Anteprima The Tribe

In questa prima settimana di Settembre, al ritorno dalle ferie, il Tribe Team ci porta indietro nel tempo, in un’epoca di lotte per la sopravvivenza tra alci, rinoceronti giganti, pterodattili e sciamani, fatta di caccia e spostamenti diurni e scelte importanti durante la notte.

Tutto questo, racchiuso in una piacevole veste a 8-bit che urla “indie” da ogni pixel, è The Tribe, un runner game atipico che mescola elementi strategici alle meccaniche classiche del genere. Sebbene sia ancora un titolo in early access, molti dei contenuti finali sono già presenti.
Nei panni (intercambiabili) dello sciamano della tribù, saremo chiamati a guidare i nostri compagni attraverso lande preistoriche, in fuga da una non meglio precisata apocalisse incombente. Saremo all’altezza? E lo sarà il gioco?

Multitasking preistorico
Se diciamo runner game è quasi immediata l’associazione con il mondo mobile: meccaniche semplici, immediate e adatte a brevi partite, senza grosse pretese. The Tribe prende a mani basse da questi concetti di gameplay, rimanendo alla base un titolo immediato perfettamente godibile da tutti, ma allo stesso tempo impone un’evoluzione in grado di invogliare anche giocatori più scafati.

Un tutorial e una prima missione “introduttiva” ci faranno rapidamente padroneggiare il grosso del gioco: nei panni, come già detto, dello sciamano di una tribù preistorica avremo il compito di guidarla da un capo all’altro dei diversi scenari. Scorrendo inesorabilmente verso il basso e tenendo d’occhio i pericoli ambientali come fiumi, animali selvaggi, piante velenose e cavernicoli cannibali, dovremo far in modo che almeno un individuo raggiunga la fine del livello. Il sistema di controllo, in questo, è piuttosto semplice: un click col tasto sinistro ci permetterà di separare il gruppo in due più piccoli per coprire un’area maggiore, un secondo click sempre col sinistro aumenterà i gruppi a tre e così via, mentre il tasto destro ricompatterà la tribù.

Inoltre, come sciamano, avremo a disposizione alcune “abilità decisionali” (prima vera variante strategica al gameplay), che ci consentiranno di trasformare i tribali in raccoglitori per i cespugli commestibili, cacciatori armati di lance con cui affrontare la selvaggina, portatori di fiaccole con cui distrarre i predatori o incendiare i cespugli velenosi. Oltre a questi comandi potremo inoltre “evocare” nuovi membri della tribù (tentare di reclutare altri seguaci tra le fila dei cannibali è sempre un rischio), o darci noi stessi al cannibalismo per ridurre il consumo di cibo.

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Mors tua, vita mea
Il secondo elemento strategico, difatti, ci mette davanti ad una scelta: aumentare la popolazione (e di conseguenza le chanche di sopravvivere fino a fine livello), o sacrificare parte della tribù per rimpolpare una scorta di cibo che diminuisce progressivamente durante la marcia. Certo, selvaggina e cespugli commestibili sono metodi meno barbari e spesso i livelli ne sono ricchi, ma tenere d’occhio i rischi ambientali e cacciare, passando rapidamente da un mestiere all’altro diventa complesso nel lungo termine, senza contare che una tribù più corposa macina risorse molto più rapidamente di un gruppo sparuto. Poiché ciò che conta è portare in salvo lo sciamano (che, in caso di morte, può essere istantaneamente rimpiazzato da uno degli altri tribali, pena dover riscoprire gradualmente le abilità decisionali), ai giocatori viene lasciata ampia libertà gestionale, compresa la decisione dei livelli da seguire, ognuno dotato di diversi parametri.

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Come vi dicevamo in apertura, trattandosi di un titolo ad accesso anticipato, le meccaniche di The Tribe sono ancora soggette a variazioni (alcune delle quali già implementate rispetto alla nostra prova), ma già sin da ora si può intravedere una buona impalcatura nel titolo di Tribe Team, che riserva delle gradite alternative a ciò che da sempre è la croce di giochi simili: il rischio di diventare ripetitivo in breve tempo.

