Recensione Bravely Default

A coronare quello che per molti versi è stato l’anno d’oro di 3DS giunge infine in Europa l’atteso Bravely Default, JRPG di stampo classico prodotto da Square Enix e rilasciato in Giappone poco più di un anno fa. Inizialmente nato come un sequel di quel Final Fantasy: The 4 Heroes of Light uscito nel 2010 su Nintendo DS, nel corso del suo sviluppo il progetto è cresciuto per ambizioni ed importanza fino ad evolversi in qualcosa di molto più grande, al punto da meritare un titolo che garantisca una certa indipendenza tematica dalla saga madre di Square Enix, pur conservando numerosissimi punti di contatto con i Final Fantasy delle ere 8 e 16 Bit. Che l’esistenza stessa di Bravely Default costituisca un vero e proprio “evento” videoludico è sancito anche dal All-Stars Team responsabile della sua realizzazione, una combinazione di talenti più unica che rara. Il team responsabile dello sviluppo è infatti Silicon Studio, già autore dell’apprezzato 3D Dot Game Heroes, mentre la direzione è stata affidata a Kensuke Nakahara (Brave Story: New Traveler) e la produzione a Tomoya Asano (Final Fantasy: The 4 Heroes of Light). Per gli artworks mamma Square si è affidata invece al grande Akihiko Yoshida (Tactics Ogre, Vagrant Story, Final Fantasy XII), mentre la sceneggiatura è opera di Naotaka Hayashi (ChäoS;HEAd, Steins;Gate, Robotics;Notes). Per le musiche troviamo infine un compositore d’eccezione: Revo, il musicista responsabile di progetti musicali quali Sound Horizon e Linked Horizon, recentemente salito alla fama internettiana grazie alla realizzazione delle sigle della serie anime Shingeki No Kyojin, nota anche come Attack on Titan. Sarà riuscito questo vero e proprio Dream Team a creare un prodotto all’altezza delle non basse aspettative? Scopriamolo subito insieme!

Eravamo quattro amici al bar…

Da secoli la terra di Luxendarc è sostenuta dalla luce e dall’energia di quattro cristalli elementali, venerati dagli abitanti dei vari continenti che hanno addirittura fondato una religione che ruota attorno a questi mistici artefatti. dopo più di 2000 anni di Ortodossia dei Cristalli, un’ombra oscura scende sulle terre di Luxendarc: i cristalli stanno lentamente perdendo la loro luce, mentre terribili sventure stanno colpendo il mondo intero: i mari marciscono, i vulcani eruttano, il vento, che sosteneva un’intera cittadina basata sull’energia eolica, cessa di soffiare, un intero paese, Norende, viene inghiottito da una gigantesca voragine senza alcun preavviso. A far luce sull’origine di questi misteriosi e nefasti avvenimenti ci penserà un insolito quartetto di eroi: la vestale del cristallo del vento Agnès Oblige, decisa a riportare i cristalli al loro antico splendore; Tiz Arrior, un giovane pastore, unico superstite della sciagura di Norende, in cerca di un modo per ripristinare il suo villaggio, Edea Lee, figlia del comandante supremo delle forze di Eternia, una nazione dedita all’Anticristallismo, che deciderà di tradire il suo paese, suo padre e la sua filosofia di vita dopo aver constatato la crudeltà e la violenza dei soldati del proprio esercito; Ringabel, un giovane donnaiolo colpito da amnesia, in possesso di un diario che predice eventi futuri e convinto che proteggere Edea sia il proprio destino. Una lunga ed intricata avventura attenderà questa strana compagine, che varrà al giocatore almeno una quarantina di ore di gioco, ed ancora più se si affronteranno tutte le eventuali side quests. La trama del gioco è decisamente ben narrata e se il suo svolgimento risulterà un po’ lento e fin troppo classico nelle fasi iniziali, numerose sorprese e stravolgimenti attenderanno i nostri eroi man mano che procederemo. Il tutto sarà sottolineato da dialoghi ben scritti e credibili, che contribuiscono a rendere i quattro protagonisti (ma anche  i vari PNG) personaggi sfaccettati e tutt’altro che monolitici, in grado di suscitare innata simpatia e senso di cameratismo nel giocatore.

