Recensione Ar Nosurge: Ode to an Unborn Star

Il 2014 si sta concludendo e per i patiti dei JRPG questi ultimi mesi si presentano ricchi di titoli capaci di accontentare i gusti di tutti. Fra la marea di giochi di ruolo di stampo giapponese che ci siamo trovati a testare in questi giorni abbiamo Ar Nosurge: Ode to an Unborn Star di Gust in arrivo su PlayStation 3 grazie a Koei Tecmo.

Neverending Story
la mancanza del primo titolo mai arrivato in occidente fa pesare alcune lacune a livello narrativo
Il trascorso di Ar Nosurge è abbastanza complesso. Ambientato nell’intricato universo di Ar Tonelico (altro JRPG sempre a cura di Gust), ne condivide diversi aspetti legati sia alla storia che ad alcune meccaniche di gioco, facendolo diventare una sorta di prequel. A confondere e complicare le cose però abbiamo Ciel Nosurge, titolo a metà strada tra la visual novel e il life simulator uscito solamente in Giappone per PS Vita e che si colloca come prequel di Ar Nosurge, facendolo diventare una specie trait d’union fra le due serie in questione. Questo però porta ad un problema che si riscontra fin dalle prime ore della complessa storia che getta le basi per le vicende del gioco: la mancanza del primo titolo mai arrivato in occidente fa pesare alcune lacune a livello narrativo, creando buchi piuttosto importanti in un intreccio che meritava sicuramente di essere approfondito. A nulla serve un’enciclopedia interna attivabile quando alcuni termini saranno evidenziati e che ci sveleranno brevemente fatti o retroscena, o a far luce su una terminologia alquanto complessa e che graverà per l’intera durata del gioco.

Almeno tu, nell’universo
E se ad una lettura veloce di questo abbozzo di trama vi sembrerà tutto confuso e fumoso, beh questo rispecchia a pieno la sensazione che si ha giocando al titolo Gust
La storia del gioco vede alternarsi su schermo le vicende di due coppie di protagonisti Delta e Casty, rispettivamente un ex soldato diventato prima ristoratore e poi mercenario e della sua compagna d’avventure, una ragazza in grado di usare il potere della musica durante le battaglie e sgominare ogni avversità. La loro missione sarà quella di recuperare un’arma, una potente canzone che nelle mani sbagliate potrebbe rivelarsi pericolosa e finita nelle grinfie della Genomirai Church, una fazione religiosa che ha una visione decisamente particolare e distorta della vita nell’universo dell’EXA_PICO. Più avvolti dal mistero invece saranno Ion (la protagonista di Ciel No Surge) e il robot Earthes, guardia del corpo della ragazza e che vedranno le loro vite incrociarsi con Delta e Casty, andando a delineare una storia ricca di colpi di scienza, bizzarrie e tanti momenti ricchi di nonsense o situazioni imbarazzanti che da sempre caratterizzano la serie di Ar Tonelico e che in Ar Nosurge non mancheranno di certo. E se ad una lettura veloce di questo abbozzo di trama vi sembrerà tutto confuso e fumoso, beh questo rispecchia a pieno la sensazione che si ha giocando al titolo Gust. Ed è un peccato perché la storia non si risparmia riflessioni a ben ampio respiro su argomenti come la politica o la religione, o sul delicato rapporto macchina- uomo, senza però dimenticarsi di momenti più leggeri incentrati su un fan service gratuito, che ai più magari potrebbe non andare giù, ma quasi fondamentale per chi cerca certe esperienze.
A complicare le cose troviamo uno sviluppo narrativo parallelo, il Genometrics, che in maniera non troppo dissimile a quanto avveniva in Ar Tonelico, potremo “penetrare” nella Soulspace di alcuni personaggi. Una dimensione parallela all’interno della mente dei personaggi principali che ci vedrà protagonisti di bizzarre avventure che si svolgeranno sotto forma di visual novel e che permetterà di sbloccare nuove e potenti canzoni da utilizzare in battaglia.

