Recensione Batman: Arkham City

Dopo il fortunato primo capitolo della “gestione Rocksteady”, i possessori di PlayStation 3 e Xbox 360 (con buona pace di quelli PC, che si aggiungeranno a questi tra breve) possono finalmente tornare ad impersonare l’uomo-pipistrello più famoso del mondo (no, non stiamo parlando di Dracula) nell’attesissimo Batman: Arkham City.

Avevamo lasciato una Gotham City sconvolta dal disastro del Manicomio di Arkham, dal quale Batman uscì decisamente malconcio; gli avvenimenti di quella folle notte hanno portato Quincy Sharp, diventato nel frattempo sindaco di Gotham con metodi controversi, a rivoluzionare la sicurezza cittadina edificando una sorta di città-prigione ricavata dal quartiere della vecchia Gotham nella quale sarebbero stati trasferiti tutti i criminali di Arkham e Blackgate, le quali sarebbero state chiuse a tempo indeterminato. La “fortezza”, controllata da una non-convenzionale forza penitenziaria chiamata TYGER, diventa subito motivo di malumore in città, sentimento enfatizzato dalla promozione a Supervisiore di Hugo Strange.
In questo anticipatissimo sequel del pluripremiato Arkham Asylum ritroviamo, dopo circa 18 mesi dai fattacci del Manicomio, un fermo e deciso Bruce Wayne che porta avanti un movimento politico cittadino per far chiudere la nuova struttura di “Arkham City”. Peccato che questa pacifica idea di opposizione si trasformerà, nel giro di pochi minuti, nella più dura battaglia che Batman dovrà affrontare per salvare tutta Gotham.

Una città, tanti criminali

Ancor più di Arkham Asylum, molti saranno i volti noti ai fan di Batman in questo Arkham City, da quelli più conosciuti come Joker, Due Facce e Pinguino, a gente nota solo ai veri fan del fumetto come Maschera Nera, Solomon Grundy e Hush. Inoltre tornano sulle scene anche vecchie conoscenze come Zsazs e l’Enigmista che, per l’occasione, ha aumentato notevolmente i propri enigmi (ma approfondiremo l’argomento più avanti).
Arkham City è vasta e labirintica, sicuramente di più di quanto lo era il manicomio di Arkham: ci vorrà un bel po’ di tempo per ambientarsi e prendere i primi punti di riferimento ma, fortunatamente, la mappa in-game è ben dettagliata e viene sempre in aiuto del giocatore, nonostante la presenza di una minimappa sempre presente sulla GUI in sovraimpressione, soprattutto in un free roaming come questo, sarebbe stata una scelta molto gradita. Tuttavia è anche vero che i canoni di oggi vogliono uno schermo il più “pulito” e libero possibile, per cui prendiamo atto della scelta di Rocksteady e ci abituiamo a “vivere” la città come faremmo nella vita di tutti i giorni.
L’evoluzione, dall’ambiente un po’ lineare di Arkham Asylum alla mappa immensa e liberamente esplorabile (questa volta senza alcun vincolo) di Arkham City, potrebbe far storcere un po’ il naso agli amanti del primo gioco, almeno nelle prime ore di gioco. Se infatti coloro che vivono di pane e free roaming non potranno che gioire nello scprire che questo sequel ha a tutti gli effetti un’impostazione à la GTA, è anche vero che chi aveva acquistato il primo gioco di Rocksteady si ritroverà un po’ spaesato, e forse spaventato, dalla “solitudine apparente” alla quale ci lascia il gioco dopo le prime battute di tutoring. Ma se volete acquistare questo gioco con cognizione di causa, vi abituerete facilmente a questa coraggiosa scelta del team.

“Hai una chiamata persa”

Il comparto grafico di Batman: Arkham City è sempre eccezionale, come quello del primo capitolo; detto fuori dai denti, il motore grafico non ha subìto stravolgimenti da quello che muoveva Arkham Asylum, ma bisogna sottolineare il minuzioso lavoro di rifinitura e la magistrale gestione dell’illuminazione, che plasmano la città-prigione da ambiente surreale a quartiere verosimile nel giro di pochi balzi da un tetto all’altro.
Il gameplay è, come ci fece annusare il prequel, decisamente fluido ed azzeccato: tutto ciò di buono e di (ai tempi) innovativo che ha reso grande Arkham Alysum c’è e si prende larghi spazi, non disdegnando però gradite novità: giusto per farvi capire, nell’armamentario di Batman non solo si aggiungono nuovi gadget, ma anche nuove devastanti (e quanti mai spettacolari) combo, di transizione o finali che siano. Inutile dire che, quindi, il sistema di combattimento non è invecchiato affatto, così come tutto l’approccio al gioco stesso (investigazioni, platforming, ecc.) ha visto una piacevolissima rinfrescata – portata, prima di tutto, dalla nuova impostazione di gioco.
Degno di nota è certamente il comparto audio. Le musiche, incredibilmente immersive, e il doppiaggio sono tra i migliori mai sentiti in un gioco sui supereroi e, per tutti quei fan che son cresciuti con il cartone animato, si potranno sentire (così come per il primo capitolo) le amate voci della propria infanzia!