E tu che lavoro fai?

Bravely Default si presenta ai fini del gameplay come un JRPG di stampo classico, seppur con alcune interessanti variazioni sul tema: ritroviamo numerosi canoni del genere, a dir il vero un po’ messi in secondo piano nei JRPG degli ultimi anni, assieme a tanti elementi di novità e rottura con il passato. Il titolo non nasconde minimamente il fatto di ispirarsi ai primi Final Fantasy, e ce lo ricorda in ogni momento grazie ad un sistema di combattimenti a turni, world map esplorabile con numerose città e dungeon e agli amati/odiati incontri casuali con i nemici. Perfino lo storico Job System di Final Fantasy V fa qui il suo trionfale ritorno: piuttosto che incarnare ciascuno lo stereotipo di una determinata classe, i quattro personaggi sotto il nostro controllo potranno assumere di volta in volta una qualsiasi delle classi presenti nel gioco, andando ad aumentare esponenzialmente i livelli di personalizzazione e strategia possibili. Le classi nel gioco sono ben 24, e saranno selezionabili dopo aver ottenuto i rispettivi “asterischi”, oggetti che permettono il cambio di classe, solitamente il premio per il completamento di una side quest. Tra le classi disponibili ritroviamo alcune tra le più tipiche in un JRPG, come maghi neri e bianchi, cavalieri, monaci o ladri, ma anche altre assolutamente non convenzionali: vampiri, pirati, mercanti, cronomaghi e così via. Il sistema di classi di Bravely Default permette notevoli livelli di customizzazione. Un singolo personaggio non avrà accesso solo alle abilità della specifica classe a cui appartiene in quel momento, ma anche alle abilità di una classe secondaria da noi scelta, e alle abilità di supporto provenienti dalla classe secondaria o perfino da ulteriori classi. Potremo ad esempio voler rendere uno dei nostri personaggi un Ninja, affidandogli le abilità del mago bianco come classe secondaria, per permettergli di usare magie curative, e magari selezionare abilità di supporto che permettono l’immunità a determinati attacchi, provenienti da altre classi ancora. Con 24 classi a disposizione le combinazioni sono praticamente infinite e permettono al giocatore una molteplicità di approcci ad una qualsiasi situazione semplicemente inaudita. Da questo fatto deriva anche una delle caratteristiche tipiche di Bravely Default. Solitamente nei JRPG classici, quando si incontra una empasse, magari un boss che non riusciamo a sconfiggere in nessun modo, l’unica soluzione è tornare indietro, grindare l’esperienza necessaria per salire di un paio di livelli, magari fare scorta di oggetti curativi, e ritentare. In BD questo non avviene: solitamente è sufficiente trovare la giusta combinazione di classi per affrontare quella determinata situazione e pianificare con cura la propria strategia. Bravely Default non è un gioco facile o difficile; più semplicemente è un gioco in cui esistono buone e cattive strategie.