Una canzone per ghermirli
Il sistema di combattimento è uno dei punti forti di Ar Nosurge
Il sistema di combattimento è uno dei punti forti di Ar Nosurge. Alternando elementi a turni ad altri in tempo reale, gli scontri ci terranno impegnati costringendoci ad usare un pizzico di tattica e un po’ d’astuzia per volgere a nostro favore gli scontri. Qua le differenze con l’ultimo capitolo di Ar Tonelico sono abbastanza palesi. Abbandonate le dinamiche tridimensionali che lo accostavano a titoli come “Tales of” o Star Ocean, Ar no Surge adotta un impostazione bidimensionale.
Sul campo di battaglia, oltre ai nemici troverà spazio una delle due coppie di protagonisti, uno concentrato sull’attacco mentre l’altra concentrata sulla canzone. Delta (o Earthes) potranno effettuare una serie di combinazioni basate sulla pressione di uno dei 4 tasti del DualShock 3. Ad ognuno corrisponderà un colpo più o meno potente o efficace, e potrà attaccare uno o più nemici a seconda della linea d’attacco (selezionabile con la croce direzionale). Durante la fase nemica invece dovremo concentrarci nel difendere la nostra compagna, l’unica a godere dei punti vita, attivando con il giusto tempismo la difesa che attenuerà il danno subito. Nel caso questi tocchino lo zero, si incorrerà nel temuto game over.
Una volta raggiunto un certo livello di carica della canzone, che in questo caso corrisponde alla parte magica del combat system potremo rilasciarne il potere andando, in un unica mossa, a distruggere tutti i nemici presenti sul campo di battaglia. Alla coppia in campo si potrà abbinare anche un terzo combattente che però svolgerà solamente la funzione di supporto e sarà utilizzabile solamente una volta a scontro, giusto per non sbilanciare gli equilibri di un sistema di combattimento che funziona abbastanza bene. Anzi sarà proprio questo a darci motivo di continuare l’avventura fra gli interminabili dialoghi della storia o del Genometrics.

Fuori dalla battaglia troviamo invece alcune attività che ci renderanno la vita più semplice durante le lotte come la possibilità di creare alcuni piatti consumabili, per il ripristino dell’energie o degli stati alterati,  il Genometrical Crystal, un sistema che ci permette di potenziare i protagonisti utilizzando dei cristalli ottenuti durante l’esplorazione del Genometrics e che ne miglioreranno le prestazioni sul campo, o i negozi per potenziare il nostro equipaggiamento.

Lei suona il piano, lui la tromba.
Ar Nosurge gode di uno sviluppo tecnico altalenante
Ar Nosurge gode di uno sviluppo tecnico altalenante. Buona la modellazione 3D dei protagonisti, così come i nemici e il bestiario che si alterna fra graziose figure organiche, le Sharl e freddi e letali automi. Il resto invece appare essenziale e non va a sfruttare a dovere le potenzialità offerte da PlayStation 3. L’esplorazione è limitata ai dungeon, mentre gli spostamenti fra le varie aree è gestito, come in passato, attraverso un rapido menù testuale che ci permette di viaggiare fra una location e l’altra scegliendo un punto sulla mappa. Buona la direzione artistica, che nonostante la confusione a livello narrativo gode di un universo ben caratterizzato e non privo di spunti interessanti. Peccato però per la realizzazione tecnica generale, che soffre, specialmente durante le fasi esplorative o durante qualche cut-scene di fastidiosissimi ed inspiegabili cali di frame rate, che ne minano, sebbene in maniera leggera, l’esperienza di gioco.
Di tutt’altro calibro invece il comparto sonoro, che in maniera analoga ai capitoli di Ar Tonelico rappresenta il cuore del gioco, proponendo una quantità impressionante di brani, molti dei quali cantati e che fanno da sottofondo alle nostre battaglie, andando a ripescare e riadattare alcune delle tracce storiche della serie. Anche i brani utilizzabili potranno essere scoperti durante l’esplorazione del Genometrics e ci consentiranno di espandere il nostro potere d’attacco. L’adattamento del gioco è nella sola lingua inglese. Nonostante di facile comprensione anche da chi non mastica bene la lingua, alcune scelte appaiono fin troppo forzate e denotano l’utilizzo di un inglese fin troppo basico.

Verdetto
7 / 10
Dove glielo devo infilare il cristallo?
Commento
Ar Nosurge: Ode to an Unborn Star, scremato dai problemi relativi allo sviluppo della trama e qualche incertezza a livello grafico, si dimostra un titolo interessante. Certo aver avuto la possibilità di giocarne il prequel, che ancora non pare essere nei piani di Koei Tecmo (nonostante l'annuncio di un'ormai inevitabile versione “Plus” del gioco), si fa sentire in maniera piuttosto pesante rischiando di far perdere interesse nel giocatore per le troppe situazioni date per scontato all'interno del titolo Gust. Al netto di questo resta un JRPG che chi ha apprezzato la serie di Ar Tonelico non faticherà ad amare. Per tutti gli altri invece, vista la quantità di titoli disponibili, forse è bene guardare oltre.
Pro e Contro
Sistema di combattimento ricco di spunti
Colonna sonora di prim'ordine
Trama a tratti interessante...

x Tecnicamente arretrato
x ...ma priva di background narrativo

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