Cosa succede a mescolare le ambientazioni di Tron con il gameplay di Super Monkey Ball? A questa domanda sembra rispondere Orborun, il titolo di Tiny Lab e Digerati, che catapulta i giocatori all’interno degli stage a metà strada tra il futuristico e il wireframe, al comando di un robot sferoidale.
E quasi a somigliare agli stage che attendono la corsa del nostro alter ego meccanico, anche il gioco alterna alti e bassi. Quale dei due aspetti prevale? Non vi resta che continuare a leggere.
Metà dell’interfaccia è composta dai menù di reset del livello e dagli indicatori, mentre l’altra parte è un inequivocabile reminder dei comandi, il cui funzionamento è incredibilmente semplice: due soli tasti, destra e sinistra, l’avanzamento è automatico, e al giocatore resta “solo” il compito di mantenersi sulle piattaforme, sfruttandone (qualora possibile) le forme inclinate per poter prendere lo slancio necessario a sollevarsi dal terreno. E’ possibile configurare anche un controller Xbox in modo da utilizzare l’analogico per inclinare il nostro alter-ego sferico, ma al momento alcune funzionalità dei menù non sono mappabili al di fuori dell’interfaccia tastiera+mouse.
I problemi purtroppo sorgono quando il gioco stesso risulta incostante nella sua fisica. Durante la prova, in alcune occasioni, è capitato di trovarsi di fronte ad un salto impossibile in quanto rimaterializzati dopo una caduta davanti ad un blocco d’accelerazione che non lascia abbastanza slancio. Lo stesso blocco, una caduta dopo, accelera talmente veloce il giocatore da fargli saltare una buona parte del livello (e con esso preziosi bonus) verso il portale finale. In molte aree, inoltre, la precisione richiesta è di tipo chirurgico,
e non solo per la facilità di trovarsi a volare al di sotto della pista cercando di raccogliere monete e altri collezionabili, ma anche visto il numero di ostacoli nei livelli più avanzati e il limitato uso delle “vite” extra (sotto forma di teletrasporti all’ultimo checkpoint). Fortunatamente i tempi di caricamento pressoché inesistenti e il ritmo sostenuto del gioco ovviano abbastanza facilmente a questo problema, e progredendo nel gioco saranno a nostra disposizione altre due tipologie di palle-robot, in grado di teletrasportarsi un numero maggiore di volte. Se da una parte il problema della frustrazione viene agevolmente evitato, tuttavia, vero è che prima di sbloccare gli stage avanzati del gioco ci troveremo a dover mettere le mani più volte su quelli base, e senza scariche di adrenalina date da una velocità maggiore, ben presto si affaccia su Orborun lo spettro della noia.
A livello musicale, Orborun offre una colonna sonora decisamente orecchiabile ed in linea con l’ambientazione cibernetica nella quale Tiny Lab ci ha catapultati, oltre ad effetti audio non particolarmente invasivi che consentono di focalizzare l’attenzione sul
percorso senza troppe distrazioni. Una pecca, tuttavia, è la fastidiosa tendenza delle tracce musicali a bloccarsi per qualche istante sui (seppur brevi) caricamenti, per poi ripartire dal punto d’interruzione. L’effetto finale è un evidente stacco che stona decisamente con la fluidità generale del titolo, e che purtroppo attira l’attenzione su quei momenti di pausa da cui il giocatore vorrebbe essere invece distratto.
Considerate le sue origini come titolo mobile, Orborun riesce nella non facile impresa di non sfigurare su PC, sebbene il target sia chiaramente differente da un’utenza che vuole essere intrattenuta per periodi prolungati. In questo aspetto torna comunque comoda la strutturazione dei livelli, che possono essere affrontati a più riprese e rigiocati in qualsiasi momento. Se a questo associamo anche il prezzo Steam decisamente contenuto (€ 5,99), anche la longevità poco brillante potrebbe passare in secondo piano. Completare i cento livelli del gioco, senza voler necessariamente collezionare ogni singolo bonus e skin extra, non richiede più di qualche ora, posto ovviamente di riuscire a terminare i vari stage senza incappare in qualche bug fisico e di avere una buona manualità e precisione.
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