Nell’ultimo triennio ho avuto il piacere di giocare la saga Mysterious di Atelier e non ho potuto che amarla per la sua semplicità e al tempo stesso per le innovazioni portate in una serie che ormai ha 20 anni sulle spalle, con Lydie & Suelle che è la summa di quanto visto in questi anni.
Versione testata: PS4Come suggerisce il titolo, la trama del gioco ruota attorno a Lydie e Suelle Marlen, due sorelle gemelle che vivono nella città di Melveille, capitale del regno di Adalett. Le due aiutano il padre, alchimista pure lui, con l’atelier di famiglia, tra sintesi spesso non riuscite e lavoretti per mandare avanti la baracca. Le cose cambieranno quando, un giorno, Lydie sentirà una voce provenire dal seminterrato di casa, qui insieme alla sorella scopriranno un dipinto misterioso e come per magia si ritroveranno catapultate al loro interno. Questo segnerà l’inizio delle avventure delle gemelle Marlen che si porranno come obiettivo non solo quello di esplorare questi quadri speciali, ma anche diventare alchimiste di prim’ordine.
Com'è facile intuire dal titolo, la trama principale del gioco ruoterà intorno alla vita di tutti i giorni delle due sorelle, ma soprattutto a scoprire quali segreti si celano i dipinti misteriosi.
Con Lydie & Suelle gli sviluppatori hanno compiuto un notevole sforzo a livello narrativo, in particolare per quello che riguarda la trama principale, dove non manca qualche colpo di scena soprattutto negli ultimi capitoli. Di norma gli Atelier non brillano per storie complesse, anzi spesso si tratta di trame leggere e piacevoli ma in questo capitolo saremo testimoni di alcuni eventi di particolare impatto emotivo. Quello che non cambia, invece, è la solita cura dedicata alla caratterizzazione dei personaggi, ottima per quello che riguarda i nuovi personaggi e ancora più approfondita per il cast di Atelier Sophie e Firis, cosa che si nota moltissimo se si hanno giocato i due titoli in questione in quanto appare subito chiaro come i personaggi dei vecchi capitoli siano davvero cresciuti dando una perfetta sensazione di scorrimento temporale. A proposito di questo, una serie di eventi secondari di alcuni personaggi si rifanno chiaramente alle vicende di Atelier Sophie. Fin qui nulla di male, ma solo per chi ha giocato tutta la trilogia: chi si affaccia alla saga per la prima volta con Lydie & Suelle o su console Nintendo, potrebbe avere qualche problema a comprendere a pieno tutti gli eventi
La parola alchimia è quella più giusta per descrivere il gameplay di Lydie & Suelle, che riesce a gestire sapientemente battaglie, craft degli oggetti e tutto il resto che offre il gioco senta intaccare altri elementi. Proprio il battle system è quello che ha subito cambiamenti notevoli, tant’è che non è eccessivo definirlo tra i migliori mai visti in un Atelier. Come da tradizione Lydie & Suelle è il classico JRPG a turni, ma questa volta saremo in grado di utilizzare fino a sei personaggi in battaglia di cui tre principali e altri tre nelle retrovie pronti a intervenire in qualsiasi momento. Intervenire è un termine adatto in quanto questi tre personaggi sono in grado di eseguire azioni autonomamente dopo che uno dei tre principali porta un attacco e portano il nome di Follow-up, sono legati strettamente al personaggio e variano da mosse offensive in serie o difensive, cure e power-up. Ogni personaggio dispone di abilità peculiari, ad esempio Lydie è più adatta come membro di supporto grazie alle sue skill che applicano buff al party e debuff ai nemici (sebbene consista solo nel ritardare il turno) mentre Suelle o Firis possiedono skill offensive a dir poco devastanti ma non solo, tutti i personaggi giocabili alchimisti sono in grado di utilizzare gli oggetti creati nel corso del gioco, mentre gli altri saranno in grado di utilizzare solo oggetti di supporto. Ulteriore e importante novità è il Battle Mix, che permette di creare oggetti tramite l’alchimia con i materiali raccolti sulla mappa e utilizzarli subito in combattimento con effetti tutti da scoprire, nelle fasi avanzate di gioco sarà anche possibile utilizzare il Battle Mix con oggetti creati nell’Atelier, in modo da aumentarne esponenzialmente la potenza.
