Un team italiano tira fuori dal cilindro un promettente platform

Il team di sviluppo torinese Not a Number, già conosciuto per titoli come Helheim e Parallel, sta sviluppando un nuovo platform lineare a scorrimento laterale, Out of the Hat, del quale abbiamo provato la demo.

UNO STILE FIABESCO...

La prima cosa che salta all’occhio è senza dubbio lo stile: l’accattivante grafica cartoonesca è semplice ma molto efficace e rimanda subito ad una delle fonti d’ispirazione artistiche del gioco: Tim Burton. Non per niente l’incipit vede una ragazzina che deve sopravvivere in un oscuro bosco grazie solo ad un cappello magico (e qua è difficile non pensare ad Alice in Wonderland). In questo contesto saremo messi in pericolo da strane e inquietanti creature, come corpi fluttuanti dai molteplici occhi, che fanno subito pensare ad un secondo modello d’ispirazione: H. P. Lovecraft.

...IN UNA TRAMA ANCORA DA DEFINIRE

Sulla pagina Kickstarter del gioco viene spiegato che questa ragazzina con una particolare maschera sta fuggendo da un malvagio mago e dal suo circo, ma questo, come quasi ogni altro indizio di trama, non traspare da questa versione di prova del gioco. La sua durata (forse un po’ troppo limitata) volge tutte le attenzioni al gameplay, oscurando quasi del tutto la storia di fondo. Nella demo, infatti, dovremo solo inseguire un coniglietto bianco, sebbene questo non sia semplice come potrebbe sembrare in apparenza.

Meccaniche rodate, con un fulcro centrale innovativo…

La meccanica attorno alla quale ruota tutta la parte di gioco mostrata è quella del lancio del cappello magico: la protagonista può lanciare il copricapo rubato al suddetto mago (rallentando momentaneamente il tempo) e successivamente teletrasportarsi nella posizione dove esso si trova. Detto così potrebbe sembrare banale, ma questa tecnica offre davvero tanti spunti tattici e un tempismo differente dalla maggior parte degli altri platform in circolazione. Si deve infatti fare attenzione sia al lancio del cappello (e ai suoi successivi spostamenti dovuti all’ambiente circostante), sia al movimento della protagonista, per poi ricongiungere i due elementi al momento opportuno. Un altro utilizzo di questo strumento è la planata, grazie alla quale potremo ricoprire notevoli distanze “gonfiando” il cappello e dandoci anche il tempo di riflettere sul da farsi. Il gioco vuole mettere in risalto il fatto che la protagonista sia una semplice ragazzina senza particolari poteri e ci riesce molto bene; il senso di oppressione dato dalla foresta si percepisce chiaramente e questo favorisce una notevole immersione. L’unico mio timore è che, per evitare di rompere questo senso di insicurezza, nel gioco finale non vengano introdotte altre meccaniche degne di nota (altri oggetti magici, ad esempio), andando a scadere nella ripetitività. Una varietà data solo dalle circostanze difficilmente può essere sufficiente per tutta la durata del titolo. Al momento, però, le situazioni incontrate risultano varie: nemici pronti a catturarci (ma mai eliminabili), correnti d’aria che ci spostano, piattaforme mobili e altro ancora; e nonostante la demo sia quasi una sorta di tutorial, la curva di difficoltà sale abbastanza rapidamente, dando già filo da torcere nella sua seconda metà.

…Ma non esenti da difetti

Questa difficoltà purtroppo però è anche incrementata dal più grande limite del gioco: il salto. L’input non è per niente preciso e, un notevole numero di volte, mi è capitato di morire a causa di una mancata esecuzione di questa azione. Da rivedere assolutamente. La consolazione è che i checkpoint sono numerosi e disposti intelligentemente nella mappa, per cui la voglia di esplorare l’oscura foresta non passa. Sono ancora presenti anche altri problemi, ma molto meno segnanti e facilmente risolvibili nel corso dello sviluppo; a volte capita di vedere qualche glitch grafico e qualche bug, zone colorate in maniera non consona, mancata animazione di “sgonfiamento” del cappello dopo una planata, animazione del coniglio bianco sbagliata, possibilità di saltare alcuni trigger, rischio di rimanere incastrati in una parete. Ma, come detto in precedenza, questi difetti sono normali visto che il progetto è ancora lontano dal suo lancio ufficiale.

In definitiva, Out of the Hat merita fiducia? A mio avviso sì. Magari non diventerà un caposaldo del genere, ma il titolo promette molto bene. Già solo il fatto che un team italiano abbia creato un progetto di tale ispirazione artistica è un fatto degno di nota e, a mio parere, di supporto. Ricordiamo che l’uscita ufficiale del titolo è prevista per marzo 2020 su PC, PlayStation 4 e Nintendo Switch.

Commento
Out of the Hat è un platform lineare a scorrimento laterale sviluppato dal team italiano di Not a Number. Il progetto sembra ben avviato e vanta numerosi punti di forza, tra i quali spicca lo stile grafico accattivante ispirato a maestri come Tim Burton e H. P. Lovecraft. Le meccaniche sono semplici ma efficaci, anche se la speranza è quella di vederne una maggiore varietà nella versione finale del titolo. L'unica davvero da rivedere è il salto, troppo impreciso per un platform. La difficoltà cresce in maniera ragionata, in modo da spiegare chiaramente i pericoli ma allo stesso tempo senza renderli banali. Al momento sono ancora presenti un numero eccessivo di glitch grafici e bug, ma vista la fase attuale di sviluppo sono ancora comprensibili, ammesso che vengano poi risolti. La demo proposta è abbastanza breve, ma è sufficiente per dare fiducia a questo gioco.
Pro e Contro
Stile grafico affascinante
Meccaniche semplici ma efficaci
Difficoltà appagante

x Salto da rivedere
x Rischio di ripetitività
x Qualche bug di troppo

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