Inevitabile come il pagamento delle tasse, un altr… ( ok, forse non è l’ esempio più calzante…)
Dicevamo; inevitabile come l’alternarsi del giorno e della notte, un altro sparatutto online vede i propri contenuti ampliarsi di una modalità Battle Royale.
Dopo i successi di PUBG, Fortnite, Call of Duty Black Ops IIII e Apex Legends, questa volta è il turno di Battlefield V (qui la nostra recensione). Pubblicato da EA nel Novembre dello scorso anno, Battlefield V ha visto il 25 marzo l’ introduzione, tramite aggiornamento gratuito, della modalità Firestorm (“Tempesta di Fuoco”, per i meno anglofoni). Modalità che, appunto non è che una rivisitazione in stile Battlefield del genere Battle Royale.
Per chi negli ultimi mesi avesse vissuto in un bunker sotterraneo, tale genere prevede uno scontro tra diversi giocatori (64 in questo caso) che si sfidano all’interno di una mappa i cui limiti esterni tendono a ridursi con l’ avanzamento della partita, fino al momento in cui un solo giocatore rimane in vita vincendo il match.
E ADESSO COME CONTINUO LA RECENSIONE?
Sfortunatamente, la recensione della modalità Firestorm potrebbe fermarsi qui, in quanto risulta complicato trovare elementi da descrivere che differenziano l’opera di Dice dalle altre già presenti sul mercato.
Innanzitutto la mappa di gioco, per quanto adeguatamente grande per contenere i 64 giocatori per partita e morfologicamente varia, con alture innevate, laghi e zone di terra costiere, finisce con il risultare in buona parte anonima e poco caratterizzata: in più di un occasione ci è parso di ritrovarci in una zona in cui eravamo capitati in qualche partita precedente, salvo poi accorgerci invece che si trattava solo di un area molto simile.
Attualmente l’unica variante disponibile al “tutti contro tutti” è data dalla modalità a squadre, che vede fronteggiarsi team composti da 4 giocatori.
Anche la gestione dell’ inventario non presenta particolari novità rispetto a quanto già visto altrove: abbiamo kit medici da raccogliere, armature, oggetti da lancio e ovviamente le armi, il tutto da depositare in zaini che sarà possibile ampliare durante la partita.
Durante la partita sarà possibile raccogliere fino a due armi principali più una pistola, ed è proprio durante l’utilizzo delle armi che Firestorm riesce a imporsi come una copia “in meglio” di altre produzioni.
L’importanza di sparare per primi.
Le bocche da fuoco sono varie, con un feeling diverso l’una dall’altra, e restituiscono un discreto “feedback” durante l’ utilizzo.
Inoltre, cosa che abbiamo molto apprezzato, non è necessario svuotare diversi caricatori addosso all’avversario per metterlo fuori gioco: a meno di non trovarsi contro avversari abbondantemente corazzati, bastano pochi colpi a segno per guadagnare un uccisione.
Se tale caratteristica rende utile e appagante tendere imboscate a ignari avversari, quando invece si veste i panni della vittima bisogna rassegnarsi alle poche chances di sopravvivenza nel caso si dovesse venir colpiti da un avversario non visto.
Unico appunto negativo legato all’ utilizzo delle armi è la mancanza di personalizzazione: durante la partita sarà possibile trovare armi dotate di potenziamenti e accessori, ma risulta impossibile gestirli a nostro piacimento: se troviamo un fucile dotato di fuoco rapido e mirino telescopico, saremo costretti a tenercelo così.
È inoltre assente un qualsiasi tipo di personalizzazione delle classi: nonostante a inizio partita avremo la possibilità di scegliere tra le solite 4 classi, assalto, medico, geniere e cecchino, tale scelta ha un impatto solo estetico sul nostro personaggio, e differenza invece di come accade nelle altre modalità di Battlefield.
Quando l'uomo nel carro armato incontra l' uomo con la pistola, l'uomo con la pistola è meglio se inizia a correre.
Per quanto riguarda le caratteristiche che rendono “unico” Firestorm rispetto alla concorrenza, è obbligo citare la presenza di alcuni bunker disseminati per la mappa di gioco: una volta individuati, sarà possibile avviare l’apertura delle porte (che richiederà diversi secondi e l’attivazione di una sirena di allarme che allerterà i giocatori vicini) all’interno del quale troveremo un carro armato pronto all’uso – o quantomeno pronto dopo averlo rifornito di munizioni e carburante.
Inutile dire che in caso di assenza nell’ inventario di mine o esplosivi anti-carro, sfidare un giocatore alla guida di un bestione cingolato equivale a un prematuro ritorno alla lobby principale del gioco.
Per il resto le partite si svolgono come siamo abituati negli altri esponenti del genere: casse per il loot, saccheggio dei cadaveri e spostamento verso le “zone sicure.”
La classica “tempesta” di Fortnite, che delimita l’ area di gioco, è stata qui sostituita da una tempesta (oh, aspetta…) di fuoco. Al che mi chiedo se Dice avesse potuto cercare una soluzione un po’ più credibile e originale di un muro di fuoco esattamente circolare, che si restringe attraversando anche laghi e zone innevate.
Tra l’altro, non appena si finisce tra le fiamme, svanisce anche il timore reverenziale che nasceva nei confronti di tale elemento di gioco: quando ci si trova nella zona “out” della mappa si viene puniti con pochi punti di danno al secondo, rendendo possibili anche lunghe corse in mezzo al fuoco stile Ghost Rider o la Torcia Umana.
Passando al lato tecnico, durante la nostra prova (su Playstation 4 Pro), il gioco non ha evidenziato particolari problemi relativi al frame rate: qualche calo è apparso durante alcune fasi in cui venivano distrutti diversi elementi dello scenario, durante la guida di un carro armato, ma nulla che possa rovinare l’ esperienza di gioco.
Qualche critica può venire invece mossa alla qualità di alcune texture: se nel complesso il gioco appare discreto da vedere, alcune superfici appaiono molto inferiori rispetto alla qualità generale.
Non ti curar di lor, ma guarda e passa…
Giunti al momento di tirare le somme su Firestorm, l’espressione “senza infamia e senza lode” rappresenta il modo migliore per definire l’ opera di Dice, anche se a differenza del Sommo Poeta ci riteniamo più propensi a collare il gioco in Purgatorio, piuttosto che nel girone infernale degli “ignavi.” Almeno in attesa di futuri aggiornamenti e implementazioni al gioco.
Verdetto
6.5 / 10
Come Fortnite ma nella Seconda Guerra Mondiale
Commento
La modalità Firestorm proposta da Dice è senza ombra di dubbio discreta. Manca, però, di un qualsiasivoglia tocco personale che vada oltre l'inclusione di veicoli e armi già presenti nell'online di Battlefield V. Se qualcuno sperava in qualcosa in più del semplice paracadutarsi da un aereo a inizio partita e rimanere all'interno di una sezione circolare che si restringe nel tempo, non vedrà le proprie speranze concretizzarsi nella modalità Firestorm.
Pro e Contro
✓ Ottimo feedback delle armi ✓ Una piacevole aggiunta al multiplayer di Battlefield V...
x ... che fallisce però nel tentativo di differenziarsi dalla concorrenza
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