Dopo l’
anteprima della scorso mese, in cui analizzavamo la campagna singleplayer, torniamo finalmente a parlarvi di
Devil’s Third con uno sguardo dedicato alla componente
multigiocatore, che promette di essere il vero cuore pulsante del controverso sparatutto ideato da
Tomonobu Itagaki. Ritroveremo le stesse problematiche evidenziate nella modalità a singolo giocatore o riuscirà il multiplayer a migliorare le non esaltanti prime impressioni? La risposta a questo quesito potrebbe stupirvi.
Devil’s Third, una insospettabile vocazione multiplayer
Il multiplayer di Devil’s Third si pone come un ipotetico what if,
un futuro alternativo a quello della campagna singleplayer in cui il prode Ivan non è riuscito a sventare la minaccia costituita dai SOD e gli USA sono stati distrutti dal terrorismo. I giocatori interpreteranno quindi singoli cittadini che, assunte le vesti militari, si organizzeranno in clan in lotta per ricostruire l’ordine sotto la propria bandiera. La modalità si apre con una rapida fase di creazione del personaggio, di cui potremo decidere nome, sesso, volto ed altri attributi. Dovremo quindi superare un tutorial, invero piuttosto noioso e superfluo per chi ha già dimestichezza con le meccaniche di gioco, prima di buttarci nella mischia. Inizialmente potremo avventurarci solo nei
Drill match, partite rapide da 3 a 16 giocatori, secondo diversi set di regole. Prendendo parte a queste schermaglie accumuleremo esperienza e salendo di livello potremo infine sbloccare tutte le funzionalità legate ai Clan, quali la costruzione della base, i match Assedio e la diplomazia. Esistono dieci diversi tipi di Drill match, ognuno con le proprie regole e caratteristiche:
- Battle Royal: la tipologia più semplice, una classica battaglia tutti contro tutti
- Team Deathmatch: uno scontro a squadre in cui i giocatori vengono divisi in due team
- Cargo Capture: altra modalità a squadre, in cui i team devono prendere il controllo delle casse di rifornimento sparse sul terreno di gioco. Ogni cargo catturato fornisce punti, ma può anche contenere armi potenziate
- Chickens: una delle modalità più leggere e divertenti. I giocatori devono scovare e catturare delle galline disseminate sulla mappa. Le galline forniranno punti al giocatore che le controlla nel corso del tempo e potranno venir sottratte agli avversari uccidendoli
- Close Quarters: un deathmatch a squadre senza armi da fuoco o granate. I team combatteranno esclusivamente con armi da mischia
- Carnival: di nuovo una modalità meno seria e più particolare. Divisi in squadre i giocatori dovranno ottenere frutti dai venditori e lanciarli all’interno di un mixer. Frutti differenti varranno punteggi differenti.
- Guardian: le squadre dovranno conquistare di volta in volta la zona indicata. La zona dovrà quindi essere difesa dall’assalto nemico e verranno assegnati punti per ogni secondo di controllo mantenuto
- Gladiator: tutti contro tutti a mani nude. Una sola arma da mischia verrà spawnata in una zona casuale della mappa. Sconfiggere i giocatori con l’arma vale il doppio dei punti
- Trasporter: un classico cattura la bandiera a squadre
- Ignition: il team attaccante dovrà piazzare una bomba all’interno del quartier generale nemico, mentre quello in difesa dovrà tentare di evitare che ciò avvenga oppure prontamente disinnescare la bomba. Se la bomba esplode il team in attacco vince il round. Il team in difesa vince se riesce a resistere fino al termine del round. Il team che vince il maggior numero di round si aggiudica la partita
Guerra di bande
Una volta che il nostro personaggio avrà raggiunto un certo livello, il gioco ci avvertirà che abbiamo ufficialmente terminato la fase di addestramento e che possiamo finalmente accedere alle opzioni dei
Clan. Avremo la possibilità di creare un nostro clan, di unirci ad uno già esistente o di partecipare da mercenario ai match Assedio. In ogni caso dovremo scegliere un’area in cui stabilire
la nostra base, vera e propria fortezza che andremo a potenziare costruendo strutture difensive e torrette automatiche. Sarà molto importante costruire basi ben difendibili, visto che costituiranno il terreno di gioco nei match Assedio. Questi ultimi possono avvenire quando due clan posseggono almeno una base all’interno dello stesso territorio. Quando un giocatore decide di lanciare l’assedio verso la base di un clan avversario tutti i giocatori online del proprio clan e di quello nemico, più eventuali mercenari, riceveranno la notifica di attacco e potranno unirsi in partita. Il team vincitore di un assedio potrà non solo strappare denaro agli avversari, ma anche danneggiarne la base, costringendoli ad onerose riparazioni, e perfino ridurre l’influenza del clan nemico ed aumentare la propria. Maggiore sarà l’influenza del proprio clan e maggiori saranno le rendite fisse che il gioco elargisce ad intervalli regolari. Tali fondi resteranno in parte in mano al clan, ed in parte ridistribuiti tra i singoli membri, che potranno utilizzarli per comprare nuovi equipaggiamenti, o migliorare e riparare le proprie basi. I leader dei clan potranno inoltre accedere a particolari funzioni diplomatiche: sarà infatti possibile
negoziare con altri clan alleanze o tregue, diffondere volantini di propaganda sulle basi avversarie, indicare ai membri di grado inferiore bersagli preferiti e quant’altro.
