoria.

Rottami ad alta definizione

Il gioco è condito da un comparto tecnico da cinque stelle: un motore fisico decisamente buono trasforma i vostri bolidi in lamiere fumanti e schegge di vetro impazzite dopo un urto, catapultando il vostro catorcio anche a metri di distanza, nello stile arcade classico, ma con un tocco di classe. Il framerate è perennemente inchiodato sui 60 fps, con effetti di illuminazione realistici e un orizzonte visivo molto profondo, necessario in un titolo dove la sensazione di velocità è stata presa ed elevata a livelli mai visti prima d’ora in un titolo di corse arcade. La colonna sonora (rappresentata ovviamente da Paradise City dei Guns n’ Roses, che sarà riprodotta nel menù ad ogni avvio del gioco ed in rotazione anche in-game) è quella ideale per un Burnout, basata su brani più o meno recenti della scena rock e metal internazionale, che durante l’esplorazione della città saranno riprodotte su Crash FM (la storica stazione radiofonica fittizia) ed annunciate dalla voce di DJ Atomika (che terrà conto anche delle statistiche di gioco e fornirà spesso consigli utili al giocatore). Convincenti gli effetti sonori delle vetture, coerenti con il tipi corrispondenti e mai troppo simili tra loro.

Verdetto
9 / 10
Il paradiso su quattro ruote
Commento
Tecnicamente ineccepibile, Burnout Paradise dimostra attualmente di non avere rivali nel campo dei titoli di corse arcade. Con una profondissima componente multigiocatore, non risulta ripetitivo nemmeno in modalità single player, con tutti i “collezionabili” da sbloccare e le sfide da portare a termine. Incidenti, velocità e libertà sono le tre parole chiave del Burnout perfetto.
Pro e Contro
Veloce ed adrenalinico
Longevità praticamente infinita
Grafica e sonoro di gran lunga sopra la media

x Il sistema di selezione delle vetture è lento e scomodo
x La mancanza di una funzione per ripetere l’ultimo evento avviato

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