Brave & Default

Il sistema di combattimento di BD presenta ulteriori peculiarità, tra cui i comandi Brave e Default (ai quali si deve il titolo del gioco). Essenzialmente, scegliendo Default, uno dei nostri personaggi resterà in difensiva, rinunciando ad attaccare in quel turno. Così facendo accumulerà BP, che gli permetteranno, usando il comando Brave, di attaccare ripetutamente in uno dei turni successivi. Potremo perfino utilizzare Brave senza aver accumulato BP: in questo caso andremo in deficit, ed il personaggio sarà poi costretto a restare immobile (ed esposto agli attacchi nemici) per tutti i turni necessari a ritornare a 0 BP. Questo sistema, di primo impatto molto semplice, permette interessantissime soluzioni di gioco, a tratti con veri e propri aspetti “gambling“. Stiamo affrontando per la milionesima volta un incontro casuale con dei nemici molto scarsi? Possiamo tentare di usare subito Brave andando in deficit di BP: se così facendo avremo eliminato tutti i nemici al primo turno avremo risparmiato un sacco di tempo, ma se ne dovesse sopravvivere almeno uno subiremmo una ferocissima ritorsione. Siamo alle strette contro un boss e sappiamo di per certo che non sopravviveremo al turno successivo? Possiamo tentare il tutto per tutto andando in Brave ripetutamente per scaricare tutto il nostro potere offensivo, nella speranza di chiudere la partita prima che lo faccia lui, e così via. Ulteriori sistemi di gioco arricchiscono il battle system, dalla presenza di attacchi speciali, alla possibilità di chiamare in campo per un aiuto i personaggi di altri giocatori che abbiamo registrato come amici, fino al famigerato Bravely Second. Dietro questo nomignolo si nasconde una meccanica che permette di consumare Sleep Points per rilasciare ulteriori attacchi durante i combattimenti. Come si accumulano gli Sleep Points? Lasciando la console con il gioco accesso in modalità riposo: ogni 8 ore di sleep mode equivalgono ad un SP. Di sicuro un metodo non molto veloce per accumulare punti, ma (s)fortunatamente è disponibile un’alternativa: è possibile in ogni momento del gioco effettuare delle microtransazioni per acquistare con denaro reale delle pozioni in grado di ricaricare istantaneamente gli SP. Per quanto l’utilizzo di Bravely Second sia assolutamente marginale e sia tranquillamente possibile completare il titolo senza far ricorso a queste microtransazioni, la sola presenza di questo tipo di monetizzazione, decisamente poco gradita dai videogiocatori, appare quasi come una macchia, una forzatura in un gioco dalle tinte così classiche e dal sistema di combattimento così interessante. Almeno da un punto di vista di integrità stilistica e, perché no, anche morale, Square Enix avrebbe fatto meglio ad evitare questo tipo di monetizzazione, anche vista la sostanziale inutilità ai fini del gameplay. La possibilità di invitare in combattimento i personaggi degli utenti nella nostra lista amici non è l’unico rimando alle caratteristiche peculiari di 3DS presente in Bravely Default. Ogni singola abilità della console è stata sfruttata, dalla Realtà Aumentata (nel filmato iniziale ricco di phatos), agli incontri StreetPass. Questi ultimi ci permetteranno di procedere all’interno di un piccolo mini-game a sfondo gestionale. Ogni singola persona che incontreremo in StreetPass potrà infatti essere arruolata per partecipare alla ricostruzione del villaggio di Norende, andando a ricostruire abitazioni, negozi o bonificare intere aree. Ogni azione richiederà un certo periodo di tempo per essere completata, dai minuti alle intere giornate, e più lavoratori assegneremo, più rapidamente potremo ricostruire il villaggio natio di Tiz. L’incentivo per prendere parte in questo minigioco? Man mano che ricostruiremo negozi ed empori riceveremo oggetti ed equipaggiamenti utili nell’avventura principale, rendendo questa simpatica aggiunta non facilmente trascurabile.

