Per chi ha colto la citazione questa recensione potrebbe anche chiudersi qui, siccome l’ignoranza impera presumo di doverla continuare per quei pochi miscredenti che non hanno mai goduto delle peripezie dei fratelli Elric in Full Metal Alchemist.
Vi siete mai chiesti cosa avreste fatto nei panni degli Elric? Avere la possibilità tramite l’alchimia di cancellare un trauma subito o una disgrazia di qualsiasi tipo, scelta dura, il team di Mango Protocol attraverso Clem prova a farvi dare finalmente una risposta su PC – o in portabilità su Nintendo Switch, su cui l’ho giocato io stesso.
Le relazioni familiari con gli occhi di una bimba e le orecchie di una bambola di pezza
Amo i videogiochi perché amo le storie e credo che siano il modo più bello ed efficace per raccontarle. Negli ultimi anni mi sono anche appassionato molto ai puzzle game – e Clem ha tutti e due questi elementi, quindi non potevo non farci un giro. Ormai ho proprio bisogno di giocarne uno ogni tot, probabilmente perché il rapporto con il mio corpo non è sempre idilliaco ed ho la necessità di trovare modi per sentirmi intelligente e mettere alla prova la mia mente. Così anche se l’involucro a volte lo reputo da buttar via almeno mi assicuro che il contenuto non lo sia, come in una sorta di opera di autoconsolazione e di innalzamento dell’autostima.
A proposito di involucri, in Clem siamo una bambola di pezza, un involucro vuoto animato dalla magia e sospinto da una voce misteriosa che ci dà uno scopo: trovare determinati elementi. Presto scopriamo che la voce è quella di Clem, una bambina inquietante isolata nella sua stanza a fare chissà cosa. Il nostro fido compagno di viaggio sarà un libro raccolto proprio vicino a dove ci svegliamo e su cui annoteremo le varie informazioni per procurarci le cose che la dolcemente creepy Clem ci chiederà. Tutto questo ha lo scopo ultimo di portare avanti il suo misterioso esperimento.
Ma cosa sono queste “cose” che ci chiede? Sono tratti fisici e caratteristici degli esseri umani: bellezza, determinazione, intelligenza e via dicendo. Nel libro ognuno è collegato ad un determinato tipo di insetti, la cui descrizione ci aiuta a capire cosa ci serve e dove trovarlo. L’esplorazione della magione deserta è una parte fondamentale dell’esperienza, siate il più possibile curiosi e non lesinate di sperimentare ogni volta che potete gli strumenti che troverete man mano perché al momento debito sarete ricompensati.
L’esplorazione dicevo è una parte importante se non fondamentale, sia per risolvere i vari enigmi e puzzle che troveremo sia per ricostruire la storia di Clem e della casa in cui abita.
Sulla trama va spesa qualche parola extra. Non ha nulla di super innovativo secondo me, ma è narrata attraverso lettere e game design con una dolcezza e delicatezza da entrarti nel cuore ed emozionare oltre che sorprendere e terrorizzare per alcune scoperte che si fanno più in là nel gioco. Clem è una riflessione su come i rapporti familiari siano sempre complicati pur in situazioni apparentemente serene, su come potremmo scoprire di essere così poco affini ad un determinato familiare nonostante ne condividiamo luoghi e compagnia o su quanto sia triste scoprire che nonostante i nostri sforzi e l’amore che proviamo siamo legati solo dal sangue e nulla più in certi casi.
I puzzle e gli enigmi sono ben equilibrati per la maggior parte e richiedono la giusta dose di cervello ed intuizione così da farci provare soddisfazione ogni volta che ne risolviamo uno. Alcuni di sicuro sono un po’ troppo facili e un paio un po’ troppo cervellotici, ma nulla che rischi di rovinare l’esperienza.
Muoversi all’interno del gioco è piacevole: lo stile grafico cartoonesco riesce a far percepire un certo misto di pace e inquietudine soprattutto grazie al sapiente uso dei colori, che seppur tanti non sono mai troppo accesi. L’effetto ottenuto riesce a non rallegrare troppo chi gioca, tenendone sempre l’umore in linea con le atmosfere del gioco.
Un titolo semplice, ma efficace
Menzione a parte la merita il nostro fido libro, vero protagonista dei tentativi di risolvere i vari rompicapi. Quando ero in dubbio o non sapevo cosa fare aprire il libro era sempre la mia prima scelta, perché magari mi era sfuggito qualcosa – un’annotazione o un’immagine particolare ad esempio. L’estrema cura con cui è realizzato lo rende piacevolissimo da sfogliare, e oltre al già detto stile grafico ha moltissimi elementi disegnati finemente a mano. A tratti un vero gioiellino quindi, da cui ho imparato diverse cose sugli insetti: per ognuno c’è una descrizione semplice e chiara, che lo collega a un determinato tratto umano. Un dettaglio che ha finito per farmeli amare ed apprezzare in modo molto più consapevole pur non essendone appassionato in generale.
Altro elemento fondamentale che caratterizza l’atmosfera di Clem è il comparto audio. A inizio partita ci viene subito consigliato di giocarlo con le cuffie, e non potrei immaginare di girare per la magione per le 4/5 ore necessarie a raggiungere il finale senza quelle melodie all’apparenza semplici ma d’impatto notevole che contribuiscono in modo fondamentale a far immergere completamente i sensi.
L’opera non è tradotta in italiano ma non è un problema perché il livello di inglese è molto accessibile, questo ve lo dice uno che quel poco che ne sa lo ha imparato tra musica e videogiochi quindi tutt’altro che un madrelingua.
Voto e Prezzo
7.5 / 10
10€ /16€
Commento
Clem fa quello che si prefigge di fare, emozionarci, interrogarci e sfidare il nostro intelletto, forse senza particolari picchi ma sicuramente con tanto cuore e dedizione da non farci mai stancare e mantenendo alta la voglia di proseguire fino al finale... o ai finali? Questo dipende dalla vostra curiosità.
Pro e Contro
✓ Storia coinvolgente ✓ Enigmi e puzzle impegnativi ✓ Atmosfera grafica e sonora
x Nulla che faccia gridare al miracolo x Qualche puzzle troppo semplice
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