Dopo aver avuto occasione di parlarvi della
versione Arcade di Pokkén Tournament, testata in Giappone pochi mesi fa, torniamo a parlare del picchiaduro dedicato ai mostri tascabili
Nintendo, in uscita su
Wii U il prossimo
18 Marzo. Rispetto alla versione Arcade ci sono subito due considerazioni da fare. La prima è che, per via anche della barriera linguistica, la scorsa volta del gioco in realtà non ci avevamo capito granché. La seconda è che la versione che vedremo nei negozi tra meno di un mese è un titolo molto più completo e profondo di quanto avessimo intuito inizialmente.
Benvenuti a Ferrum
Mentre nella versione Arcade avevamo lamentato la mancanza di uno story mode vero e proprio e più in generale di
feature rivolte al giocatore singolo,
l’edizione casalinga di Pokkén Tournament sembra non volersi risparmiare sotto questo punto di vista. All’avvio del gioco verremo accolti dalla carinissima Nia, che ci guiderà attraverso un rapido
editor del personaggio, in cui personalizzare il nostro allenatore. Molte delle opzioni di customizzazione saranno in realtà da sbloccare nel corso del gioco, ma per iniziare sarà possibile stabilire nome, sesso, colore della pelle e degli occhi. Verremo quindi introdotti all’ambientazione di Pokkén Tournament: la
regione di Ferrum. Qui, grazie alle pietre misteriose di cui questa regione è ricca, si è andato sviluppando un nuovo modo di far combattere i Pokémon, la
lotta Ferrum. Sfruttando un particolare auricolare l’allenatore può infatti entrare in
risonanza con il Pokémon in campo, controllandone a tutti gli effetti i movimenti come se si trattasse del proprio corpo. La Lega Ferrum è la lega di lotta ufficiale della regione, e costituisce di fatto lo story mode di Pokkén Tournament. È divisa in 4 sotto-leghe, in cui dovremo farci strada partendo dal basso. In ogni lega dovremo migliorare il nostro ranking affrontando diversi avversari. Una volta entrati nei primi 8 allenatori della classifica si svolgerà un torneo ad eliminazione diretta per determinare il campione della lega. Al termine avremo l’opportunità di affrontare l’esame di qualificazione tenuto dal maestro di lega, per poter infine passare alla classe successiva. Oltre alla lotta Ferrum le altre opzioni di gioco riguardano incontri singoli contro la CPU, multiplayer online (
di cui parleremo ampiamente in sede di recensione), multiplayer locale ed allenamento. Vale la pena spendere due parole sulla modalità allenamento, dove
una serie di 5 tutorial davvero molto ben realizzata ci spiega le basi ed i meccanismi avanzati del picchiaduro sviluppato da
Bandai Namco. Si tratta di una vera e propria manna dal cielo data l’impostazione
easy to learn, hard to master che
Harada ed il suo team hanno voluto imporre al titolo.
Easy to Learn, Hard to Master
Se da un lato Pokkén Tournament è accessibile anche ai più piccoli o a chi è digiuno di picchiaduro,
chi si approccia al titolo con attitudine più competitiva troverà pane per i suoi denti, con molteplici meccaniche che si interfacciano tra loro, aggiungendo ulteriori strati di complessità. I combattimenti si svolgono alternando
fasi panoramiche, in cui i due Pokémon sono liberi di muoversi per l’arena ed attaccano principalmente con l’ausilio di proiettili, e
fasi di lotta, più simili ad un canonico picchiaduro. Saranno specifici attacchi, quali prese o lanci, a scatenare il cambio di fase, con tanto di spostamento della telecamera. Il parco mosse di ciascun Pokémon prevede attacchi, prese e contrattacchi, con
un sistema triangolare che determina la priorità di ciascun colpo: i contrattacchi vincono sugli attacchi semplici, le prese interrompono i contrattacchi, gli attacchi semplici spezzano le prese. A questo si aggiunge la possibilità di cancellare le animazioni di alcune mosse, realizzando combo ad hoc per ciascuna occasione. I Pokémon possono inoltre assumere una posizione neutra, una posizione bassa ed una posizione alta, con attacchi di volta in volta diversi. Sarà importantissimo quindi tenere sempre a mente il parco mosse del proprio Pokémon e di quello che stiamo affrontando, la portata degli attacchi ed il sistema di priorità, ma anche fattori come la
dimensione e la forma delle arene per uscire vincitori dagli incontri più duri. Gli appassionati di Pokémon saranno felici di scoprire che le varie mosse a disposizione dei Pokémon sono riprese dai giochi della saga principale, con un piccolo cameo inserito volutamente da Harada e soci: ogni lottatore presenta una mossa tipica di uno dei personaggi della saga di
Tekken, riadattata per l’occasione. Durante il combattimento due barre si riempiranno: quella del supporto, che ci permetterà di convocare per alcuni secondi un Pokémon di supporto in nostro aiuto, e quella della risonanza, che ci permetterà di entrare in modalità
Super Risonanza (con tanto di Mega Evoluzione per quei Pokémon che ne sono provvisti) e scatenare dei devastanti attacchi speciali.
Peli e pellicce per tutti!
Rispetto alla versione Arcade che era ancora un vero e proprio
work in progress, Pokkén Tournament su Wii U presenta un roster completo. Si tratta di
16 Pokémon, 14 disponibili sin da subito e 2 sbloccabili nella modalità storia. Fa piacere, inoltre, riscontrare come non siano stati scelti solo dei Pokémon del tipo lotta, ma sia stato fatto uno sforzo per includere Pokémon dei tipi più disparati. In alcuni casi si tratta perfino di Pokémon non bipedi e quindi non assimilabili ai tipici combattenti di un picchiaduro. Ciascun lottatore ha quindi la sua specifica identità,
andando a rispecchiare l’idea che gli appassionati di Pokémon si sono fatti dei vari mostri tascabili nel corso degli anni. È un po’ un peccato sotto questo punto di vista la presenza di soli 16 lottatori, a fronte di un numero totale di Pokémon che supera i 700. Il team di sviluppo ha però voluto giustificare la sua scelta
mettendo al primo posto la giocabilità ed il bilanciamento, che sarebbe stato assai problematico con un gran numero di combattenti non convenzionali. Questa attenzione per il dettaglio è ricalcata anche dalla realizzazione tecnica. Lo scopo di Harada & Co. era quello di dare una
rappresentazione realistica dei vari Pokémon, e ciò è stato effettuato implementando un innovativo render grafico che consente una particolare resa di pellicce, squame e superfici. Il risultato è senza dubbio eccezionale, regalandoci la miglior rappresentazione tridimensionale di un Pokémon mai vista. Il rovescio della medaglia è che per giungere a ciò si sono dovuti accettare dei compromessi nella realizzazione delle arene, che appaiono vuote e spoglie, quasi prive di dettagli.
Commento
Pro e Contro
✓ Tanti contenuti: editor del personaggio, modalità storia, tutorial completissimo
✓ Easy to Learn, Hard to Master
✓ Graficamente i singoli Pokémon fanno la loro figura
✓ Tanto rispetto per il materiale originale
x Arene vuote ed un po' spoglie
x Un numero maggiore di lottatori non avrebbe comunque guastato
#LiveTheRebellion