Tante, forse troppe, cose da fare

Oltre ovviamente alla campagna principale, nella quale il leitmotiv sarà quello di aiutare Batman prima a risolvere le proprie magagne in Arkham City e poi capire cosa diavolo sta ribollendo nella città-prigione, impedendo nel frattempo ad Hugo Strange di attuare il tanto discusso quanto misterioso Protocollo 10 (non chiedetevi di cosa parliamo: lo scoprirete solo acquistando il gioco), Arkham City offre 12 sotto-quest, ognuna distaccata dalla trama del gioco, che aggiungono alla “festa” altri particolari e nuovi personaggi, arricchendo il già vasto cast di questo secondo capitolo.
Oltre alle sotto-quest tornano gli immancabili, amati-odiati indovinelli dell’Enigmista, che questa volta arriveranno ad un totale di ben 440 (contro i 250 del primo capitolo!), insieme alle ormai storiche Sfide, le quali non aggiungono parti narrative alla trama ma sono un “extra” per ampliare la longevità del titolo. Ad essere sinceri, la stessa longevità viene “minata” da queste sfide che sì, allungano di molte ore l’esperienza di gioco, ma essendo fini a loro stesse e non offrendo più quella varietà che davano nel primo capitolo (con l’aggravante di non offrire nulla di diverso da ciò che si vede nella modalità in singolo), rischiano addirittura di diventare noiose ai più. Infatti le medaglie delle sfide salgono da 48 a 192, rivelando l’unico punto debole di Batman: Arkham City: una modalità secondaria che alla lunga rischia di diventare noiosa e snervante. Rimane il fatto che si tratta di modalità facoltative, atte solo a completare il gioco al 100% e sicuramente offriranno una durissima e sudoripara sfida ai cacciatori di Trofei/Obiettivi…

Catwoman, Robin e Nightwing

Giusto per non farsi mancare nulla, nella campagna principale questa volta non ci immedesimeremo solo nel Cavaliere Oscuro, ma durante lo svolgersi della storia prenderemo (tramite DLC e/o Online Pass) il comando della sensualissima Catwoman.
Selina Kyle ha un piano: vuole penetrare nella cassaforte più grande di Arkham City, per poi con il super-bottino tornando a Gotham a gambe levate. Troveremo quindi frammenti di gioco ed enigmi riservati per lei, trofei rosa che Batman non potrà prendere e, per completare tutto il gioco al 100%, i due dovranno “collaborare”. Inoltre, il personaggio di Catwoman porta con sè anche un gameplay leggermente modificato: ad esempio, le scalate si diversificano da quelle che fa Batman con il rampino poichè la sexy Selina, una volta lanciata la ben più corta frusta, dovrà scalare “a mano” muri e impalcature, con il giocatore che dovrà premerà R1/RB a tempo con l’indicatore se si vuole proseguire con una veloce salita.
Tuttavia, coloro che stanno già pensando “e se non ho l’Online Pass, non la vedo neanche?” possono stare tranquilli: se non riscattere il pass o non acquistere il DLC, Catwoman farà comunque la sua parte nello svolgimento della trama di Arkham City, anche se non sarà possibile giocare i momenti dedicati solo a lei e… Già, non si potrà ottenere il 100% del gioco.
Ma Catwoman non sarà l’unica guest star giocabile: Robin, alias Tim Drake, fa la sua apparizione durante la trama principale e arriverà sugli Store a breve come DLC ma, come il suo predecessore Nightwing, alias Dick Grayson a.k.a. il primo Robin (già disponbile online per il download), potrà essere usato solo nelle sfide (“La vendetta dell’Enigmista”, n.d.r) nelle quali, come Catwoman e Batman, dovremo collezionare le già citate 192 medaglie (con ogni personaggio!)…

Piovono uova di pasqua!

Non siamo impazziti con questo titolo di paragrafo, ma ci riferiamo alla quantità industriale di easter eggs pensati da quei ragazzacci di Rocksteady per Arkham City.
Gli Easter Egg, per chi non masticasse il gergo videoludico, sono quegli elementi di vario genere (grafico, sonoro, video, ecc.) che vengono nascosti dagli sviluppatori e sono, per definizione, degli omaggi ad altri videogiochi, film, fumetti o quant’altro atto ad alimentare le passioni dei fan. E Rocksteady ne ha inseriti tanti, ma veramente tanti, in questo Arkham City, tanto che la loro ancora indefinita totalità può essere addirittura considerata come un’ulteriore sfida di ricerca!
Ora come ora non si sa se qualcuno li abbia già trovati tutti, ma in molti stanno spulciando la campagna e l’intera città; al momento il più visto su YouTube è quello sbloccabile nella stanza di Joker dopo il finale della storia principale… Ma di certo non vi diciamo di che si tratta, altrimenti che Easter Egg sarebbe?

Verdetto
9 / 10
È come Asylum ma senza Manicomio.
Commento
Batman: Arkham City è il degno successore di Arkham Asylum, rapisce sia i fan dell'uomo pipistrello “cartaceo”, sia quelli che gli si sono avvicinati per i film o per pura passione videoludica. Rimarrà nelle vostre console o PC a lungo, soprattutto se volete completarlo al massimo. Infatti l’unica pecca di questo capolavoro a 360° sono le sfide, stressanti e troppo numerose ma fortunatamente utili solo ai cacciatori di Trofei/Obiettivi. Arkham City è un acquisto obbligato per gli amanti di Batman e un gioco consigliatissimo a coloro che magari lo conoscono solo di fama: è molto facile che questo gioco possa addirittura invogliarli a leggerne i fumetti!
Pro e Contro
Città dettagliata nei minimi particolari
Tantissimi personaggi dall'universo Batman
Tecnicamente impeccabile
Campagna avvincente e piena di possibilità
Longevità assicurata...

x ...forse anche troppo!
x Sfide snervanti e alla lunga noiose

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