Antony Teodosio

Speciale Comunicazione a colori nei videogiochi

Tutti conosciamo l’importanza dei colori nella nostra vita. Per quanto affascinante la visione di una bella foto in bianco e nero, i colori ci danno tante altre informazioni altrimenti “nascoste”.

Sicuramente nei videogiochi il passaggio dal monocromatico ai colori ha rappresentato una rivoluzione come lo è stato per il televisore. Non è facile datare con precisione tale transizione, anche perché molto dipende dal tipo di tecnologia usata per generare quei colori.

Dalle griglie di luci di Bertie the brain costruito da Josef Kates nel 1950 alle immagini prodotte da un oscilloscopio usato per visualizzare Tennis for two creato da William Higinbotham nel 1958.

Bertie the brain Josef kates 1950 – Tennis for two William Higinbotham 1958
C’è stato un momento in cui per produrre i colori nei cabinati si ricorreva all’utilizzo di oggetti colorati proiettati sugli schermi. Alcuni di questi strumenti, solitamente elettromeccanici, utilizzavano fogli di cellophane e sfondi di cartone che, retroilluminati, generavano un primordiale “monitor” per videogiochi.

Per come li conosciamo oggi, sembra che i primi giochi ad aver utilizzato i colori siano stati Gotcha e Wimbledon (1973-1974) e successivamente Galaxian nel 1978.

Dagli anni ottanta al primo decennio del duemila c’è stato uno spostamento generale della palette di colori mediamente utilizzata dai programmatori. Si è passati da colori primari vivaci all’utilizzo di tinte tendenti al marrone con colori desaturizzati per simulare meglio atmosfere realistiche.

Negli ultimi anni non sembra esserci una tendenza univoca verso una particolare classe di colori, probabilmente dovuta alla vasta offerta di prodotti.

Il mondo del colore ha un valore significante. Hanno una funzione come unità culturali con un livello di specializzazione più o meno ampio nel passaggio da una cultura all’altra.

A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni.

ALESSANDRO BARICCO
Per quanto riguarda l’utilizzo nei videogiochi possiamo affermare l’esistenza di alcune regole non scritte, ma comuni e di immediata percezione, che trovano le basi nella nostra storia umana.

Infatti anche un giocatore principiante troverà molto intuitivi alcuni riferimenti ad un particolare colore.

Se un libro non si giudica dalla copertina, è anche vero che è la prima cosa che guardiamo.

Il verde, colore della vita in natura, comunemente associato alla salute del personaggio. Insieme al rosso, colore del sangue, sono spessi associati all’energia, in un continuum dalla salute massima alle ultime risorse.

Ancora il rosso, colore “attivante”, è legato alla vita per espressione di amore, passione e pericolo. Una valigetta bianca con una croce rossa può guarire, come il fuoco rosso di una torcia potrà illuminare un sentiero buio.

Il blu è un colore che produce rilassatezza, invita all’introspezione, associato solitamente ai poteri ultraterreni, alla spiritualità. La presenza del blu in natura può invece indicare qualcosa di velenoso, come può essere spaventosa la profondità schiacciante di un abisso marino.

Il giallo, l’arancione e il bianco sono colori guida. Di solito servono ad orientarci, dal sole che splende ed illumina il mondo alle stelle che indicano la via. È il classico colore della bussola, una lampada, le luci di una città in lontananza, le indicazioni stradali o le scritte con il gesso bianco che lasciano tracce ai viandanti.

Il viola come il blu è il colore del “diverso o innaturale”, qualcosa come l’unione tra il cielo e la terra, forza spirituale ed ispirazione. In antichità era un colore per nobili per via del difficile processo di produzione, allo stesso tempo è tra i più “cattivi” dei colori, la pozione velenosa, l’infetto, l’alieno che sta per attaccare ma anche le ambientazioni cyberpunk di città pericolose in società corrotte e criminali.

La fisica del colore

Dal punto di vista fisico, il colore è una proprietà che appartiene sia alla luce che alla materia. Gli oggetti non sono dotati di colore proprio, ma colpiti dalla luce la riflettono producendo un colore. Ad esempio il verde di un oggetto è espresso quando quell’oggetto assorbe tutti i componenti della luce tranne il verde, il nero è dato dall’assorbimento di tutti i colori, al contrario il bianco è dato dal respingimento di tutti i componenti della luce.

