“Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente”
Una terribile maledizione si è abbattuta sulla terra di Cvstodia e sui suoi abitanti – è conosciuta come Il Miracolo.
Gioca nei panni del Penitente, unico sopravvissuto al massacro del “Dolore Silenzioso”. Intrappolato in un ciclo infinito di morte e rinascita, spetta a te liberare il mondo da questo terribile destino e raggiungere l’origine del tuo tormento.
Con queste premesse nasce Blasphemous, piccola perla del mercato videoludico portata alla luce da The Game Kitchen e dallo storico Team17. Il gioco è nato più di due anni fa da una campagna Kickstarter ed è ora disponibile per PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch; io ho avuto il piacere di provare la prima versione, attraverso la piattaforma di Steam. Oltretutto è curioso notare come il titolo sia stato rilasciato soltanto alcuni mesi dopo l’acclamatissimo Bloodstained: Ritual of the Night, rilanciando ulteriormente (e a mio avviso anche con maggiore qualità ed ispirazione) un genere che sembrava ormai defunto.
Un gameplay poco originale, ma molto divertente
ISPIRAZIONI DA METROIDVANIA...
Blasphemous infatti
si può classificare come un metroidvania con forti influenze da soulsilke. Nei panni del Penitente dovremo esplorare le macabre lande di Cvstodia affrontando schermate viste lateralmente in 2D, nelle quali non mancheranno elementi di vario tipo: nemici, trappole, meccanismi da sbloccare, npc, passaggi segreti e altro ancora.In Blasphemous tutto ciò è disposto magistralmente, evidenziando un level design curato e in grado di non far mai percepire un senso di ripetitività o noia. Forse avrei preferito un accenno al come si possano trovare i passaggi segreti, ma dopotutto ormai queste modalità sono diventate canoniche nell’universo videoludico. Una scelta di design che invece mi ha fatto storcere il naso riguarda le scale a pioli: quando se ne scende una per accedere ad una schermata sottostante si compare direttamente sul pianerottolo e non sulla parte di scala presente nella zona d’arrivo; può sembrare una sciocchezza, ma non lo è dal momento che saremo immediatamente esposti ad eventuali attacchi. Per quando riguarda il lasciarsi cadere dalle piattaforme, ho notato che il nostro protagonista ha una fin troppo spiccata tendenza ad aggrapparsi alla sporgenza da cui vorremmo gettarci e a volte questo risulta quasi fastidioso. Una preziosa mappa permette di non perdersi nei meandri di quest’ambientazione, anche se a mio avviso denota una mancanza non indifferente per il genere; non è infatti possibile apporre dei segnalini su di essa (oltre a quelli base già presenti) e di conseguenza succederà spesso di non riuscire a ricordare dove si trovasse una determinata stanza. Una nota molto positiva è invece il fatto che
la progressione non sia lineare e che starà a noi decidere dove avventurarci prima, potendo così respirare un profondo senso di libertà. In questo contesto si inserisce anche la presenza di collezionabili, sapientemente posizionati in modo da stimolare sempre la curiosità verso nuovi luoghi.
Blasphemous prende anche ispirazione a piene mani dalla tradizione dei soulslike: durante l’esplorazione incontreremo degli Inginocchiatoi e da essi respawneremo in caso di morte, lasciando una traccia della nostra essenza dove siamo morti. Questi santuari consentono anche di riposarsi e ripristinare la salute, ma al contempo fanno ricomparire tutti i nemici semplici abbattuti. Anche
la narrativa ha qualcosa in comune con quella dei titoli di From Software: essa è per lo più muta e quindi, per comprendere molti dettagli, è necessario leggere le descrizioni degli oggetti che si incontrano.