Divertente, nonostante tutto
Devil’s Third si sviluppa su un sistema a doppia valuta: il denaro comune, reperito durante gli assedi o come rendita dal proprio clan, e le uova d’oro, reward ottenute ad ogni level-up del proprio personaggio. Se le armi possono essere acquistate in denaro, le uova d’oro trovano la loro funzione soprattutto per l’acquisizione di divise, caschi o per modificare l’aspetto scelto in sede di creazione del personaggio. In caso di bisogno le uova d’oro posso essere convertite in Dollen (
la valuta nel mondo di Devil’s Third) oppure
comprate con denaro reale dal Nintendo eShop. Il rischio che Devil’s Third possa tasformarsi in un
pay-to-win è quindi purtroppo sostanziale, dato anche il non perfetto bilanciamento degli armamenti disponibili. Durante la nostra prova abbiamo notato che alcune armi, come i fucili a pompa ed il lanciafiamme, sono decisamente overpowered, e consentono un discreto vantaggio sia a corto che a medio raggio. Fortunatamente basta un po’ di dimestichezza con le meccaniche di gioco per arginare gli abusi di queste armi da parte di altri utenti, mettendo in pratica tutte le tecniche apprese durante il singleplayer. In tutte le sue numerose modalità di gioco il multiplayer di Devil’s Third appare
frenetico ed adrenalinico. Il mix tra un gameplay shooter ed uno da hack and slash funziona molto meglio con avversari dotati di vera intelligenza che non con la deficitaria IA dei nemici della campagna. Si vengono a creare situazioni in cui si passa freneticamente da un tipo di combattimento all’altro,
cercando di sorprendere l’avversario attraverso la mobilità del proprio personaggio e la conoscenza delle arene. Queste ultime appaiono variegate e molto ben realizzate. Hanno spesso una componente verticale, con più piani, e si adattano a tutti gli stili di gioco: dalle imboscate al cecchinaggio, dalle sparatorie più pure ai duelli all’arma bianca. Sono ricche di scorciatoie e passaggi alternativi, ed anche grazie alla grande mobilità dei personaggi sono una gioia da attraversare, l’esatto opposto dei noiosi corridoi del singleplayer. Un loro difetto è invece l’eccessiva ampiezza: se sono adeguate per partite con 16 giocatori, quando il numero degli utenti cala risultano
troppo grandi ed eccessivamente vuote. Nonostante tutto le partite multigiocatore risultano divertenti e soddisfacenti, e riescono la dove il singleplayer falliva miseramente, ovvero nel mettere in luce le buone qualità del sistema di combattimento.
Problemi di ordine tecnico
Ancora una volta
il lato tecnico è quello più debole del gioco, con risultati possibilmente ancora più scarsi che non nel singleplayer. Vuoi per la dimensione delle arene, vuoi per il numero dei giocatori, ma l’impatto generale è piuttosto blando e ricorda quasi un titolo di prima generazione per Xbox 360. Non aiuta una performance che resta sui 30 FPS quando va bene, ma che cala inesorabilmente nelle situazioni più concitate. Da segnalare in negativo anche una non perfetta gestione delle collisioni nel corpo a corpo (
forse dovuta ad un leggerissimo lag?), che fortunatamente non pregiudica il flusso dei combattimenti, e soprattutto l’assenza di server mondiali. Se da un lato la scelta di utilizzare server regionali aiuta a mantenere un online fluido e con minori problemi di lag, verosimilmente Devil’s Third non avrà un pubblico particolarmente grande, e senza la possibilità di incontrare giocatori di altre regioni si potrebbe far fatica a trovare avversari in numero sufficiente, soprattutto per quelle modalità che richiedono squadre.
Commento
Pro e Contro
✓ Ricco di modalità e vario
✓ Clan e base-building insospettabilmente profondi
✓ Buon level design che fa brillare il sistema di gioco
✓ Frenetico e divertente
x Sbilanciato: lanciafiamme e shotgun sono overpowered
x Graficamente mediocre
x Possibile pay-to-win?
x Server regionali e poco interesse del pubblico: ci saranno giocatori?
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