Dopo ben sette anni dall’uscita di Max Payne e quasi cinque dal suo annuncio, i ragazzi di Remedy sono finalmente riusciti a portare su Xbox 360 la loro nuova avventura: Alan Wake. Riuscirà quest’ibrido tra action e horror a soddisfare gli utenti e a conquistare coloro che fanno della narrazione il principale elemento all’interno di un videogioco?
Versione testata: Xbox 360
Ancora una volta i ragazzi di Remedy sono riusciti nell’intento di realizzare un titolo dalla forte componente narrativa e dal ritmo serrato e capace di non calare mai di tono dall’inizio alla fine del gioco. Alan Wake è uno scrittore di romanzi horror che, dopo quasi due anni di blocco creativo, decide di prendersi una vacanza assieme all’adorata moglie Alice nei pressi di Bright Falls, un villaggio di montagna dove tutti conoscono tutti e circondato solamente da foreste, monti e laghi. Pare, però, che le cose in questo paese non siano del tutto normali e, dopo nemmeno un giorno di permanenza, le cose cominciano a degenerare. Questo è solo l’inizio di una trama che non dimenticherete facilmente.
Alan Wake, infatti, mescola elementi presi da Twin Peaks, dai racconti di Stephen King e da Ai Confini della Realtà per creare qualcosa di nuovo e, nel contesto videoludico, innovativo. Tutto ciò che avviene mentre giocate, a partire dai collezionabili che dovrete recuperare sino ad arrivare alla colonna sonora, funge da collante narrativo per creare un titolo imperdibile per qualsiasi videogiocatore. Assieme ai collezionabili, inoltre, potremo trovare durante il corso dell’avventura una serie di televisori e radio contenenti piccoli programmi e storie dell’orrore (tutte ovviamente tradotte in italiano) che non faranno altro che aumentare l’immedesimazione con il protagonista e contribuire a creare quell’atmosfera opprimente e inquietante che, al giorno d’oggi, pochi altri titoli possono vantare. I personaggi, infine, riescono tutti ad emergere grazie a caratterizzazioni curate, dialoghi brillanti e battute misurate col contagocce per creare un equilibrio perfetto tra azione e narrazione. La trama principale di Alan Wake ha una durata di circa 11 ore ed è caratterizzata da una suddivisione in episodi come se si trattasse di una serie televisiva, con tanto di “riepilogo delle puntate precedenti” e “titoli di coda” accompagnati da canzoni sempre differenti. Il titolo targato Remedy risulta essere la perfetta fusione tra videogioco e film, portando la narrazione videoludica ad un nuovo livello.
Dal punto di vista del gameplay Alan Wake è suddivisibile in due “tipologie”. Durante le sezioni diurne il nostro scopo sarà solamente quello di esplorare alcune zone in modo da interagire con più persone possibile e, soprattutto, approfondire e far proseguire la trama principale, ma è durante la notte che il vero gameplay del gioco viene a galla. Alan Wake è infatti un semplice TPS (Third Person Shooter), ma che introduce la torcia come arma portante del gioco. I nemici, infatti, saranno avvolti da un’aura oscura e malvagia che impedirà loro di essere colpiti da qualsiasi arma da fuoco e obbligherà noi, per riuscire a renderli mortali, a colpirli con qualsiasi elemento luminoso a nostra disposizione, faro, torcia o bengala che sia. Solo quando questi posseduti avranno perso l’ombra attorno ai loro corpi potranno essere uccisi grazie alle armi che troveremo in giro. Armi che non possono vantare una grande quantità, ma che, per logica di trama, non poteva essere altrimenti. Alan Wake a “normale” non presenta una difficoltà particolarmente elevata, ma ci troviamo sicuramente sopra la media rispetto agli altri giochi di questo genere. Basteranno, infatti, pochi colpi dei nostri nemici per lasciarci in fin di vita e costretti a trovare un riparo luminoso dove poter recuperare le nostre energie e, il più delle volte, delle piccole casse di pronto soccorso contenenti pile e proiettili. A difficolà “Incubo”, inoltre, le batterie per la torcia (fondamentali per sopravvivere) saranno davvero difficili da reperire, rendendo il titolo molto più survival rispetto alle altre difficoltà e una vera sfida per gli amanti dei giochi difficili.
Dal punto di vista tecnico Alan Wake riesce a stupire grazie ad una qualità grafica di ottimo livello che, nonostante qualche raro calo di frame e qualche animazione leggermente legnosa, si fonde perfettamente con la regia cinematografica regalandoci un titolo che, in più occasioni, saprà colpirvi ed entusiasmarvi. Un plauso particolare va fatto alla colonna sonora che, per la prima volta, viene usata non solo come semplice “sottofondo”, ma come vero e proprio elemento narrativo. Al di là, infatti, delle splendide musiche strumentali, i ragazzi di Remedy sono riusciti a creare un finto gruppo musicale (Old Gods of Asgard) all’interno del gioco che può vantare le voci dei “Poets of the Fall”, band rock da sempre legata allo studio finlandese. Ottimo anche il doppiaggio italiano che, seppur non ai livelli di quello inglese, riesce a farsi notare e a soddisfare appieno per tutta la durata della produzione.
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