Di
The Swapper, nella sua
versione originale, se ne era già occupato il nostro buon Luca Mazzocco giusto qualche mese fa, esprimendo (
giustamente) pareri entusiasti. Con piacere torniamo a parlare di questo sorprendente e particolare titolo, visto che il gioco dei ragazzi di
Facepalm Games allunerà sull’ eShop di Wii U il prossimo 6 Novembre. Il gioco rimane lo stesso, ma analizzarlo da un’altra prospettiva potrebbe essere interessante. Magari risultando differente in emozioni e divertimento donato o, magari, potrebbe essersi meritato addirittura un altro voto.
C’è nessuno?
Data l’imponente dose di terrore che porta l’idea di essere soli nello spazio profondo questa fobia è stata macinata in ogni salsa e da ogni media. Spesso regalando capolavori letterari, cinematografici e videoludici.
fa della solitudine il suo punto di forza narrativo e scenico
Non da meno è
The Swapper, che fa della solitudine in una base spaziale abbandonata il suo punto di forza narrativo e scenico. Ci troveremo dunque a vagare per questa stazione ignari del perché sia stata abbandonata, se siamo realmente soli e come diamine fare per uscirne. La trama si sviluppa in maniera molto particolare, infatti le uniche informazioni date a disposizione al giocatore vengono fornite da determinati “log”. Accedendo a questi terminali aggiorneremo dati e comunicazioni che svelano sempre di più quanto accaduto e, tra frasi introspettive sull’anima, informazioni scoperte e… no, la terza fonte di comunicazione non ve la sveliamo, scopriremo i retroscena e la reale trama del gioco. Un espediente narrativo che se pur da una parte risulta innovativo ed adatto al genere di gioco, dall’altra diventa infelice in quanto totalmente in inglese e pesantemente indiretto. Sta a voi scegliere se leggere tutti i vari documenti o semplicemente proseguire e godersi il gioco e la sua fantastica atmosfera per quelle quattro o cinque orette necessarie a completarlo.
Mi faccio in quattro!
Il fulcro del gameplay del gioco è la possibilità data al protagonista di clonarsi e spostare l’anima nel corpo dei suoi stessi cloni che, altrimenti, rimangono veri e propri doppioni che copiano pedissequamente i passi del loro creatore. Sull’intera struttura di questo potere si basano praticamente tutti gli enigmi del gioco, stanza dopo stanza ci vedremo costretti a creare e ricreare i cloni (e “swappare” l’anima) per schiacciare pulsanti, spostare oggetti e superare ostacoli. Il tutto acquista naturalezza dopo pochi enigmi risolti, quasi come se creare cloni vuoti e riempirli con la propria anima sia una cosa normale. Ecco, questo è uno degli aspetti che viene trattato nelle varie riflessioni introspettive che il gioco ci racconta.
Metroid chi!?
A fianco di un gameplay totalmente basato sulla risoluzione di enigmi troviamo una mappa ed un sistema di esplorazione che ricorda da vicino i classici “Metroidvania”.
l’esplo-razione è ridotta all’osso
Ovvero una mappa 2D piena di stanze, segreti, oggetti da recuperare ed enigmi da risolvere. In questo caso i segreti sono i log di cui parlavamo prima, gli oggetti sono delle “celle energetiche” che servono ad aprire i passaggi da un’area all’altra e gli enigmi sono quelli che, risolti, ci permettono di ottenere queste celle energetiche. Contrariamente ad un Metroid od un Castelvania l’esplorazione è ridotta all’osso, con una mappa comodamente visualizzabile sul GamePad di Wii U che segnala tutto il necessario per proseguire: stanze, log e celle energetiche.
Odissea nello Spazio
Ad incrementare la sensazione di smarrimento e di solitudine ci pensa un comparto audiovisivo di tutto rispetto. Non per particolare eccellenza tecnica, ma per atmosfera e disturbo ansiogeno che gli scenari trasmettono. Tra cartelli dismessi, pontili crollati, grigiumi vari e materiali usati l’effetto è assolutamente e piacevolmente alienante. Sinceramente i paesaggi ci hanno ricordato materiali di ogni giorno come alluminio stropicciato, pezzi di cartone e ciarpame vario. Non sappiamo quanto questo effetto sia voluto o se lo avrete anche voi giocandoci, ma a noi ha incuriosito molto.
Stesso discorso per quanto concerne la colonna sonora. Tetra e dispersiva al punto giorno. La musica accompagna i passi del protagonista in modo sublime e scenico, cosi come tutti i rumori che la base spaziale abbandonata produce.
Cosa non da poco il tutto è riproducibile sullo schermo del GamePad Wii U. Utile se passate una serata intera a risolvere un enigma e moglie/marito/genitori reclamano il diritto alla tv.
Verdetto
8.5 / 10
Anche se sotto la tuta non c’è Samus
Commento
Pro e Contro
✓ Gameplay Cloni-centrico geniale
✓ Atmosfera centrata in pieno
✓ Trama intelligente...
x …ma totalmente a carico del giocatore
#LiveTheRebellion