A quattro anni di distanza dal precedente capitolo, i ragazzi di Project Soul tornano a farci incrociare le spade (e non solo) dando finalmente vita all’attesissimo Soul Calibur V. Come ci si aspetterebbe, questo nuovo capitolo cerca di rendere l’esperienza di gioco del tutto unica, spingendo il giocatore a migliorare per portare a termine tutte le modalità senza troppi problemi. Senza però tante vecchie conoscenze…
VERSIONE TESTATA: PlayStation 3
Dare un restyling alla saga è stato uno degli obiettivi principali del team di sviluppo. Fin da subito si nota che i personaggi e le modalità di gioco hanno subìto diversi cambiamenti, alcuni dei quali però abbastanza fastidiosi. Ambientare la storyline del gioco 17 anni dopo quella narrata nel capitolo precedente è una scusante più che buona per rimpiazzare alcuni lottatori storici e mandarne in pensione altri. Alcuni personaggi però, all’apparenza nuovi ed unici, sono in realtà un “upgrade” di vecchi combattenti; altri, invece, sembrano un mix di più stili precedentemente visti.
Ad esempio, Taki lascia spazio a Natsu, la quale presenta delle mosse e tratti somatici molto simili al più celebre personaggio che va a rimpiazzare. Leixia, ha uno stile di combattimento che ricorda Xianghua, in quanto è sua figlia. Xiba è un unione degli stili di Seug, Mi-Na e Kilik: questo personaggio infatti presenta una lista di combo molto ricca, cosa che accade con Pyrrha, la quale ha a disposizione alcune tecniche di Sophitia ed alcune di Cassandra. I combattenti che abbandonano definitivamente il ring senza eredi sono: Rock, Talim, Amy, Zasalamel e Yun-Seong.
I ragazzi di Project Soul si fanno però perdonare dagli amanti della serie con delle new entry come Patroklos, Viola, Aeon, Z.W.E.I., senza dimenticare l’apparizione speciale del celebre Ezio Auditore (inutile ricordarvi di chi si tratti, n.d.r.). Mettendo da parte “l’assassino”, gli altri quattro personaggi godono di un ottima personalità e di stili di combattimento molto interessanti ed innovativi (ma non intuitivi, n.d.r.). Di certo non poteva mancare il famosissimo editor di personaggi che, rispetto al capitolo precedente, presenta molte più opzioni mai viste in precedenza, tra le quali la possibilità di creare dei motivi per decorare le armi, le armature e gli oggetti.
Rispetto al capitolo precedente, in Soul Calibur V il gameplay è molto differente. Un punto a favore va al ritorno delle Critical Edge che vanno a sostituire le Critical Finish. La velocità dei singoli colpi è aumentata e noterete fin da subito che il gioco è ben strutturato, permettendo a coloro che hanno speso parecchie ore ad imparare gran parte delle tecniche di avere la meglio verso chi non ha invece dedicato troppo tempo al titolo stesso. Niente “fortuna del principiante” quindi, qui.
Tornando alle Critical Edge, per coloro che non le conoscessero ancora possiamo dire che sono delle tecniche “speciali” utilizzabili sia singolarmente che durante una combo. Per poter effettuare una Critical Edge bisogna tenere conto di un indicatore posto affianco alla barra della vita, che può essere caricato portando a segno un attacco o parando un colpo. Tutto qui? Ovviamente no. Questo indicatore può essere usato anche per eseguire le Brave Edge, delle tecniche molto più potenti rispetto alle altre, utilizzabili solo con l’indicatore al massimo ed un minimo di esperienza per portarle a termine con successo.
Parlando di indicatori è bene segnalare la rimozione della barra che indicava la condizione dell’armatura del personaggio: in Soul Calibur V è ora più facile sfondare le protezioni, per cui il team di sviluppo ha pensato bene di far sparire un’ulteriore barra che diventerebbe presto inutile nell’incontro.
