Recensione Beyond Eyes

Beyond Eyes“. A volte, non serve che un semplice titolo per descrivere un concetto intero: è “oltre gli occhi” che bisogna andare, per poter godere del nuovo titolo Indie di Tiger & Squid e di Team 17. È “oltre gli occhi” che bisogna “guardare”, per potersi immergere nell’idea stessa che ha permesso al gioco di diventare realtà. Perché, quando gli occhi non sono più una risorsa valida, non resta altra scelta che affidarsi a qualcos’altro: speranza, forse, ma anche un pizzico di immaginazione e coraggio nell’avventurarsi in un mondo sconosciuto, ben diverso da come lo si è sempre immaginato.

Beyond Eyes è questo e molto altro, sia in senso positivo che (purtroppo) in senso negativo. Accompagnato da un comparto artistico a dir poco impeccabile, il giocatore è chiamato a vivere una storia di amicizia e di speranza nei panni di Rae, una bambina cieca che non ha altri amici se non un piccolo gattino tigrato di nome Nani. Quando Nani smetterà di andare a trovare la piccola Rae, la bambina sentirà di dover seguire il proprio cuore alla ricerca del suo unico amico, avventurandosi nel mondo esterno senza averlo mai esplorato prima.

Beyond Eyes è un titolo dal comparto grafico incredibile e dal concept strabiliante. Per sua sfortuna, però, il nuovo titolo di Team 17 fallisce proprio nel tentativo di diventare “un capolavoro”, mancando l’obiettivo a causa di poche, spiacevoli lacune che, purtroppo, sono impossibili da ignorare.

Il titolo è disponibile su PC per €12,99 e su PlayStation 4/Xbox One per €14,99.

 

Versione testata: PC.

 

Un quadro che prende vita
 

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Beyond Eyes segue uno dei filoni più amati tra i giochi Indie più recenti
Beyond Eyes segue uno dei filoni più diffusi e amati tra i giochi Indie più recenti, cercando di raccontare una storia d’impatto tramite alcuni elementi di gameplay piuttosto semplici. Ci era riuscito perfettamente To The Moon, ci era riuscito in modo altrettanto affascinante Brothers, e il titolo dei Tiger & Squid sembra voler continuare a battere su quel terreno già seminato da tutti i suoi predecessori. Senza dubbio, le premesse sono più che buone: una bambina cieca alla ricerca del suo unico amico che decide di uscire dal suo giardino per avventurarsi nel mondo esterno, scoprendone tutti i lati positivi e negativi.

Un concept del genere non poteva non essere affiancato da un comparto artistico di un certo spessore, e, in effetti, i ragazzi di Tiger & Squid non hanno deluso per niente le aspettative: l’intero gioco sembra un quadro acquerellato che prende vita, con colori umidi e non troppo decisi quasi a volersi accordare con la percezione di Rae del mondo che la circonda. I “livelli” somigliano a una tela bianca nell’attesa di essere riempita di colori, e non c’è scenario che appaia se Rae non è stata in grado di passargli accanto, o almeno abbastanza vicino da sentirne il profumo. Ed ecco che, ad ogni passo, Rae modella lentamente ogni angolo del luogo in cui è immersa, colorandone i ponti, i moli e le strade con la sua immaginazione e il solo ausilio dei sensi che le sono rimasti. Di tanto in tanto, poi, Rae sentirà un suono; ma il giocatore dovrà fare estrema attenzione a ciò che crede di aver notato, poiché non esistono sensi ingannevoli come quelli di una bambina che non può “vedere”.

 

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Un gioco che gioca con il giocatore mentre gioca (?)
 

Al di là del comparto visivo dai toni splendidi e a dir poco artistici, ciò che colpisce maggiormente, nella prima oretta con Beyond Eyes, è il modo in cui gli sviluppatori sono riusciti a rendere la loro idea su schermo. Il titolo spinge all’esplorazione, ma ben presto ci si rende conto che comportarsi esattamente come farebbe una bambina cieca si rivela il modo migliore per proseguire (si veda l’immagine sottostante): costeggiare un ambiente per esplorarne i contorni e solo a quel punto avventurarsi verso il suo centro è uno dei processi di esplorazione più utili all’interno di Beyond Eyes, che costringono il giocatore a cambiare direzione ogni volta che si incorre in un ostacolo e ad immedesimarsi pienamente nei panni di Rae.

 

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Potreste spendere la prima ora di gioco fissando lo schermo a bocca aperta
Il livello di immedesimazione, all’interno di Beyond Eyes, è incredibile: potreste spendere la prima ora di gioco fissando lo schermo a bocca aperta, colpiti dal modo in cui i Tiger & Squid sono riusciti a rendere il concetto stesso di Rae e del suo rapporto con il mondo. In Beyond Eyesinfatti, è il gioco stesso a “giocare” con chi sta dall’altra parte dello schermo, costringendolo a immedesimarsi nei panni della bambina (nel tentativo di distinguere suoni e sagome) e portandolo ad avere paura delle stesse cose che spaventano la piccola Rae. Ciò che a breve termine si rivela essere uno dei più grandi punti di forza di Beyond Eyes, tuttavia, non se la cava altrettanto bene nel lungo periodo, risultando, piuttosto, uno dei suoi più grandi punti di debolezza.

