PSVita ha visto il suo debutto accompagnato da grandi nomi della famiglia Sony PlayStation, tra cui quello di Resistance che arriva su PlayStation Vita con uno spin-off della serie che poco ha a che fare con gli avvenimenti della saga principale.
Nonostante ciò, unitamente ad uno sviluppo eseguito da un team esterno, Resistance: Burning Skies trasuda lo “stile Chimera” da tutti i pori, forse anche un po’ troppo sotto certi aspetti…!
Resistance: Burning Skies è ambientato in una New York del 1950 la quale all’improvviso si vede subire un’invasione da parte dei a noi ben noti Chimera. In un edificio in fiamme, troviamo il pompiere Tom Riley intento a salvare un suo collega di lavoro, quando ad un tratto è costretto a dover fronteggiare i primi Chimera armato solo della sua ascia. Una volta capito cosa sta succedendo, inizia la corsa per salvare la sua famiglia inizialmente portata in un accampamento per i primi soccorsi e poi sequestrata in una Torre Chimera…
Un incipit decisamente classico e che sa di “già visto”, soprattutto per i fan della serie, ma ora andiamo al gioco nudo e crudo senza indugiare sulla storia in sé per non rovinare i colpi di scena che andremo a vivere. All’inizio di ogni capitolo, per l’esattezza 6, ci sarà un video stile propaganda militare in rosso, giallo e nero che ci introdurrà nuovi eventi e rivelerà molte succulenti notizie sul mondo di Resistance.
Il sistema di controllo risulta essere solido e ben curato ed il touch nel complesso viene ben integrato nel gameplay storico della serie, anche se in realtà non è un’opzione come nella maggior parte dei titoli visti sino ad ora su PSVita bensì obbligatorio per poter aprire le porte, raccogliere fascicoli ma soprattutto per l’utilizzo del fuoco secondario delle armi. Il gioco, inoltre, non presenta particolari carenze di natura tecnica e ciò lascia un po’ l’amaro in bocca quando poi si nota il motore grafico un po’ sotto tono di Burning Skies, vuoi per problemi di ottimizzazione o vuoi per la naturale inesperienza del team su una piattaforma comunque nuova; se la veste grafica fosse stata più curata, il risultato finale – oltre a essere stato migliore visivamente parlando – avrebbe dato quel qualcosa in più che avrebbe reso il titolo un ottimo gioco sotto tutti i punti di vista.
Il secondo stick analogico fa il suo dovere: finalmente anche su console portatile sono facilmente fruibili anche gli FPS. A causa della mancanza dei tasti R3 e L3, per correre utilizzeremo la Freccia Giù della croce direzionale e per selezionare le varie armi dovremo mantenere premuto il tasto Triangolo che aprirà l’ormai classico cerchio di selezione e potenziamento armi, miglioramento che sarà possibile grazie a degli speciali cubi sparsi per i vari stage. Altra particolare caratteristica di Burning Skies, rispetto agli altri giochi del brand di Resistance, è il sistema di copertura automatica simile a quella presente in Killzone 3 che qui funziona molto bene; altrettanto si può dire dell’unica arma da mischia di Riley, l’ascia da pompiere, molto splatter che però risulta povera di animazioni.
Così come ci ha abituati la IP su PS3 anche in Burning Skies vi sono molti tipi di nemici, dai semplici “soldati” ai cecchini, passando per i soliti svariati Chimera “fuori taglia” da abbattere con pazienza. Fortunatamente ad aiutarci ci sarà un enorme arsenale di armi molto diverse fra loro e molto divertenti ed appagamenti da usare. Ritroveremo vecchie conoscenze come l’indispensabile Bullseye ma troveremo anche curiose novità come un fucile a pompa/balestra. Ogni arma ha un fuoco secondario particolare e sempre molto utile ma la differenza la fanno spesso i rinnovati potenziamenti.
Per quanto riguarda i Trofei, i “Cacciatori” devono sapere se Resistance: Burning Skies offre una selezione decisamente facile da ottenere: infatti è possibile ottene il Platino completando una sola volta la campagna di gioco, dato che non serve completare la raccolta dei collezionabili e nemmeno finire il gioco a modalità Difficile o superiore.
Il multiplayer di Burning Skies non è nient’altro che una versione (forse fin troppo) alleggerita di quello giocabile in Resistance 3 per PlayStation 3; la componente competitiva è composto da tre modalità: Survival, Deathmatch e Deathmatch a Squadre e purtroppo sono presenti solo 6 mappe, che risultano essere anche abbastanza piccole e “navigabili” nella loro interezza in pochi minuti di gioco.
Tuttavia la possibilità di personalizzare il proprio equipaggiamento rende più longeva l’esperienza multigiocatore, assieme alla divertente modalità Survival dove un solo partecipante al match sarà un Chimera che dovrà cercare di “convertire” gli altri giocatori umani (una sorta di “modalità Virus”, per intenderci).
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