E la difficoltà non è da meno: ci sono pericoli ambientali letali (il vento… dopo aver visitato una determinata area inizierete ad odiarlo), i nemici semplici possono fare ingenti danni anche nelle fasi avanzate del gioco e i boss, salvo alcune eccezioni, rappresentano ottime sfide. Essi però non risultano ingiustamente punitivi, in quanto studiarli ci permetterà di comprenderne agevolmente i pattern e poterli quindi sconfiggere con ancora maggiore soddisfazione. E se dovessimo essere pervasi da un senso di frustrazione per le troppe morti non sarà un problema: tematicamente è il gioco giusto per appellarsi a tutti i santi.
...PER COMBATTIMENTI AVVINCENTI
In generale
tutto il combattimento in Blasphemous funziona bene: le meccaniche sono semplici ma profondamente divertenti e ogni uccisione regala grandi soddisfazioni. Le possibilità sono chiare fin da subito: attaccare, contrattaccare o schivare. Ad esse si aggiunge anche l’opzione di accumulare fervore per scatenare potenti preghiere, ovvero incantesimi. Dette così possono sembrare poche meccaniche, ma grazie al miglioramento delle stesse non stancano mai. Oltretutto, uccidendo i nemici semplici, c’è la possibilità di sferrare il colpo di grazia attraverso accattivanti finisher che ricordano quasi le fatality di
Mortal Kombat.
Purtroppo ho riscontrato anche alcuni bug, ma nulla di troppo complicato da correggere. In alcuni casi i nemici finiscono fuori dalla schermata di gioco, rendendoli impossibili da colpire; in altri casi mi è capitato che alcuni boss attaccassero ancora dopo la loro morte, costringendomi a ripetere la battaglia.
Una caratterizzazione unica del personaggio e del mondo
PERSONALIZZAZIONE SEMPLICE DEL PROTAGONISTA...
Anche
la fase di sviluppo del personaggio e preparazione ai combattimenti
è semplice ma molto curata.
Blasphemous non si presenta come un titolo troppo parametrico, ma concede una personalizzazione tale da saper divertire. Non si possono cambiare l’equipaggiamento principale (arma e vestiario), ma si possono potenziare la forza d’attacco, il fervore e la salute attraverso il ritrovamento di determinati elementi. In compenso però si possono selezionare innumerevoli potenziamenti secondari che variano notevolmente le performance del nostro alter ego digitale. Alcuni donano dei meri bonus alle caratteristiche, altri cambiano completamente il modo in cui si affronta il gioco. In ogni caso questi elementi, presi nel loro insieme, permettono addirittura di creare build differenti in base al nostro stile di gioco. Esplorando si possono anche trovare delle boccette di sangue che fungono da cure ricaricabili ai checkpoint; ad essere sincero non ho apprezzato il fatto che non siano potenziabili in alcun modo poichè nelle fasi avanzate permetteranno di recuperare una quantità di salute irrisoria rispetto ai danni che i nemici possono arrecare. Oltretutto il tempo necessario per utilizzarle non è trascurabile e rischierà soltanto di farci colpire e subire ancora più danni. La valuta del gioco sono le Lacrime, utilizzabili sia per acquistare servizi e oggetti che per potenziare il nostro protagonista. Quest’ultima opportunità avviene per mezzo di un semplice albero di abilità, tranquillamente sbloccabile nella sua interezza prima di concludere il gioco.
...IN UN MONDO TRA IL SACRO ED IL PROFANO...
