Negli ultimi anni, su PC si è avuto un proliferare dei cosiddetti Survival Game MMO, giochi online che mettono i giocatori in mappe enormi e li portano a collaborare tra loro o a competere per sopravvivere. Il precursore di questa ondata è stato DayZ, che nacque inizialmente come una mod di Arma II e poi venne venduto come gioco stand alone, e che dal 2013 è ancora in Early Access su Steam (
per la gioia degli utenti che hanno investito nel progetto). Da allora questa formula è stata riproposta in tutte le salse, dalle clave di Rust ai dinosauri di Ark, fino ad arrivare alla recente incarnazione last man standing di PLAYERUNKNOWN’S Battlegrounds, un gioco che sta letteralmente spopolando su Steam e Twitch, arrivando a vendere 4 milioni di copie in soli tre mesi. Non bisogna essere degli analisti economici per capire che questo mercato è saturo e che quindi, ogni nuova proposta rischia di essere un semplice eco di uno stesso suono che si sta propagando da molto tempo.
Come rendere, allora, il proprio prodotto diverso? E’ qui che subentra lo studio russo
Battlestate Game, che ci ha gentilmente inviato una chiave per provare la
Closed Beta del loro gioco
Escape from Tarkov. Attualmente è disponibile solo per
PC, anche se non è stata esclusa completamente una versione console. Inoltre, si appoggia ad una piattaforma proprietaria, ma poco dopo l’uscita arriverà anche su
Steam.
Configurazione PC:
- Processore i5 2500k@4.3Ghz
- 8Gb di ram
- Scheda video: AMD 480 8GB
Non è S.T.A.L.K.E.R., ma quasi
Russia 2028. La città di Tarkov è in condizioni critiche a causa della guerra tra due compagnie militari private. L’USEC, assoldati della multinazionale Terra Group, vengono usati per fornire supporto armato alle attività illegali della corporazione e il BEAR, la compagnia creata su ordine diretto del governo Russo per smascherare e contrastare gli illeciti del Terra Group. Per motivi sconosciuti la situazione nella città di Tarkov è sfuggita di mano ed è stata evacuata, lasciando sul posto le due compagnie militari, un gruppo di sciacalli e criminali locali chiamati Scavs e altri loschi figuri. Poste queste basi, la prima volta che si accede al gioco si dovrà creare un personaggio appartenente ad una delle due fazioni e una volta iniziata la partita si dovrà perseguire un obiettivo assai semplice: fuggire vivo da Tarkov. Semplice a dirsi, perché nella pratica la situazione è un tantino diversa.
Se state cercando un FPS dalle meccaniche arcade o comunque un gioco abbastanza permissivo, smettete subito di leggere e cercate qualcos’altro che possa meglio soddisfare il Rambo che è in voi. Escape from Tarkov è un gioco difficile e del resto gli sviluppatori hanno sempre chiarito la loro intenzione di realizzare un prodotto quanto più realistico possibile in tutti gli aspetti, dal gunplay alla pesantezza del movimento, dal suono degli spari a quello dei nostri passi, che se troppo veloci allerteranno i nemici, fino ai vari malus che affliggeranno il giocatore, il quale potrà patire la fame, la sete e subire menomazioni agli arti.
Dentro Tarkov
Prima di entrare in partita bisognerà scegliere l’equipaggiamento per il proprio personaggio, selezionare uno scenario (nella Closed Beta ne sono disponibili solo quattro) per poi ritrovarsi in un punto causale pronti per iniziare. La prima cosa che si nota è la totale libertà di movimento, in quanto è permesso calibrare con la rotellina del mouse la velocità dei passi oppure l’altezza mentre ci accucciamo.
Ogni minima azione va fatta tenendo conto di tutti gli elementi su schermo, e ogni mossa avventata verrà punita con la morte. Per sopravvivere bisognerà raccogliere quante più risorse possibili, setacciando le casse e i corpi dei nemici abbattuti o di qualche disgraziato che non ce l’ha fatta. Il giocatore avrà a disposizione una sola vita e se verrà ucciso perderà tutto quello che ha raccolto e tutto l’equipaggiamento scelto all’inizio. Per ovviare a questo problema è possibile, prima della partita, assicurare presso un mercante il nostro equipaggiamento pagando una quota in denaro, così che, in caso di morte, lo potremo riavere dopo un tot di ore (
nel nostro caso più di 20). E’ possibile giocare gli scenari in modalità offline, dove quello che raccoglieremo non potrà essere aggiunto all’inventario alla fine della partita e quello che equipaggiamo non verrà però perso nel caso morissimo. Per chi si diverte a fare il guastafeste, si potrà scegliere di giocare come uno Scavs, l’altra fazione di cui parlavamo nel paragrafo precedente. In questo ruolo, il giocatore dovrà collaborare con gli altri Scavs e impedire che gli appartenenti alle due compagnie militari riescano a fuggire indenni da Tarkov. Il gioco dispone di un proprio sistema economico, che permette ai giocatori di commerciare tra loro e con gli NPC. Il sistema è dinamico, con variabili come i tassi di cambio che sono gestiti da una IA. Sono presenti anche elementi GDR, come un sistema di livellamento e abilità da sbloccare. In questo aspetto ricorda molto Skyrim o in generale i recenti The Elder Scroll, dove per migliorare un’abilità bisogna semplicemente usarla. Nel caso di Escape from Tarkov, l’esperienza si acquisisce combattendo, raccogliendo oggetti, esplorando vie alternative e così via.
Cosa ci è piaciuto
Tra i punti di forza di Escape from Tarkov c’è innanzitutto l’ottimo livello tecnico. Basato sul motore grafico Unity, questo gioco è in assoluto quello che ne fa il miglior utilizzo, lasciando il giocatore davvero sorpreso dalla rappresentazione del mondo e dalla cura dei dettagli.
Escape from Tarkov in questo ambito straccia la concorrenza, che invece propone giochi tecnicamente zoppicanti. Anche l’ottimizzazione, tolta qualche lieve incertezza del framerate, è più che soddisfacente, regalando un’esperienza stabile nonostante stiamo parlando di una Closed Beta. Altro aspetto che ci ha colpiti è la cura con la quale sono state realizzate le armi, che sono una copia fedelissima della loro controparte reale. Ce ne sono tante e ognuna da un sensazione diversa quando equipaggiata. Le armi hanno un rinculo realistico, si possono inceppare, possono fare cilecca e ogni proiettile ha una sua traiettoria, che cambierà a seconda della superficie impattata, andando a rompersi o a rimbalzare.
Chi è un appassionato delle armi da fuoco, si troverà nel paese dei balocchi. Ma anche chi ne è disinteressato, difficilmente tratterrà lo stupore guardando ad esempio la schermata di personalizzazione dell’arma. In Escape from Tarkov non c’è un vero è proprio crafting, non possiamo creare un’arma legando con del nastro isolante una bottiglia di vetro rotta ad uno sturalavandini, tuttavia possiamo modificare ogni singolo componente di ogni arma. Il giocatore dovrà tenere conto di questi e tanti altri fattori che gli restituiranno un’esperienza di sopravvivenza dannatamente cruda e reale.
Commento
Pro e Contro
✓ Gli amanti degli FPS Hardcore avranno pane per i loro denti
✓ Comparto tecnico notevole e ben ottimizzato
✓ Identità molto forte...
x ...ma comunque niente di veramente nuovo
x Problemi alla IA, agli spawn e di bilanciamento
x Nessuna traccia nella Closed Beta della modalità Storia
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