Anche sul piano della difesa abbiamo significanti cambiamenti. Il Guard Impact è stato rimpiazzato dal Just Guard che, per utilizzarlo alla perfezione (specialmente in multigiocatore), impone uno studio di ogni tipo di attacco degli avversari che si affrontano. Infatti per concludere un Just Guard bisogna premere il tasto per parare i colpi poco prima che l’avversario colpisca, azione che andrà ad incremente il nostro indicatore del Critical Edge. Questa tecnica è abbastanza difficile da utilizzare, essendo basata più sul tempismo che altro, ed è un elemento che premierà i giocatori più accaniti contro i neofiti e non.
La schivata laterale ora è chiamata Quick Step la quale, se eseguita nel momento esatto in cui l’avversario sferra un colpo, sarà poi possibile effettuare dei contrattacchi davvero critici, infliggendo parecchi danni.
Nonostante alcuni personaggi possano sembrare più forti rispetto ad altri, grazie alla velocità d’azione unita a tutti gli elementi di cui abbiamo parlato prima, il gioco rimarrà decisamente equilibrato e premierà solo i più esperti.
Incentrare la trama sui figli di Sophitia (Patroklos e Pyrrha) è un ottima idea, ma tralasciare il resto dei combattenti di certo no. Ecco cosa ci offre la Modalità Storia: un’oretta di gioco incentrata solo su due personaggi, abbandonando quasi tutti gli altri, offrendogli la sola posizione di avversari. La modalità Arcade coprirà questa falla? Assolutamente no! La Modalità Arcade presenta tre difficoltà e fondamentalmente è utile solo per incrementare il livello del giocatore inerente alla sua preparazione. Il titolo dispone inoltre della classica modalità Battaglia Rapida, la quale comprende 240 lottatori creati con l’editor – anche per dare al giocatore un’idea sull’utilizzo – e, vittoria dopo vittoria, ci permetterà di sbloccare oggetti e titoli extra.
Inoltre, proseguendo in questa modalità, incontreremo una nostra conoscenza che userà lo stile di combattimento di Devil Jin di Tekken. La “Battaglia Rapida” è infatti quasi un grande expò delle possibilità dell’editor di Soul Calibur V, con diversi omaggi a personaggi di diversi anime e videogiochi.
Infine, tra le modalità di gioco offline abbiamo la modalità Anime Leggendarie, dove incontreremo un’IA pronta a metterci al tappeto facilmente, mettendo in difficoltà anche i più preparati.
L’esperienza online cerca, a grandi linee, di mettere riparo ad un offline forse poco corposo e non molto ispirato. Tralasciando la presenza delle classiche modalità già note ai più (Partita del giocatore e Partita Classificata), è possibile accedere al Colosseo, un’arena che può ospitare fino a 50 giocatori, suddivisi per regione, armi e stile di combattimento. In quest’arena vengono organizzate delle partite classificate legate al livello del giocatore, in modo tale da rendere l’esperienza più competitiva.
Tralasciando i vari problemi di lag ormai noti nel brand, che anche a questo giro minano un po’ l’esperienza di gioco, il multigiocatore di Soul Calibur V rimane ben costruito e ricco di elementi molto utili, con però il gravoso peso di un matchmaking ancora singhiozzante.
Parlando del lato tecnico di Soul Calibur V, si nota con piacere che il motore grafico è migliorato notevolmente, offrendo dei modelli poligonali degli stage e dei personaggi molto dettagliati e curati a fondo. L’ottimo lavoro svolto dal team si vede anche dai primi combattimenti, dove l’ambientazione stessa riesce a dominare il combattimento anche se l’azione rimane distante da essa. Ad esempio, guardie che bloccano il cancello principale di un castello per impedire che i nemici entrino, oppure una nave che affonda, sono solo una piccola parte di tutto ciò che il titolo offre visivamente.
Ad accompagnare questi scenari ci sono delle colonne sonore di buona fattura che determinano un ruolo fondamentale in ogni singola battaglia. Per concludere, il doppiaggio è disponibili in inglese e giapponese, tranne per Ezio Auditore che gode di un’esclusiva (quanto leggermente inascoltabile, a voler essere sinceri) parlantina all’italiana.
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