Dopo
Resident Evil: Code Veronica, uscito nel lontano 2000,
il brand di Resident Evil è andato incontro ad una innegabile perdita di identità che, a causa di un continuo snaturamento delle meccaniche horror sostituite da una sempre più presente componente action, ha allontanato i fan della serie e non è più riuscito ad emergere all’interno del sempre più affollato panorama videoludico. Con questo
non voglio dire che Resident Evil 4, Resident Evil 5 e Resident Evil 6 siano titoli indifendibili (anzi, il quarto RE ha inventato il sempre attuale sistema di puntamento “sopra la spalla”), ma nessuno degli ultimi tre capitoli principali è riuscito a calamitare l’attenzione dei fan della saga che, di capitolo in capitolo, sono andati sempre più ad assottigliarsi. Durante la
conferenza Sony a questo
E3 2016, e dopo mesi di insistenti rumor che lo volevano presente all’evento losangelino,
è stato finalmente presentato Resident Evil 7 e ancora una volta la risposta del pubblico non è stata unanime.
Il nuovo titolo targato Capcom appare come qualcosa di estremamente diverso e allo stesso tempo simile rispetto ai primi capitoli di Resident Evil. La visuale di gioco, infatti, è passata dalla terza alla
prima persona, garantendo inoltre la totale compatibilità con il PlayStation VR in uscita ad ottobre. Nonostante questo grande cambiamento a livello di gameplay, però,
Resident Evil 7 sembra tornato alle atmosfere del primo capitolo, evitando di presentare ai giocatori un’apocalisse zombie su scala mondiale e tornando a concentrarsi sui dettagli e sui sordidi segreti di una casa nel bel mezzo del nulla. Per dare a tutti una possibilità di comprendere il cambiamento in atto sul celebre brand Capcom, la software house nipponica a messo
a disposizione degli utenti PlayStation Plus una demo (sottotitolata “Beginning Hour”) dalle caratteristiche interessanti. Quali sono vi state chiedendo? Scopritelo nella nostra anteprima di Resident Evil 7.
Versione testata: PlayStation 4
Non aprite quella porta
Una fotografia con un elicottero dell’Umbrella e un misterioso progetto Ambassador sono solo alcuni dei misteri che comporranno il titolo finale
Da quanto è stato possibile vedere in questa demo (che, ricordiamo,
non farà parte del gioco completo)
la trama non è certo delle più originali, ma mette in campo una serie di elementi interessanti che, se combinati a dovere nella versione definitiva, sapranno sicuramente fare la gioia degli amanti della serie. La storia inizia con il nostro risveglio all’interno di un’abitazione abbandonata e, accompagnati da presenze inquietanti,
dovremo trovare un modo per fuggire senza venire uccisi. E… tutto qui. Nel senso: la trama raccontataci non si spinge più avanti di così e si limita a darci una visione di un gruppo di persone uccise prima di noi (tramite un abile utilizzo di un flashback) e a suggerirci elementi di continuity che, al momento, non possiamo comprendere.
Questa non comprensione, però, non rende il tutto meno affascinante, permettendo ai fan della serie di supporre quali possano essere i collegamenti di questo settimo capitolo con gli altri episodi della saga. Una fotografia con un elicottero dell’Umbrella, un misterioso progetto Ambassadors, la sicurezza che gli eventi si svolgano dopo Resident Evil 6 sono solo alcuni
piccoli frammenti di un puzzle che, ne siamo sicuri, sarà chiaro solamente una volta che avremo la versione definitiva del titolo tra le mani. Ma non è la storia in sé a rendere questa demo particolarmente interessante.
L’elemento caratteristico di Resident Evil 7, infatti, sembra essere l’atmosfera che, mescolando il capitolo originale con titoli horror più recenti come
Outlast o il deceduto
P.T., colpisce sin da subito il giocatore. Chi vi scrive è abituato dal 1996 a giocare a titoli horror e difficilmente riescono ormai a mettermi paura, ma
è innegabile come l’aria che si respira giocando alla demo di Resident Evil 7 sia molto più pesante e disturbante di tutti gli ultimi tre capitoli della serie messi assieme (non che ci volesse molto, a dire il vero). La possibilità di giocare il tutto tramite
PlayStation VR, inoltre, sembra un valore aggiunto non da poco in quanto anche solo aver giocato il “titolo” al buio con le cuffie PlayStation è bastato per tenere la mia attenzione focalizzata sugli avvenimenti in corso facendo salire più volte la mia personale barra dell’adrenalina.
