Un ragazzo diventa un eroe per un caso fortuito, impugnando una spada magica che ne decreterà il destino. Secret of Mana è pronto a conquistare nuovi fan a partire dal prossimo 15 Febbraio.
In questo 2017 che ha visto ben più di un’operazione nostalgia, sia riuscite che miseramente fallite, Square Enix ha annunciato un remake per uno dei giochi di ruolo più amati dell’epoca Square Soft, Secret of Mana, rivisto sia nella grafica che in alcune nuove feature, diventando così usufruibile anche a chi purtroppo non potè giocarlo ai tempi del Super Nes, o in una delle versioni virtual console distribuite negli anni (
per ultima il titolo è presente nello SNES Mini uscito lo scorso Settembre). Abbiamo giocato un paio d’ore negli uffici di Koch Media e siamo pronti per darvi le nostre prime impressioni.
Il nuovo rispetta il vecchio
Leviamoci subito il peso: Secret of Mana è una delle mie più grandi lacune videoludiche, ai tempi non possedevo Super Nes e negli anni successivi ho recuperato altri classici dell’era Square Soft, come Chrono Trigger e Final Fantasy VI, quando Square ne ha annunciato il remake quindi, l’ho vista come una buona occasione per avvicinarmici. E fin dai primi minuti, iniziando a muovere Randi nella prima area di gioco, si percepisce un feeling retrò suggestivo, aiutato dalla mappa a 16 Bit posta in alto a destra nello schermo, che ripropone gli ambienti nella loro versione classica. Ma le location sono solo l’inizio, una volta impugnata la Spada del Mana, il titolo inizia ad aprirsi unendo le meccaniche action a quelle dei giochi di ruolo classici.
Secret of Mana è un Action RPG che fin da subito convince con un equilibrio inaspettato tra i due generi
Dopo ogni colpo, sferrato in tempo reale, daremo il via al caricamento del successivo tramite una speciale barra situata sotto l’indicatore degli HP, se presi dalla fretta compulsiva di attaccare l’avversario, ci ritrovassimo a continuare a premere il tasto, ogni danno sarà decrescente in relazione alla percentuale di caricamento, se invece attendiamo il 100%, saremo in grado di permettere a Randi e compagni di sferrare colpi critici degni di tal nome. Ogni arma inoltre è dotata di un proprio moveset: con le spade potremo falciare anche l’erba, mentre la lancia infliggerà danni aggiuntivi se colpiremo il nemico con la punta, i guanti permetteranno delle prese e dei lanci e così via per tutto l’equipaggiamento.
Un gameplay comodo ed intuitivo che , come già detto, fonde decisamente bene le due correnti, permettendo l’equipaggiamento di strumenti e costumi e il cambio dell’arma in qualsiasi momento grazie a scorciatoie dei menù e accessi rapidi. Grazie a tutte queste funzioni Secret of Mana sembra un GDR moderno, pur mantenendo uno scheletro hardcore e vintage, solido ed evidente. Nella build testata abbiamo affrontato un solo boss, ma siamo riusciti a visitare sia un paio di città che due dungeon: il nuovo comparto grafico super-deformed dei personaggi, potrebbe far storcere il naso ai più puristi, ma per quel poco che siamo riusciti a vedere della storia, oltre ad un doppiaggio completo (
in inglese e in giapponese)
Square Enix pare aver tirato a lucido ogni pixel, rendendo il tutto praticamente un cartone animato in movimento. Abbiamo comunque riscontrato qualche incertezza tecnica nelle situazioni più affollate, dovuta probabilmente alla build, ma nulla di irrisolvibile nella versione finale.
Ultima parentesi per le musiche, e per la possibilità, in qualsiasi momento dal menù, di cambiare la traccia moderna con quella originale assaporando anche in questo caso il sapore nostalgico degli anni novanta. A differenza di
Wonder Boy però, non è possibile cambiare l’aspetto di gioco.
Ma questo multiplayer locale?
Secret of Mana nel 1993 sfruttava il multitap, permettendo ad un massimo di tre giocatori di allearsi ed affrontare insieme l’avventura. La versione del prossimo anno, offrirà un multiplayer locale avanzato, con drop-in/drop -out, che dopo la nostra breve prova, non ci sentiamo ancora di promuovere. Se da un lato è divertente affrontare l’avventura insieme ad un amico, dall’altro ci sono fin troppe variabili di cui tenere conto, tra equipaggiamenti, tempi d’attacco e soprattutto movimenti non coordinati, si rischia di perdersi nel marasma di contenuti. È anche vero che il pezzo da noi provato ci trascinava in una sezione di gioco ben più avanzata rispetto al single player, lasciando spaesati sia per i luoghi che per le armi proposte.
Commento
Pro e Contro
✓ Buon sistema di combattimento
✓ Possibilità di cambiare la colonna sonora
✓ Occasione per giocare un grande classico
x Multiplayer da rivedere
x Quante novità rispetto al gioco originale?
#LiveTheRebellion