 

È infatti dopo la prima oretta di gioco che iniziano ad affiorare i veri problemi del titolo: Rae, ad esempio, è una bambina determinata e piena di energie, ma è pur sempre incapace di vedere dove sta andando; per questo motivo, la piccola non potrà mai correre attraverso gli scenari, muovendosi con una lentezza tale da rendere l’esperienza di gioco talmente diluita da scoraggiare in qualsiasi modo l’esplorazione completa degli ambienti (che, tra l’altro, sono costruiti estremamente bene, e meriterebbero di essere visti per intero). Il titolo, di tanto in tanto, costringe anche a fare backtracking per sbloccare un passaggio che ci porterà più vicini alla nostra meta, ma ogni passo indietro corrisponderà a un pezzo di divertimento che si allontana, perché Rae si muove semplicemente con troppa lentezza (anche nei luoghi che già conosce) per rendere anche solo piacevole il ritorno negli ambienti già esplorati. Il tutto è condito da una disarmante monotonia di fondo (che si spezza un po’ nella brevissima sezione sotto la pioggia) che, sebbene accompagnata da qualche apparizione casuale della splendida colonna sonora, fallisce nel tentativo di essere varia due o più volte nel corso dell’intera esperienza di gioco.

Superato lo splendido impatto iniziale, Beyond Eyes inizia a perdere colpi
Superato lo splendido impatto iniziale con il titolo e il suo concept, dunque, Beyond Eyes inizia a perdere colpi sotto l’incurabile peso della monotonia, minato da quella stessa formula di gioco che era stata il suo punto di forza nei primi sessanta minuti circa di gameplay. Scontrarsi contro un muro non causerà più stupore e, una volta compreso in che modo i sensi di Rae si lasciano ingannare dall’ambiente circostante, anche buona parte dei piccoli “colpi di scena” sarà prevedibile e smetterà di sorprendere. Di tanto in tanto, fortunatamente, l’ambiente intorno a Rae potrebbe lasciarvi ancora a bocca aperta per i suoi colori o le sue strutture; ma nulla di più.

 

 

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Un bel racconto; un gioco “così-così”
 

Il problema di Beyond Eyes non è sicuramente da ricercarsi nello sviluppo
Beyond Eyes ha ricevuto opinioni piuttosto miste ed eterogenee da parte della critica, e non è difficile immaginare il perché. Il titolo è splendido a primo impatto, e gli sviluppatori sono sicuramente riusciti a rendere alla perfezione l’idea di Rae e del suo handicap, descrivendo in maniera ottima il suo intimo rapporto con il mondo che la circonda (disposto a mutare in base alle sue sensazioni e alle sue paure più profonde). Se, tuttavia, il concept del titolo è senza dubbio reso in maniera impeccabile, sarebbe superficiale considerare soltanto la parte narrativa di Beyond Eyes; forte di una grafica incantevole e di una storia altrettanto poetica, il titolo incassa parecchi colpi quando si tratta di competere con altre “esperienze narrative” di calibro un po’ più elevato (quali, appunto, To The Moon o lo stesso Brothers citato in apertura), che riescono a fornire una giusta combinazione di gameplay e storia, assente, invece, nel titolo di Team 17. Se, a ciò, si aggiunge una narrazione che poteva sicuramente essere scritta in modo migliore (almeno sulla prima parte del finale), il titolo dei Tiger & Squid ha tutto il potenziale per diventare un titolo da acquistare soltanto con un prezzo più basso di quello attuale.

Il problema, tuttavia, non è sicuramente da ricercarsi nello sviluppo: ciò che mina maggiormente Beyond Eyes è, purtroppo, il suo stesso concept, affascinante sul breve periodo e terribilmente noioso a lungo termine. Utilizzare una bambina cieca può essere interessante e addirittura “unico” per una mezz’oretta o un’ora intera di fila; dopo aver costeggiato l’ennesimo muro alla ricerca dell’ennesimo passaggio, tuttavia, l’esperienza di gioco inizia a pesare un po’ di più, rendendo Beyond Eyes un titolo sicuramente degno di essere giocato, ma anche di essere abbandonato miseramente dopo la sua conclusione.

 

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Verdetto
8 / 10
Ma... Ho imparato a dipingere?
Commento
Beyond Eyes è un titolo Indie dal comparto grafico strabiliante e dal concept indubbiamente unico. Ogni scena sembra un'opera d'arte che prende vita sotto i passi di Rae, piccola bambina indifesa che, priva della vista, si ritrova a dover percorrere un ambiente sconosciuto alla ricerca del suo unico, vero amico: il gattino Nani. Il sistema di gameplay potrebbe lasciarvi a bocca aperta per buona parte della prima ora di gioco, ma è proprio quando si supera quel limite che Beyond Eyes si rivela per quello che è: un titolo dal forte impatto narrativo che, sfortunatamente, si perde in un bicchier d'acqua quando tenta di essere divertente per il giocatore. Nonostante ciò, comunque, il titolo dei Tiger & Squid riesce perfettamente nell'intento di lasciare il segno nel cuore di chi lo gioca, limitandosi a diventare "una splendida storia" e, sfortunatamente, poco altro.
Pro e Contro
Primo impatto strabiliante
Comparto grafico eccezionale
Concept dalla forza impareggiabile

x Noioso a lungo andare
x Troppo dispersivo
x Povero di sceneggiatura

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