Bisogna dire che alcuni jump scare sono abbastanza prevedibili, ma credo che qui si torni a parlare in modo soggettivo, in quanto
la prevedibilità o meno di certe scene dipende da quanti titoli horror vi sono passati per le mani negli ultimi anni.
La Casa
L’esperienza ludica di Resident Evil 7 non si limita certamente alla prima run
Un altro elemento di questa demo che ad una prima visione può apparire molto banale è proprio il gameplay. È inevitabile, infatti, che alla prima run l’utente percorra una determinata strada che, altrettanto inevitabilmente, lo porterà a vedere un dato finale. Come vi renderete conto, però,
molti rimangono i misteri irrisolti una volta terminata la prima partita. Dove si trova il fusibile mancante? Cosa si nasconde al piano di sopra? A cosa serve il dito del manichino? Gli sviluppatori, dopo aver visto le reazioni sul web delle persone, hanno
confermato la presenza di finali multipli e il fatto che ogni elemento inserito all’interno della demo è stato messo lì con uno scopo. Ne approfittiamo per anticiparvi che proprio
questo fine settimana potrete leggere uno speciale dedicato ai vari finali del gioco, ma non essendo riusciti a trovare quello relativo al dito del manichino (ancora nessuno al mondo c’è riuscito) aspettatevi ulteriori aggiornamenti in futuro. Ad ogni modo
il gameplay di Resident Evil 7 si dimostra molto più stratificato e complesso di quanto possa sembrare a prima vista, facendoci rapidamente dimenticare le sparatorie contro orde di zombie e tornando a presentare
puzzle ambientali più o meno difficili, un
inventario limitato e, se eseguirete determinate azioni che vi permetteranno di ottenere un’ascia, un
combat system basilare ma funzionale. Ancora una volta, quindi, abbiamo un ritorno al passato che sicuramente saprà dare il meglio di sé nella versione definitiva del titolo.
Al momento le prospettive sembrano sicuramente interessanti.
They – Incubi dal mondo delle ombre
Da un
punto di vista prettamente tecnico,
la demo di Resident Evil 7 presenta luci e ombre. È evidente come
l’integrazione di PlayStation VR all’interno del gameplay abbia per forza di cose costretto Capcom ad abbassare il tiro, presentando un prodotto al top per quanto riguarda i titoli da giocare con i visori VR, ma che sicuramente non riesce a rivaleggiare con le produzioni standard moderne. Una
modellazione poligonale dei personaggi non esaltante e
qualche problema di aliasing sono le prime cose che saltano all’occhio, ma bisogna ammettere come
il tutto non sia mai davvero fastidioso e come l’atmosfera della casa non risenta minimamente di questi “problemi” tecnici. Ad ogni modo ci auguriamo che, vista la quantità di mesi che ci attendono all’uscita, gli sviluppatori riescano a mettere mano a questi elementi per dare ai fan di Resident Evil il titolo che tanto aspettano.
Ottimo, invece, il comparto sonoro che grazie a scricchiolii, voci in lontananza e a suoni disturbanti riesce a rendere al meglio l’atmosfera inquietante della casa.
Un plauso, infine, alla colonna sonora utilizzata per il trailer che potete trovare qui sopra e che riesce a entrare in testa sin dal primo ascolto, donando al titolo un’atmosfera dal forte impatto sul giocatore.
Commento
Pro e Contro
✓ Finalmente un ritorno all’horror
✓ Narrazione interessante
✓ Gameplay dal buon potenziale
✓ Il VR è un’aggiunta non da poco
x Effettiva qualità della storia da testare
x Gameplay da verificare sulla lunga durata
x Comparto tecnico non esaltante
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