[nggallery id=4212]Infine abbiamo le immancabili mosse finali, ma anche in questo caso il sistema è stato rinnovato grazie all’introduzione delle Combinations Art, queste sono degli attacchi speciali effettuati in coppia a seconda del personaggio principale che combatte e quello messo a suo supporto e variano in base alle combinazioni. Per effettuare una Combinations Art però si dovrà prima riempire l’apposita barra durante il combattimento tramite l’uso attacchi normali e follow-up.
Quello che non cambia, ma al tempo stesso migliora di anno in anno, è il sistema di craft degli oggetti. Questo rimane simile a quanto visto in Atelier Firis, con i vari bonus da ottenere riempiendo i simboli presenti nel tracciato in base alle nostre esistente in modo da sbloccare i “tratti” più utili all’oggetto che stiamo cercando. Per fare un esempio, se vogliamo creare una bomba che infligge il massimo dei danni, dovremo puntare ai tratti “Fire Damage L” e “Inflict Burn L” in modo da avere un oggetto in grado ti togliere un elevato numero di HP e al tempo stesso infliggere status alterati gravi al nemico. Per fare tutto questo ovviamente avremo bisogno dei tantissimi materiali sparsi in giro sia nel mondo di gioco che nei dipinti, sperando di trovarne di alta qualità in modo da creare oggetti sempre migliori. Nuovi oggetti da creare saranno sbloccati tramite la storia, libri da acquistare nel gioco e rispettando certi requisiti che potremo controllare in qualsiasi momento nel nostro recipe book, dove vedremo la lista di tutto quello che è possibile creare con l’alchimia.
In Atelier non si vive di sola alchimia e combattimenti, infatti possiamo scegliere di dedicarci alle varie sub quest ed eventi secondari che i titoli della serie presentano e anche Lydie & Suelle non è da meno. Le quest variano da eliminare mostri specifici alla creazione di determinati oggetti, a volte con tratti particolari, altre quest invece sono uniche in tutto il gioco e chiedono di raggiungere un determinato obiettivo, spesso abbastanza difficile da raggiungere in quanto propongono combattimenti ostici o craft di item che richiedono materiali molto rari. In questi casi però il premio non sarà il classico denaro, ma nuove opzioni per il Battle Mix, fondamentali per le fasi avanzate di gioco e i boss. Escluse queste missioni speciali, la varietà di quest è davvero misera e ci ritroveremo a fare sempre le stesse cose in poco tempo, un passo indietro rispetto a Firis dove la stessa quest non capitava mai più di volte al massimo. Anche dal punto di vista esplorativo bisogna registrare un piccolo peggioramento, in quanto si torna al vecchio sistema di mappe classico della saga: dalla world map accederemo a singole mappe divise in varie zone molto ristrette da esplorare in pochi minuti. Discordo diverso invece per i dipinti misteriosi, molto più variegati in termine di ambientazione e soprattutto zone e dimensioni, certamente non paragonabili a Firis, ma che comunque richiedono un po’ di tempo per essere esplorate a fondo. La sensazione è che gli sviluppatori abbiano voluto impiegare uno sforzo maggiore nei mondi dei dipinti, in quanto sono il fulcro del titolo, e da questo punto di vista non ci si può lamentare.
Ebbene Gust è stata molto furba. Firis aveva si un vasto mondo da esplorare, ma in certe zone e condizioni meteo, il gioco subiva dei pesantissimi cali di framerate, a tratti imbarazzanti per una produzione PS4. Lydie & Suelle, invece, sopperisce a questo problema con mappe più piccole ma ricche di dettagli, con un framerate sempre fluido e cali quasi impercettibili ma che comunque si verificano molto raramente. Graficamente il gioco è decisamente ben curato, molto più di Sophie e Firis soprattutto per quello che riguarda i personaggi. Gli ambienti non sono da meno, da foreste rigogliose a fitti boschi, fino a deserti desolati e lande innevate, e ciascuna zona assume un atmosfera ancora più particolare quando muta il tempo: trovarsi in montagna durante una tempesta di neve renderà la mostra visibilità parti a zero, dando una forte sensazione di immersione in quel determinato luogo. Per quanto riguarda la parte audio, il gioco presenta solo il doppiaggio giapponese, eccellente come sempre in questi titoli ma è la colonna sonora che brilla per originalità, con brani davvero belli di cui alcuni anche cantati da personaggi di spessore della musica nipponica. Buona la traduzione, sebbene solo in lingua inglese, malgrado qualche dimenticanza di qualche lettera nella descrizione e nomi di alcuni oggetti.
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