Il 20 Novembre 2018, con circa un mese di ritardo rispetto alla data originaria prevista per la pubblicazione, è finalmente giunto sugli scaffali e in tutte le ps4, Xbox One e Pc,
Battlefield V, l’ ultima fatica di Dice nel campo degli sparatutto in prima persona. Il gioco, ambientato durante la
seconda guerra mondiale, prosegue il filone storico inziato dal suo predecessore Battlefield 1, e ci riporta a vivere quella che
al momento risulta essere l’ ultimo conflitto a livello globale combattuto sul nostro pianeta.
Se in Battlefield 1 avevamo concluso il gioco ponendo fine al conflitto, il nuovo titolo di
Dice si apre facendo notare, in maniera piuttosto amara, che l’ uomo tende a dimenticare alla svelta gli orrori del passato.
Un monito quanto mai attuale…
Eccoci quindi a parlare della Storia raccontata in Battlefield V, che riprende la formula giá sperimentata in passato, con missioni denominate per l’ occasione
“War Stories”, brevi racconti indipendenti e autoconclusivi, che ci consentiranno di impersonare diversi protagonisti e spaziare geograficamente
dal Nord Africa fino alla Norvegia, terminando in Francia. Conclusione quanto meno temporanea, dato che a Dicembre verrà introdotta gratuitamente una nuova missione,
“The Last Tiger”, che ci metterà nei panni di un capitano tedesco alla guida del suo carroarmato Tiger.
Le
tre War Stories attualmente pubblicate, e che costituiscono il
pacchetto “single player” del titolo, sono
terminabili in circa 4/5 ore a seconda della difficoltà scelta, e proseguono la filosofia del
“proprio perché dobbiamo” intrapresa dalle serie di Battlefield e Call of Duty, che al netto di un maggior impiego di risorse nelle modalità Online, tendono a sacrificare la componente single player del titolo.
Già dalla prima missione,
“Under no Flag”, emergono pregi e difetti della modalita single player. Se da un lato l’approccio ai vari obiettivi della missione risulta appagante, per via di un
game design che consente diverse vie di accesso ai bersagli, che ben si sposa con la possibilità di marcare grazie al binocolo i vari nemici e punti di interesse al fine pianificare la modalità di attacco ( o di infiltrazione, a seconda dei gusti ) piú adatta alla situazione e ai gusti del giocatore,
qualche scelta di gameplay tende a complicare inutilmente alcuni tipi di approcci.
É durante le varie
fasi stealth, che ci si rende conto di quanto siano fortunati i vari
Snake e
Sam Fisher del caso: un conto è agire di nascosto dotati di tuta mimetica, scatole di cartone e gadget stordenti, tutt’altro è infiltrarsi dietro le linee nemiche armati unicamente di bossoli di proiettile con cui distrarre i soldati al fine di aggirarli o aggredirli alle spalle. Problema che solo e unicamente nella seconda War stories,
Nordlys, viene eliminato dalla presenza di coltelli da lancio tra le armi in dotazione della giovane protagonista.
Un’aggiunta interessante presente in questo livello, ma a conti fatti non implementata al meglio, è la possibilità di equipaggiare un paio di sci per spostarsi velocemente da un punto all’altro della mappa: ottima sulla carta, un po’ improbabile quando si improvvisano slalom tra i soldati nemici che ci hanno avvistato.
Ma non di soli difetti vive la modalità single player: le varie trame risultano comunque godibili (
chiudendo un occhio su alcune situazioni paradossali che non vi sveliamo per evitare spoiler).
Gli scontri a fuoco sono quelli che abbiamo imparato a conoscere nella serie: un ottimo felling con le armi, ognuna dotata di un suo “peso” e “rinculo” rendono il
gunplay quello che abbiamo tanto imparato ad apprezzare nella serie Battlefield. Anche il comparto grafico esce a testa alta dal campo di battaglia: illuminazione, texture e qualità dell’ immagine sono di prim’ordine, inoltre il
Frostbite Engine gestisce quasi senza intoppi le grandi aree delle missioni. Rimane qualche sporadico problema di compenetrazione poligonale soprattutto nell’online, dovuto principalmente all’
elevato numero di elementi distruttibili presenti nelle mappe, ma nulla che possa inficiare più di tanto sulla qualità totale.
Dicevamo, mappe di grandi dimensioni, che consentono quindi diverse modalità di approccio ai vari obbiettivi: perché perdere tempo a eludere la sorveglianza di un accampamento quando parcheggiato in una pista di decollo ai margini della mappa, riusciamo a scorgere grazie al nostro binocolo un bombardiere
Stuka nemico lasciato incustodito, con cui far piovere morte e distruzione dall’alto?
Aree che sono di dimensioni molto più contenute nell’ultima missione,
Tiralleur, incentrata piú sugli scontri a fuoco, e che sfruttando quindi il
cavallo di battaglia di Dice si impone come quella che potrebbe essere considerata come la War Stories più riuscita a livello di godibilità.