Se durante il giorno saremo impegnati a sopravvivere, cacciare ed evitare che la nostra tribù diventi cibo per i vermi (o per noi stessi in tempi di magra), la notte porta con sé brevi sequenze testuali nelle quali dovremo prendere decisioni in grado di portarci dei vantaggi o svantaggi nell’affrontare la costante fuga dall’apocalisse. Oltre alla semplice scelta del livello successivo, nei bivi posti alla fine di ogni giornata, potremo ad esempio garantirci il favore delle divinità (che ci consentiranno la possibilità di ritentare qualora andassimo incontro a morte prematura della tribù), o reclutare nuovi membri. Allo stesso modo, potremo trovarci a fare i conti con una folla armata, cannibali affamati e parassiti che divoreranno rapidamente le nostre scorte di cibo, ed altri eventi nefasti in generale che contribuiranno a mantenere interessante il grado di sfida.

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Ogni giorno uno sciamano si sveglia e sa che dovrà correre
Data la natura randomica dei livelli e delle situazioni che ci troveremo ad affrontare, ogni partita non sarà mai completamente uguale alle successive. Se a questo associamo una certa propensione al “trial & error” (certe abilità implicite, come il modo di cacciare alcuni predatori, non vengono mai spiegate completamente, lasciando al giocatore il compito di sperimentare – e spesso fallire), The Tribe assume uno spessore ben maggiore di quanto la semplice etichetta “runner game strategico” riesca a comunicare.

Il rovescio della medaglia, purtroppo, è una discreta tendenza alla frustrazione che si genera dopo le prime partite: il gioco in sé non ha una trama particolarmente coinvolgente, più un blando collante che tiene insieme le premesse tra un livello e l’altro, e anche l’obiettivo finale delle modalità più avanzate (salvare il maggior numero di tribali possibile in ripetuti passaggi, decidendo le dimensioni del gruppo e le scorte di cibo per ognuno), mostra rapidamente il fianco, specie in un titolo che punta tutto su un gameplay mediamente variegato ma senza troppe pretese.

Commento
Piccola ma doverosa premessa: i runner game non sono mai stati il mio genere. Vuoi per meccaniche spesso ridotte all'osso, vuoi per una certa tendenza (specie nel mercato mobile) ad adottare un metodo "freemium" che di free ha veramente molto poco, si tratta di una nicchia di mercato che non ha mai attirato la mia attenzione, più abituata a titoli più corposi. Capirete quindi la mia curiosità nel trovarmi davanti ad un titolo che non solo mantiene i vantaggi di un gameplay immediato, ma che su questo ci costruisce sopra un'impalcatura strategica, unisce i livelli con un accenno di trama (più un blando collante, certo, ma è comunque un onesto tentativo) ed ha comunque ancora un buon potenziale di sviluppo. L'impatto grafico a 8 bit ha aiutato non poco, stimolando quel lato retrogamer che vive in ogni giocatore, e nonostante la paura che potesse rivelarsi solo un bieco tentativo di far leva sull'effetto nostalgia (purtroppo non è raro nel mercato indie, attualmente), l'aspetto minimale si sposa bene con la semplicità di gioco: ogni elemento è perfettamente riconoscibile (sebbene, come nel caso dei cespugli velenosi, ci voglia di sbatterci contro almeno un paio di volte prima di capire bene come interagirci), e rende bene l'idea di quali ostacoli dovremo affrontare, senza tuttavia distrarre troppo dal compito immediato. Trattandosi comunque di un titolo ancora in early access, tutto quello che possiamo dire con certezza, al momento, è che le prospettive sono decisamente buone, anche se limitate per forza di cose dal concetto base: pur con tutti i suoi vantaggi e cambiamenti, The Tribe è di base un runner game, e la complessità finale è comunque necessariamente sacrificata all'immediatezza. Fortunatamente, non lo è così tanto da annoiare dopo poche partite.
Pro e Contro
Gameplay immediato ma coinvolgente
Discreta longevità
Buona mescolanza di generi tra runner game e gestionale

x Ancora piuttosto scarno nei contenuti
x Poca variabilità tra un livello e l'altro

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