Un elemento comune a tutti i potenziamenti e, più in generale,
a tutto il mondo di gioco di
Blasphemous,
è la sacralità, corrotta fino a diventare profana. E questo è davvero il punto di forza di tutta l’opera, grazie al senso grottesco e immersivo che riesce a dare. Ogni equipaggiamento, oggetto o collezionabile è un oggetto sacro con una storia da raccontare; grani di rosari perduti, parti anatomiche di santi, simboli di antichi riti incompiuti… ogni oggetto è a suo modo speciale. La trama stessa è impregnata di un significato sacro e profano, esattamente come le missioni secondarie. Non mi aspettavo nemmeno che queste ultime fossero presenti e invece abbondano, alcune esplicite e altre nascoste, e risultano tutte orignali. Pellegrini da accompagnare, morti a cui dare riposo, penitenti che cercano mezzi per espiare i loro peccati… Ogni azione intrapresa ha conseguenze rilevanti, anche perchè spesso
saremo posti di fronte a scelte che possono far concludere le storie in maniera differente. E questo vale anche per la trama principale che vanta anche un secondo finale, quasi nascosto, da sbloccare. Nel nostro percorso incontreremo dunque vari npc, ma essi non saranno solo macchiette. La loro caratterizzazione è tale da far venire voglia di conoscerli meglio e da far quasi rimpiangere che non ci siano ulteriori linee di dialogo; forse però è meglio così, la magia di questa narrazione risiede anche nell’incertezza. L’unica pecca è che la conclusione di alcune missioni venga ricompensata con delle semplici Lacrime e non con oggetti unici, sminuendole leggermente. A completare questa surreale e coinvolgente atmosfera troviamo l’utilizzo di termini aulici e di ispirazione latina, in grado di “benedire” ogni elemento con un tono solenne.
...DELINEATO DA UN OTTIMO COMPARTO TECNICO
La sublime atmosfera di
Blasphemous è completata da un comparto tecnico eccellente sotto ogni aspetto.
Le musiche e gli effetti sonori sono perfettamente adeguati alle situazioni, sapendole esaltare in alcuni momenti e lasciando spazio a pesantissimi silenzi in altri.
Lo stile grafico pixelloso ha una cura quasi maniacale, tanto da non sembrare nemmeno tale in alcuni frangenti. Le animazioni sono anch’esse magistrali, curate nei minimi dettagli. Il design generale è incredibilmente irriverente ed azzeccato, dalle ambientazioni ai nemici. Non mancheranno infatti pile di cadaveri, persone crocifisse e bruciate vive, nemici fortemente ispirati a figure clericali corrotte o a infanti deformi e tanto altro ancora. Per carità, è ancora presente qualche piccolo difetto grafico (come un glitch quando si apre la mappa subito dopo essere entrati in una nuova schermata), ma nulla che non possa essere corretto senza troppi problemi. Purtroppo non sono allo stesso livello i filmati (sempre in pixel art) che narrano alcuni avvenimenti di trama; questo non significa che siano mal realizzati, sono semplicemente su un gradino di qualità inferiore. In ogni caso tutte queste scelte tecniche e stilistiche sono perfette per sottolineare ancora di più l’atmosfera creata.
Tirando le somme, qualcosa di speciale
In conclusione, si può tranquillamente dire che
Blasphemous sia
un piccolo capolavoro, che andrebbe provato sia da chi è già avvezzo al genere, sia da chi non l’ha mai preso troppo in considerazione. Il prezzo base si aggira intorno ai 25€ che effettivamente non sono pochi, vista la durata non eccessiva, ma la qualità giustifica a pieno questo costo. Inoltre, per i completisti la longevità aumenta drasticamente, in quanto alcuni segreti sono davver ben nascosti. Completare il gioco permette di sbloccare anche una nuova skin, che può essere uno dei vari fattori che fa venir voglia di rigiocarlo, sebbene non sia presente un Nuovo Gioco+. Non c’è molto altro da dire se non consigliare di provarlo senza troppi pregiudizi; il team di sviluppo ha dimostrato anche un certo coraggio a proporre in questo periodo storico un prodotto simile: arrogante, irriverente e… Blasfemo.
Verdetto
9 / 10
Memento mori.
Commento
Pro e Contro
✓ Atmosfera sublime di sacro/profano
✓ Comparto tecnico ottimo
✓ Gameplay/esplorazione divertenti
x Grafica dei filmati non a livello
x Nessun segnalino per la mappa
x Alcuni bug minori
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