Se l’antipasto composto dalle War Stories rischia comunque di lasciare un po’ di amaro in bocca, è la “portata principale” del titolo,
il multiplayer online a risollevare il giudizio sul menù preparato da Dice.
Battlefield 5 ricalca le orme del suo predecessore, un buon numero di mappe (8 al momento), la conferma delle modalità di gioco già viste in passato e la presenza
fino a 64 giocatori sul campo di battaglia.
Le classi presenti in Battlefield 5 sono le solite:
Assalto, Medico, Supporto e Scout, a cui però questa volta si aggiungono delle
sottoclassi, utili a stratificare la diversità del gioco. L’assalitore, ad esempio, potrà decidere di specializzarsi in due ruoli ben distinti: “fanteria leggera”, per i giocatori dal grilletto facile abituati a combattere in prima linea, o “distruttore di carri”, per i più ecologisti che detestano vedere fumosi e inquinanti carri armato sfrecciare per le mappe.
Ogni specializzazione conferirà bonus diversi: dai danni aumentati contro i veicoli, alla possibilità di rigenerare salute aggiuntiva rispetto alle altre classi. Aumentando di livello man mano con il trascorrere delle ore, ogni specializzazione riceverà dei miglioramenti specifici per se e le proprie armi: da una maggior velocità di movimento per il Medico, a un rinculo ridotto delle armi per la classe Supporto tanto per citare qualche esempio.
Modifiche non solo per le caratteristiche della propria classe e armi, ma sarà possibile apportare
miglioramenti ai veicoli: ad esempio, un carro armato potrà venire potenziato con colpi perforanti, aumentandone così la sua capacità offensiva, oppure con un sistema di lancia-fumogeni per renderlo più difficile da individuare in certe situazioni. Nulla che travolga le meccaniche delle ormai familiari classi, ma utile a dare quel
pizzico di varietà in più alla profondità del gioco.
Ad aumentare la necessità di
“ragionare” in battaglia prima di gettarsi nella mischia, contribuiscono anche altri fattori: il
numero limitato di munizioni di cui si dispone ad ogni respawn e l’
eliminazione della rigenerazione col tempo della vita, ripristinabile unicamente utilizzando gli appositi medikit nell’inventario.
Un’aggiunta tutta nuova viene invece presa in prestito da “quel giochino famoso che tutti giocano e dove ne sopravvive solo uno alla fine”:
le fortificazioni. Realizzabili da ogni classe, le fortificazioni consentiranno di costruire ostacoli (ripari formati da sacchi di sabbia, dissuasori per carri armato ecc..) in modo da facilitare soprattutto le operazioni di difesa. Scordatevi però di costruire scale per il cielo o mastodontiche ville a 5 piani, a differenza di Fortnite le fortificazioni sono realizzabili solo in punto predefiniti all’interno della mappa. Inutile dire che tale attività sarà la preferita della classe
Supporto, in grado di realizzare tali costruzioni ad una velocità superiore in virtù dei bonus di classe di cui dispone.
Altra novità importante, è quella relativa al
respawn a seguito della morte: qual’ ora un giocatore dovesse morire, potrà decidere se ripartire dalla propria base, oppure nelle vicinanze di un compagno di squadra. Questo porta due
modifiche sostanziali al gameplay: una maggiore velocità con cui è possibile rientrare a centro dell’ azione, e di conseguenza l’ importanza di tenere almeno un membro del proprio team in vita, in modo da poterlo sfruttare come punto di rientro evitando in tal modo la ripartenza lontano dagli scontri.
You Either Die A Hero, Or You Live Long Enough To See Yourself Become A Respawn Point
In sostanza, tra la possibilità di ogni membro della squadra di rianimare un compagno ferito, la scarsezza di munizioni disponibili a ogni inizio partita, che costringe a cercare rifornimenti in giro per la mappa o richiedendole al soldato di Supporto di turno, in aggiunta a quanto introdotto di nuovo sui punti di respawn, è innegabile che
Battlefield V sia un titolo più che mai votato alla cooperazione e al gioco di squadra.
Altra nota positiva, è quella legata a come Dice intende gestire il gioco post-lancio: è stata infatti confermata
l’assenza di qualsiasi Season Pass e cassa premio. Questo non significa però che il gioco non riceverà aggiornamenti: è stato a tal proposito presentato il servizio
“Tides of War”, che introdurrà nuove mappe, armamenti e altri contenuti aggiuntivi in modo totalmente gratuito. Vantaggio sostanziale di questa scelta è quella di
evitare la divisione della community come in passato tra possessori e non di Season Pass.
Verdetto
8.5 / 10
"Uno per tutti, tutti per uno". Più che un motto, il modo per imporsi in Battlefield V
Commento
Pro e Contro
✓ Nessun Season Pass o mappa extra a pagamento
✓ Comparto audio/video di prim' ordine
✓ Eccellente multiplayer "alla Battlefield"...
x ... forse anche troppo, con poche novità di peso
x Campagna single player breve e poco ispirata
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