Un acquerello in movimento

Bravely Default si presenta con un aspetto grafico semplicemente delizioso. I personaggi sono realizzati con uno stile super-deformed carinissimo, degno dei primi Final Fantasy, mentre a farla da padrone sono le meravigliose ambientazioni, realizzate tridimensionalmente nella World Map, e con fondali bidimensionali all’interno delle città o di certi dungeon. Sono in particolare questi ultimi a stupire per la cura e la qualità dei dettagli: pare di trovarsi di fronte a dei veri e propri dipinti acquerellati, con una varietà pazzesca di toni ed ambientazioni: da deserti bruciati dal sole a lussureggianti città nascoste nelle foreste, dalle meraviglie meccaniche di una città galleggiante ad onirici laboratori, da castelli medievali a bucoliche pianure. Tutto quanto contribuisce a creare un aspetto gradevole agli occhi ed immersivo per il giocatore, anche grazie ad uno degli effetti 3D migliori mai visti sulla console portatile Nintendo. Sono proprio le ambientazioni realizzate con stile più bidimensionale a rendere meglio in questo caso: con l’effetto 3D attivato si possono apprezzare meglio le proporzioni e le prospettive degli elementi architettonici e dei personaggi, trasformando il titolo in un vero e proprio acquerello tridimensionale. L’elemento sonoro non è da meno: Revo ha confezionato un commento musicale degno di essere citato tra i suoi migliori lavori, che pur adattandosi alla perfezione ad un videogioco non rinuncia ad una certa continuità stilistica con le produzioni dei suoi gruppi musicali Sound Horizon e Linked Horizon. Ci troviamo infatti di fronte ad una commistione di musiche orchestrali e strumenti rock moderni, in un mix non troppo dissimile da certe band Power Metal sinfonico come i nostrani Rhapsody of Fire, magari con l’ago della bilancia maggiormente spostato sull’elemento sinfonico. L’effetto finale è straordinario e si adatta alla perfezione alle esigenze di un JRPG, dai momenti più epici a quelli più avventurosi, fino a quelli più intimi e riflessivi. Se proprio dovessimo andare a cercare il pelo nell’uovo potremmo dire che a lungo andare, verso le fasi finali dell’avventura il riciclo degli stessi temi per i combattimenti può iniziare a sembrare ripetitivo, ma si tratta senza dubbio di una piccolezza di cui ben pochi giocatori si lamenteranno. Anche il doppiaggio si conferma di ottimo livello, con ottime recitazioni sia nella versione inglese che in quella giapponese, entrambe presenti all’interno del gioco. Facciamo infine notare la presenza della presenza del testo a schermo in ben sei lingue: italiano, inglese, giapponese, tedesco, francese e spagnolo.

Verdetto
9 / 10
La cosa più vicina ad un vero Final Fantasy che Square abbia mai prodotto negli ultimi anni
Commento
Bravely Default è indubbiamente un titolo dall'enorme coraggio. Il coraggio di andare a prendere gli elementi più classici di un genere ripetutamente dato per morente e di costruire un gameplay ed una storia avvincenti proprio intorno a quelli. Gli appassionati dei Final Fantasy a 8 e 16 bit si sentiranno senza dubbio a casa con Bravely Default, mentre tutti i giocatori potranno apprezzare l'inserimento su questa robusta struttura di base di numerosi elementi innovativi, su tutti il battle system basato sui comandi Brave e Default. Presentandosi con un aspetto audiovisivo curato con perfezione maniacale, e sfruttando completamente ogni caratteristica hardware di 3DS, Bravely Default riesce anche ad effettuare una perfetta sintesi tra classicismo ed innovazione, dimostrando come sia ancora possibile nel 2013 creare JRPG che rivaleggino con quelli della cosiddetta era d'oro Square. Peccato solo per l'inserimento a sproposito delle microtransazioni, che per quanto restino un elemento del tutto marginale e non necessario, un po' macchiano quell'alone di magia e perfezione che gli sviluppatori hanno saputo creare attorno al gioco. Consigliatissimo ad ogni appassionato di JRPG che si rispetti.
Pro e Contro
Geniale fusione di classicismo e innovazione
Job System e Battle System incredibilmente versatili e profondi
Aspetto audiovisivo stellare
Sfrutta ogni abilità di 3DS

x Inserimento delle microtransazioni superfluo e sgradevole
x A lungo andare certi brani musicali potrebbero risultare ripetitivi

#LiveTheRebellion