Dopo anni di faticose esplorazioni, un popolo di coraggiosi vichinghi ha scoperto una nuova terra colma di ricchezze:
Northgard.
Il territorio è però ostile, e i nuovi coloni sono facile preda delle terribili creature che popolano la zona, come lupi affamati, guerrieri non morti e giganti grandi quanto cinque uomini. Come se non bastasse il nostro clan non è l’unico ad essere giunto a Northgard, e ciò rende la conquista della supremazia una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
Il titolo, sviluppato da Shiro Games, si propone come un RTS, distaccandosi però dai grandi pilastri del genere, e sperimentando una battaglia con l’ambiente circostante oltre che con le altre fazioni in gioco. Prima di immergerci a pieno nei dettagli di Northgard, ricordiamo che quest’ultimo è disponibile in accesso anticipato su Steam al prezzo di 19.99€, e quindi in costante sviluppo.
Vichinghi o contadini?
Cominciamo parlando della qualità che prima di tutte salta all’occhio,
lo stile grafico eccezionale e distintivo rende il gioco fortemente riconoscibile e gli permette di elevarsi dalla massa di titoli in costante uscita da Greenlight, offrendo un carattere unico e un feeling carismatico. A partire dal menu principale, il gioco propone immagini quasi dipinte ad acquarello che trovano un’ottima coerenza con i modelli cartooneschi in partita. Ogni animazione è ben eseguita e il campo di battaglia che si genera casualmente è sempre bilanciato e realistico.
Northgard prende a piene mani dai classici RTS, spingendo il giocatore alla costante ricerca di risorse e costruzione di edifici.
La raccolta di cibo e legna è una parte essenziale del gameplay e difficilmente in una partita si raggiunge una autonomia tale da poter ignorare questi due elementi. La maggior parte dei lavoratori quindi sono spesso contadini e boscaioli che si preoccupano di immagazzinare più risorse possibili per fare fronte all’inverno che periodicamente si abbatte bruscamente su Northgard. Quest’ultimo è una meccanica tanto apprezzata quanto odiata, il ciclo delle stagioni aggiunge profondità e strategia al gameplay, ma un inverno particolarmente duro e l’aggiunta di qualche calamità naturale possono mettere in ginocchio un clan da un momento all’altro. Fortunatamente
gli abitanti possono essere velocemente riassegnati a un nuovo lavoro, e ciò permette all’utente di rispondere rapidamente alle necessità della popolazione, aumentando la percentuale di contadini o schierando un piccolo esercito in un batter d’occhio. Purtroppo solo di “piccolo esercito” si può parlare, perché avere più di cinque guerrieri si dimostrerà uno spreco di risorse, dimenticatevi perciò le battaglie campali di
Age of Empire, perché qui si imbraccia l’ascia e si fa a gara a chi ha la barra della vita più lunga. Le strategie militari sono quindi limitate dalla poca disponibilità di truppe e dall’esistenza di solo tre tipi diversi di unità, tutte comunque corpo a corpo.
Una terra non troppo pacifica
Il protagonista di Northgard è il territorio, ostile e inospitale, che riserva lupi o non morti ad ogni zona esplorata. Indispensabile è l’espansione dei nostri confini per raggiungere risorse importanti e aumentare la felicità della popolazione che senza non può crescere, e in questo è chiave
il ruolo dello scout che rimane indispensabile fino a fine partita. Si rimane piacevolmente sorpresi dalla rivalutazione di questo personaggio che è spesso messo da parte in qualsiasi altro gioco. Il territorio è diviso in zone e quelle inesplorate sono coperte da una fitta nebbia di guerra, invalicabile se non dallo scout che fornisce un’ottima visione della mappa e consente l’espansione del clan verso risorse importanti.
La vittoria è ottenibile percorrendo quattro diverse strade:
Conquest prevede una determinata espansione territoriale,
Fame è una corsa ai 1000 punti che si guadagnano attraverso le azioni più disparate,
Lore è una vittoria religiosa, infine
Trading è una sfida sulle rotte commerciali tra clan. Tutte e quattro non sottintendono alcuna interazione con le altre fazioni che possono rimanere sconosciute per tutta la partita, minando fortemente la natura RTS del gioco e degenerando in un survival gestionale. È possibile anche vincere annientando completamente gli altri clan, ma risulta una strategia alquanto utopistica e poco efficacie, limitata in gran parte dalle forze armate insufficienti, e quindi utile alla mera soddisfazione personale.
Northgard è caratterizzato da partite relativamente brevi – rispetto ad altri RTS – che si aggirano intorno all’ora di gioco, a seconda della difficoltà scelta e della vittoria che si vuole conseguire.
Ad ora il gioco prevede un’unica modalità che porta direttamente il giocatore in partita dopo alcune veloci impostazioni, sono comunque previste la campagna e il multiplayer che arricchiranno sicuramente la longevità e porteranno magari un’interattività maggiore con le altre fazioni, che manca nelle partite contro il computer.
Non è roba da PRO
Lo studio di sviluppo Shiro Games, ben conosciuto per
Evoland, ha fissato sicuramente delle forti basi per Northgard, che si ritaglia già il suo stile caratteristico che lo differenzia fortemente dai canoni fissati dai padri fondatori degli RTS. Questa differenziazione rischia però di portare fuori strada il titolo, perdendosi in un gameplay poco profondo e privo di dialogo con gli avversari, siano essi giocatori o intelligenza artificiale. La semplicità del gioco aiuta i nuovi utenti a familiarizzare con il genere, e l’esercito composto da pochissime unità permette al giocatore di potersi concentrare con calma sulla strategia, senza passare troppo tempo a dare ordini di continuo. Quando però il giocatore riesce a padroneggiare tutte le meccaniche del gioco, non rimane più nulla da approfondire, e
il gameplay si riempie di automatismi ripetitivi e noiosi.
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Commento
Pro e Contro
✓ Stile grafico perfetto
✓ Riassegnazione dei lavoratori
✓ Ambiente circostante determinante...
x ...ma troppo punitivo
x Poco spazio alle forze militari
x Nessuna interazione con le altre fazioni
#LiveTheRebellion