Fu Isaac Newton che nel 1666 scoprì che la luce bianca è composta dalla fusione di tutti i colori dello spettro visibile. Egli scompose un fascio di luce in fasci di vari colori tramite un prisma triangolare.

Scomposta dal prisma, la luce si separa nei sette colori dell’arcobaleno, rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Newton ricompose questi fasci colorati tramite l’utilizzo di un prisma simile al primo ottenendo così la luce bianca, per questo il bianco è la somma di tutti i colori.

I tre colori primari (sottrattivi) detti anche fondamentali, si chiamano così perché non si possono ottenere dalla mescolanza di nessun altro colore. Sono il giallo primario, rosso magenta e azzurro cyan. Dalla mescolanza dei primari si ottengono i colori secondari che sono il verde, viola e arancio, e, dalla mescolanza dei primari con i secondari si ottengono i colori terziari.

La psicologia del colore

Il mondo del colore è collegato a quello delle emozioni, è un ponte tra l’uomo e il mondo fisico.

Percepiamo il colore di un oggetto prima ancora della sua forma e della sua funzione. Associamo ai colori dei significati simbolici appartenenti a determinate culture. Basti pensare al nero e alla valenza negativa che la cultura occidentale gli ha assegnato, che si contrappone alla cultura cinese per cui il bianco è simbolo di lutto in antitesi con il bianco occidentale simbolo di purezza.

I colori sono usati anche come terapia, infatti la luce può provocare un effetto sull’intero organismo.

Hohokum videogioco sviluppato da Honeyslug 2014
I metodi di utilizzo della cromoterapia sono diversi, tra cui, irradiazione luminosa attraverso lampade colorate, indossare abbigliamento colorato, utilizzare l’immaginazione durante esercizi di rilassamento, utilizzo di oli colorati o ancora la cromopuntura, cioè l’agopuntura tramite aghi in cui viene irradiata luce colorata.

Ogni colore è associato ad una qualità. Il rosso rappresenta energia, il giallo il buonumore e il blu ha proprietà calmanti (utile per abbassare la pressione). Il verde poi porta con sé un senso di crescita personale, mentre il viola può ridurre lo stress emotivo e mentale favorendo inoltre la meditazione. L’arancione, infine, stimola il processo creativo. E così via.

Le ultime ricerche sulla cromoterapia evidenziano che diverse lunghezze d’onda influenzano la trasmissione di alcuni neurotrasmettitori, nello specifico della serotonina. Una particolare forma di cromoterapia, chiamata cromoterapia auricolare, cioè applicata sulle orecchie sta mostrando risultati promettenti nel trattamento del disturbo post-traumatico da stress, delle fobie e del disturbo di panico.

Non sappiamo cosa ci prospetti il futuro dei colori, ma di sicuro non possiamo immaginare un mondo senza gli stimoli e le emozioni che essi possono trasmetterci.

Speedway costruito dalla Chicago Coin 1969
L’immagine parla da sé e solitamente svela, almeno in parte, il contenuto del prodotto o comunque ci offre indizi chiari o velati di ciò che si ha in mano.

In una tipica copertina di Zelda, ritroviamo spesso il verde e il blu, di cui il primo a rappresentare l’ambientazione terrena del gioco e l’altro associato alla parte soprannaturale, leggendaria e spirituale della storia. 

Gran Turismo ha il rosso passione. Il colore regna in quasi tutte le versioni di Gran Turismo, e sicuramente appartiene a quei colori tipici delle competizioni. Dal punto di vista dei significati, tuttavia, la massima espressione dell’utilizzo di questa carica simbolica attivante la troviamo nella cover della sesta edizione, quasi come scelta monocromatica per l’intera immagine. Il diverso, non sempre cattivo, associato al viola. Prendiamo in considerazione il simpatico Oddworld: nelle varie copertine del videogioco troviamo spesso il colore viola in diverse gradazioni.

È ovvio che non bisogna considerare queste associazioni regole fisse e rigide, ma è interessante notare come siano presenti con una certa frequenza. A complicare un po’ le cose negli ultimi tempi è l’aumento di prodotti che utilizzano colori neon, non solo associati ad ambientazioni cyberpunk ma anche a titoli lontani da un certo contesto “tipico”. Ad esempio colori fluorescenti, altamente luminosi ed in forte contrasto tra gli oggetti, li ritroviamo in titoli che richiamano gli anni 90 come Hotshot Racing, in questi casi una palette cromatica “forte” associata ad una grafica nostalgica calano il giocatore nel mood dell’epoca.    

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